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This handbook has two purposes: it is intended (1) as a handbook of Etruscology or Etruscan Studies, offering a state-of-the-art and comprehensive overview of the history of the discipline and its development, and (2) it serves as an authoritative reference work representing the current state of knowledge on Etruscan civilization. The organization of the volume reflects this dual purpose. The first part of the volume is dedicated to methodology and leading themes in current research, organized thematically, whereas the second part offers a diachronic account of Etruscan history, culture, religion, art & archaeology, and social and political relations and structures, as well as a systematic treatment of the topography of the Etruscan civilization and sphere of influence.
Il volume analizza le complesse e intricate vicende di alcuni componenti della famiglia nobiliare vicentina dei Godi, tra Venezia, gli antichi stati italiani e l’Europa, durante il XVI secolo. La documentazione inedita, proveniente in larga misura da un archivio privato pressoché integro, viene utilizzata con lo scopo di descrivere l’ascesa sociale e il network coltivato dai diversi membri della famiglia in alcuni centri strategici: Venezia, Roma, Milano, Torino, Lione, Vienna e le Fiandre. Le vicende giudiziarie, i rapporti di affari e la vita di corte costituiscono i tasselli principali per una ricostruzione storiografica che analizza in profondità le caratteristiche di una casata appartenente a una città chiave del Rinascimento europeo, animata da una élite che praticava un ambizioso e fervido mecenatismo culturale, il cui frutto principale furono le realizzazioni di Andrea Palladio. Questo studio getta anche nuova luce sul complesso rapporto tra il dominio di terraferma e la Dominante, oltre a offrire un profilo a tutto tondo di una delle più influenti famiglie del Cinquecento veneto.
Il nobile vicentino Filippo Pigafetta (1533-1604), parente del più famoso Antonio, fu a sua volta instancabile viaggiatore, figura emblematica tra politica, affari e cultura del Cinquecento. Lo seguiamo nelle peregrinazioni che compie nel decennio 1576-1587 tra Suez, Londra, Madrid, Lisbona, Roma, Gerusalemme e Venezia, come esploratore, cartografo, informatore, poligrafo e diplomatico tra il mondo cristiano e quello ottomano. Lo rincorriamo, un’udienza dopo l’altra, per le corti di Filippo II, Elisabetta I, papa Sisto V e Ferdinando I de’ Medici. Fino a scoprirlo, per un momento, perno di una possibile alleanza tra le potenze europee per il controllo dell’Egitto, in vista dell’apertura di un canale a Suez per il transito del pepe indiano dal Mar Rosso al Mediterraneo.
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