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La riflessione dedicata ai rapporti tra le arti e ai corrispondenti codici espressivi ha rivestito un ruolo preponderante nella storia del canone occidentale. Transmedialità e crossmedialità, realizzato con la collaborazione del Dottorato in Visual and Media Studies dell’Università IULM di Milano, ripercorre un dibattito interdisciplinare sulla trasmigrazione e sulla conseguente morfogenesi ibrida dei significati nel passato recente e nel contemporaneo. A partire dalle analogie e dalle differenze tra la multimedialità e le sue più recenti evoluzioni nell’era moderna e postmoderna, attraversando teorie e pratiche dell’intertestualità e della riscrittura, fino a giungere alle ibridazioni tra linguaggi artistici, dispositivi e nuove interfacce, il volume indaga un vasto panorama di tematiche a partire dalla complessità dei processi multi-, trans- e cross-mediali.
Perché una canzone può rendere memorabile una sequenza o una sigla seriale? Come vengono scelte e inserite le canzoni nelle serie tv? Qual è il rapporto tra industria musicale e industria televisiva? Come lavora un music supervisor? Le serie tv hanno trovato nella musica pop e rock un formidabile strumento di racconto, capace di potenziare una storia, irrobustire un personaggio, valorizzare le immagini. L’industria musicale ha trovato nelle serie tv una vetrina prestigiosa, capace di far riscoprire artisti e repertori dimenticati, lanciare nuovi nomi, creare hit. Analizzando oltre 80 serie e 150 brani, il volume parte dalla complessa relazione tra TV e popular music per arrivare a indiv...
Esiste una funzione Joyce nel romanzo italiano? È possibile rintracciare elementi e questioni che l'esperienza joyciana ha sollevato, e con cui i successivi narratori italiani hanno fatto i conti? È insomma lecito parlare di "funzione-Joyce"? Sono queste le domande da cui scaturisce questo volume. In alcuni casi è stato necessario ritornare alla prima ricezione su rivista, in altri si sono indagate l'avanguardia e la neoavanguardia, in altri casi ancora si è puntato l'occhio sugli anni Sessanta o specificamente su Gadda. Il risultato finale è quello di una fotografia omogenea, che testimonia in che modo Joyce ha influenzato il corso e lo sviluppo del romanzo italiano del XX secolo.
Oltre 500 domande e risposte Il ciclismo è tra le discipline più praticate e amate a livello nazionale. Ma siete sicuri di sapere proprio tutto sul vostro sport preferito? Con questo libro potrete mettervi alla prova, da soli o in compagnia, e interrogarvi sulle tappe, le storie, le leggende, i record e le curiosità che fanno battere il cuore a tutti i veri appassionati delle competizioni in sella a una bicicletta. Chi era soprannominato “l’aquila di Filottrano”? Chi ha vinto il giro delle Fiandre tagliando il traguardo... a piedi? E dove fu scattata la celebre foto dello scambio di borraccia tra Coppi e Bartali? Oltre cinquecento domande per ripercorrere la vita dei grandi campioni...
La voce è insieme fonazione e relazione, misura del Sé ma anche dell’Altro, medium del linguaggio e sua messa in discussione, contemporaneamente dentro e fuori dalla parola e dal corpo. Muovendo da un approccio che pensa il cinema come una mise-en-scène di corpi, e ponendo particolare enfasi sulla materialità e la mobilità della φωνή, il volume esplora lo statuto della voce filmata e i suoi usi nelle pratiche artistiche cinematiche. Come ripensare il rapporto, simbolico e materiale, tra le pratiche dell’ascolto e quelle della visione alla luce delle recenti trasformazioni del cinema? È possibile riconoscere un valore euristico alla voce indipendentemente dalla parola? Tracciando le coordinate di un dibattito ancora frammentario e in larga parte da costruire, l’autrice analizza la voce come oggetto tecno-culturale e istanza performativa, gesto estetico e politico al centro dei processi di soggettivazione e di (dis)identificazione che hanno luogo sullo schermo o a partire da esso.
Il volume raccoglie gli interventi di un seminario dedicato a Milano e la memoria: distruzioni, ricostruzioni, recuperi. Il tema è parte di un progetto interdipartimentale dell’Università IULM, che prosegue il progetto speciale di Ateneo finanziato nel 2019-2020 (i cui risultati sono stati già pubblicati da Mimesis). Le ricerche, presentate in questo incontro scientifico che ha visto dialogare accademici e funzionari del Comune, responsabili di tutela e conservazione e di progetti speciali, si sono concentrate ancora su Milano e in particolare sul rapporto tra banca e cultura; sugli interventi urbanistici del Novecento, considerando gli aspetti architettonici, la committenza, gli interessi economici e sociali; sul rapporto della città con paesi lontani; sui teatri distrutti, riconvertiti, recuperati; sui musei milanesi come luoghi di memoria e la memoria come bene immateriale; su edifici e monumenti scomparsi o spesso inosservati; infine sulla ricostruzione come tema identitario.
Cosa significa considerare la mostra come un medium artistico? Quali sono gli autori che hanno indagato le possibilità espressive di questa pratica? Cosa ha portato alla progressiva convergenza tra attività artistica e curatoriale? Dalla fine degli anni Sessanta numerosi artisti, registi, filosofi e scrittori hanno curato mostre che possono essere considerate vere e proprie opere d’arte. Si tratta di opere complesse, plurali, in cui convergono media e linguaggi differenti. Lavorando all’intersezione di exhibition studies e cultura visuale, Vincenzo Di Rosa descrive lo statuto mediale della mostre d’arte contemporanea e individua le caratteristiche fondamentali delle esposizioni-opere. L’autore traccia la storia di questo particolare fenomeno analizzando mostre come quelle di Andy Warhol e Martha Rosler, del Group Material e di Fred Wilson, fino ai progetti più recenti di Dominique Gonzalez-Foerster, Francesco Vezzoli, Philippe Parreno e Pierre Huyghe.
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