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The book investigates the lives and careers of the Procaccini brothers: Camillo (1561–1629), Carlo Antonio (1571–1631) and Giulio Cesare (1574–1625), the most important family of painters working in northern Italy at the start of the seventeenth century. The Procaccinis' work is here analysed by interconnecting their individual stories and understanding their success as the combination of mutual artistic choices, a high level of specialization and precise business organization. The book looks at this family of painters as entrepreneurs, emphasizing their conscious response to the requests of public and private patrons, as well as their ability to balance instances of originality and imitation in an era characterized by a wide range of artistic opportunities, including religious commissions, national and international patronage and multifaceted markets. This book will be of interest to scholars studying art history, early modern studies, the art market, Italian studies and Italian history.
Martha Harris ha aperto una nuova via per affrontare i problemi relazionali nelle istituzioni – problemi molto complessi, perché densi di dinamiche più o meno esplicite. Per affrontarli è necessario un training analitico unico, offerto in Italia dai Centri Studio Martha Harris e che viene descritto nella prima parte del libro. Abbiamo potuto notare come le problematiche complesse possono essere riconosciute dagli operatori, ma la loro gravità, dovuta spesso alla paura al dolore e all’angoscia di morte, influiscono sugli individui stessi e spesso non permettono loro di pensare. Nella seconda parte del libro sono descritti molti progetti condotti nelle istituzioni – negli ospedali, nelle scuole e in altre realtà. Il modello Tavistock, composto di un biennio osservativo e di un quadriennio clinico, permette una formazione completa e specifica.
Con Individualità e gruppalità (1987) Diego Napolitani inaugura un paradigma che si propone di oltrepassare, in una circolarità dialogica tra i saperi, le convenzionali dicotomie tra individuo e gruppo, natura e cultura, identità e creatività, risignificandone il rapporto in una tensione reciprocamente concepitiva e indefinitamente aperta. L’interesse per l’opera, che definisce i concetti di “gruppalità interna” e “universi relazionali”, va ben oltre il valore di testo fondativo per la Gruppoanalisi italiana, offrendo quest’ultima come testimonianza attuale di un metodo di conoscenza e di cura dell’umano con-esserci, inteso come “il proprio aprirsi al mondo”. La prassi analitica, in questa accezione, diviene autenticamente trasformativa nei contesti clinici e sociali in cui opera se tutti gli interlocutori si dispongono ad assumere l’incontro con l’Altro, dentro/fuori di sé, nel doppio versante etico ed estetico dell’esperienza, ovvero nella sua interezza problematica e potenzialmente creativa.
C’è qualcosa in noi che si rifiuta di essere catalogato in base alla nosografia psichiatrica dei vari manuali DSM e che non può essere collocato in un quadro psicopatologico. Sotto la lente dello sguardo clinico, la nostra sofferenza viene razionalizzata in una sindrome e così la nostra biografia, la nostra singolare narrazione, non potrà che apparire come la storia di una vittima, di una persona la cui psiche è malata, traumatizzata, che necessita di cure specifiche. Se ci sottraiamo a tale visione patologica e pensiamo alla psiche come “vita”, senza scinderla dalla propria sofferenza ma solo dalla visione malata che abbiamo di noi stessi, allora possiamo costruire immagini per d...
Questo libro è un “arpeggio sulle corde” della Scienza e dell’Immaginario, della Natura e della Cultura, con un’esplorazione delle reti della trama della Vita così come appaiono dagli studi più recenti delle neuroscienze a confronto con gli archetipi. Lo scienziato, lo psicoanalista e l’alchimista hanno lo stesso ruolo: mostrano a chi vuole “vedere” ciò che altrimenti rimarrebbe invisibile. Anche se nell’epoca contemporanea lo spazio per la ricerca della pratica dell’immaginario e del simbolo sembra farsi più ristretta, il ritorno all’origine della nostra cultura viene recuperato in quest’opera, sfidando il lettore a capovolgere le idee più consuete, per trovare nuove prospettive e nuove angolazioni sull’evoluzione da cui “leggere” l’Anima del Mondo. Nella sua analisi l’autore ricollega l’esperienza del Logos con la pratica sottile del Noûs, affinché si renda nuovamente percepibile quel mondo ineffabile degli archetipi che sta dietro il mondo stesso.
Passiamo un terzo della nostra vita dormendo, e mediamente sei anni li passiamo sognando. Il sonno e i sogni che lo accompagnano sono parte essenziale del nostro benessere e affascinano l’umanità da sempre, raccontati dai miti, dalle religioni prima che dalla psicologia, dalla psicoanalisi e dalle neuroscienze. Anche se forse rimangono ancora tra gli aspetti più misteriosi e non perfettamente conosciuti dell’esperienza umana. Possiamo dire che il sonno ha un ruolo essenziale per l’acquisizione delle conoscenze, per lo sviluppo delle idee, per il consolidamento della memoria e dell’identità e per la plasticità del cervello. Possiamo dire che i sogni parlano di noi, dei nostri progetti, delle nostre paure, dei nostri desideri, ma è anche possibile dire che noi viviamo ciò che sogniamo anche se non abbiamo ancora capito né approfondito tutto. Perché dormiamo? Perché sogniamo? Perché dimentichiamo la maggior parte dei sogni? In che misura il sonno ed i sogni incidono sulla nostra salute e sul nostro benessere?
Quale terapia pensare per i preadolescenti? E per chi non parla, o non sa cosa dire? La psicoanalisi a distanza è davvero possibile? Come ci comportiamo con i pazienti che mandano continuamente messaggi? O con chi ci “googla” per cercare informazioni su di noi? Tutte queste evenienze, che un tempo si ponevano al confine della psicoanalisi, oggi sono al centro della nostra attenzione clinica. Le esperienze qui raccolte sono nate in situazioni fuori dall’ordinario e si pongono “un passo oltre” l’ultima pagina del manuale della tecnica. L’analista è messo alla prova come persona oltre che come professionista, nella costruzione di una psicoanalisi inclusiva, capace di adattarsi alle esigenze di ciascuno.
l volume raccoglie i contributi delle tre generazioni di psicoanalisti che si sono avvicendati nei ruoli chiave di presidente e segretario scientifico alla guida del Centro psicoanalitico di Pavia. A rappresentare la vocazione del Centro al confronto teorico e clinico troviamo anche i contributi di psicoanalisti di fama internazionale: voci vive e differenziate, che qui affrontano, ciascuna dalla sua prospettiva, il tema della gruppalità. Contributi di: Michele Bezoari, Giuseppe Civitarese, Maurizio Collovà, Roberta Di Nardo, Nino Ferro, Giovanni Battista Foresti, Antonino Gallo, Jay Greenberg, Beatrice Ithier, Howard B. Levine, Fulvio Mazzacane, Elena Molinari, Fausto Petrella, Giovanni G. Stella