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La politica agricola, a partire dall’unità d’Italia, è stata figlia del liberalismo cavouriano, che, quando necessario, pragmaticamente non rifuggiva dall’intraprendere riforme radicali e dall’attuare interventi pubblici. Una politica agricola che si integrava e si evolveva con le politiche liberiste dell’Europa e che talvolta toccava livelli alti di protezionismo (guerra doganale del 1888, autarchia del periodo fascista). Nel Secondo dopoguerra, l’Italia e l’Europa scelsero l’economia di mercato. La scelta, però, non coinvolgeva, l’agricoltura. La politica agricola comune (PAC), fortemente protezionistica doveva garantire l’autosufficienza alimentare all’Europa ed u...
Pazienza. Questa è la virtù di cui deve armarsi chiunque si ammala e deve curarsi, mettersi in lista per le visite, attendere i risultati degli esami, le prognosi dei medici, l'effetto delle medicine, sopportare i compagni di corsia - chiunque deve sperare e lottare per guarire.
O presente trabalho não pretende ser apenas mais um livro de família. É uma obra que resgata não só a saga da família Gabardo, como também um pouco da história de dois países que se envolvem na trama apresentada. Não se procurou fazer aqui um trabalho com cunho comercial, mas apenas uma obra com caráter sentimental. Apresenta uma pequena resenha histórica da Itália, terra natal da família, da região do Vêneto, berço dos emigrantes, da província de Vicenza e finalmente do comune de Valstagna, de onde especificamente partiram os membros da família. Esboça-se um relato da viagem empreendida até a nova terra, o Brasil. Enumeram-se as colônias fundadas para abrigar os novos colonizadores. Finalmente, foca-se sobre o trabalho da família Gabardo, procurando resgatar sua ancestralidade e apresentando os imigrantes e seus descendentes. O livro pretende, além de resgatar a história dos dois países, tornar-se um elemento de reconhecimento das raízes para aqueles ligados à família que queiram ter uma pequena noção de suas origens.
In Italia la scuola libera è solo libera di morire e molte sono le sedi anche prestigiose rese ai nostri giorni e nei prossimi mesi economicamente agonizzanti dall’aggressione del maledetto Corona Virus. E vale la pena qui sottolineare che, mentre non ci sono manifestazioni sindacali, occupazioni di scuole o convegni sulla scuola in cui non si lanciano slogan contro la Scuola paritaria che succhierebbe risorse a scapito delle scuole statali, non ci si rende conto che le rette pagate dalle famiglie che iscrivono i loro figli alla Scuola paritaria fanno risparmiare allo Stato circa sei miliardi di Euro ogni anno. E, dunque, è la Scuola paritaria a danneggiare la Scuola statale, oppure è una politica cieca e irresponsabile di destra e di sinistra – intossicata di statalismo – a danneggiare sia la Scuola statale sia quella non statale? Può essere considerato “laico” – cioè libero, non dogmatico – un sostenitore dello statalismo nella gestione del sistema formativo? Non è forse vero, per parafrasare Julien Green, che il laicismo statalista ha i suoi bigotti proprio come l’ortodossia?