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Se c'è un'accusa che si sente fare, spesso a ragione, alla musica leggera italiana, è quella di non riuscirsi a staccare nettamente dalla tradizione, dal bel canto, dal discorso orecchiabile e commerciabile. Eppure in certi anfratti del pop nostrano mainstream qualcosa è accaduto: microrivoluzioni ad opera di audaci che tentavano di districarsi dalla stretta delle proprie radici, manovre ardimentose per arrivare alla gente fregandosene dell'etichetta, provando nuove strade a proprio rischio e pericolo, accollandosi il fallimento degli esperimenti di laboratorio. Al Bano e Romina, Scialpi, Cicciolina, i Matia Bazar, Giuni Russo, Battiato, Rettore, i Krisma, Nada, Ivan Cattaneo, Maria Sole....
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Una piccola storia della musica britannica dal 1978 ai giorni nostri: sono le band più recenti, quelle nate alla metà degli anni 90 quando la scena venne infiammata dalla rivalità tra Oasis e Blur, i nuovi Beatles contro i nuovi Rolling. Una carrellata rapida ed eccitante, secondo lo schema classico della collana: brevi info sulla storia dei vari artisti, recensioni dei CD più importanti, pallinatura dell'intera produzione. Con la riproduzione delle più importanti copertine di album.
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I gruppi più importanti della scena Heavy Metal degli ultimi 15 anni. I solisti e i gruppi, i dischi recensiti e valutati. I grandi temi. L'approfondimento dei sottogeneri come il Black, l'Epic, lo Speed e il Power metal.
Fuori dalla consueta diatriba Cantautori vs. Sanremo e Rock italiano vs. Musica leggera, Superonda è il racconto di quelle musiche che tra 1964 e 1976 riuscirono a sviluppare linguaggi originali e in grado per una volta di proiettare la musica italiana all’estero, esercitando una sotterranea influenza sul mondo dell’elettronica, del rock alternativo, e delle musiche sperimentali. Un percorso accidentato in cui le vicende di future icone nazionali come Ennio Morricone, Franco Battiato e Area si mescolano a quelle di artisti convertiti al rock come Mario Schifano, in cui l’avanguardia di Berio e Maderna dialoga a distanza con la musica su commissione dei Goblin e delle sonorizzazioni Rai, e in cui i fermenti della cultura underground fanno da sponda a colonne sonore per film di serie B, revivalismi folk e free jazz militante, per arrivare al Lucio Battisti di «Anima latina». Sullo sfondo, la nascita di un immaginario italiano fatto di spaghetti western e bottiglie molotov, gialli alla Dario Argento e avanguardie radicali, riviste di controcultura e sceneggiati di fantascienza, comuni freak ed espropri proletari.