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La Cappadocia e la Tuscia rupestre, regioni per molti aspetti dalle caratteristiche geomorfologiche differenti, risultano affratellate dalla condivisione di una realtà comune: quella degli spazi nella roccia a destinazione religiosa e dotati di pitture di soggetto cristiano. È il fenomeno del rupestre, vitalizzato o rivitalizzato in età medievale alla luce del sacro e nell'alveo della religiosità cristiana, il denominatore comune fra Cappadocia e Tuscia, e anche il filo conduttore specifico della mostra fotografica: Terre di roccia e pittura. Il volume è a cura di Maria Andaloro con testi di Daniela Sgherri e Geraldine Leardi.
I due volumi raccolgono contributi di autorevoli studiosi italiani e stranieri che, partendo dalla pluralità di orizzonti di interesse di Maria Andaloro, avviano inediti percorsi critici e storiografici. Se I luoghi dell’arte, titolo della prima serie di saggi, s’incentra sulla geografia artistica della Sicilia e del Mediterraneo, di Roma e di Bisanzio nel Medioevo, raggiungendo però anche territori ‘altri’, dall’Anatolia preistorica fino alla Cina, la seconda raccolta, Immagine, memoria, materia, sviluppa una varietà di affondi tematici che comprende gli sguardi dell’estetica, della critica d’arte, della diagnostica e del restauro, in omaggio al pensiero della studiosa, sempre volto a riunificare e al contempo a distinguere i molteplici ambiti del sapere artistico, in un’ottica di vitale complessità creativa.
La Cappadocia e la Tuscia rupestre, regioni per molti aspetti dalle caratteristiche geomorfologiche differenti, risultano affratellate dalla condivisione di una realtà comune: quella degli spazi nella roccia a destinazione religiosa e dotati di pitture di soggetto cristiano. È il fenomeno del rupestre, vitalizzato o rivitalizzato in età medievale alla luce del sacro e nell'alveo della religiosità cristiana, il denominatore comune fra Cappadocia e Tuscia, e anche il filo conduttore specifico della mostra fotografica: Terre di roccia e pittura. Il volume è a cura di Maria Andaloro con testi di Daniela Sgherri e Geraldine Leardi.
Close Reading puts the artwork in the center of concentrated art-historical interpretations programmatically. Seventy-two international authors each analyze one work of architecture, sculpture, painting, drawing, or graphic work, from Albrecht Dürer and Matthias Grünewald, to Titian, Artemisia Gentileschi, Michelangelo, and Nicolas Poussin, Francesco Borromini, and Fischer von Erlach, to Oskar Kokoschka and Shirin Neshat. They pursue various methodological approaches, address the creation context or questions regarding dating and attribution, the history of a collection, provenance, and restoration, or dedicate themselves to relationships between picture and text as well as to iconographic, iconological, and image-theory aspects.
I due volumi raccolgono contributi di autorevoli studiosi italiani e stranieri che, partendo dalla pluralità di orizzonti di interesse di Maria Andaloro, avviano inediti percorsi critici e storiografici. Se I luoghi dell’arte, titolo della prima serie di saggi, s’incentra sulla geografia artistica della Sicilia e del Mediterraneo, di Roma e di Bisanzio nel Medioevo, raggiungendo però anche territori ‘altri’, dall’Anatolia preistorica fino alla Cina, la seconda raccolta, Immagine, memoria, materia, sviluppa una varietà di affondi tematici che comprende gli sguardi dell’estetica, della critica d’arte, della diagnostica e del restauro, in omaggio al pensiero della studiosa, sem...
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The "Matilde Donna Europea" is the most important female figure in Medieval Europe and one of the leading figures recounted by history. The Grand Duchess was courageous, learned, of noble birth and had an international cultural outlook. She was actively involved in European political affairs, having a profound influence at a social and cultural level. The Matildic dominions, lying between the Emperor's territories and those of the Church, were of significant strategic value, forming a "buffer" zone highly sought-after by both sides. Matilde played a fundamental role as mediator, culminating in the famous meeting in January 1077 between the Emperor Henry IV and Pope Gregory VII at Canossa Castle. The charisma and fascination of a woman who embodied what it means to be a woman in the heart of the Middle Ages has given rise to a legend extending over almost a thousand years and has ended up by also being an important part of contemporary European history (not only Emilian).