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Volume XXII Special Issue 1: Celebrating Wilhelm Schapp, In Geschichten verstrickt Special Issue 2: Theodor Conrad and the early phenomenological tradition Aim and Scope: The New Yearbook for Phenomenology and Phenomenological Philosophy provides an annual international forum for phenomenological research in the spirit of Husserl’s groundbreaking work and the extension of this work by such figures as Reinach, Scheler, Stein, Hering, Heidegger, Sartre, Levinas, Merleau-Ponty, Gadamer, and others. Contributors: Theodor Conrad, Francesca D’Alessandris, Johannes Daubert, Alexis Delamare, Neal DeRoo, Daniele De Santis, Karen Joisten, Emanuele Mariani, Ronny Miron, Daniele Nuccilli, Gianfranco Pecchinenda, Margaret Stark, Hamit Taieb, and Andrij Wachtel Submissions: Manuscripts, prepared for blind review, should be submitted to the Editors (daniele.desantis@ff.cuni.cz) electronically via e-mail attachments.
La storia della Fenomenologia è strettamente legata alla storia del suo fondatore Edmund Husserl; essa sorge, tuttavia, all’interno di una serie di costellazioni concettuali che costituiscono il patrimonio imprescindibile di problematiche dal quale Husserl attinge a piene mani. Allo stesso modo, il seguito di studiosi che si sono raccolti attorno alla sua figura ha alimentato, a partire dagli anni ’10, un dibattito costante che ha dato vita a diversi percorsi attuativi del metodo fenomenologico, che si diradavano dal centro delle Ricerche logiche verso altri campi del sapere. L’onda lunga di questa «primavera fenomenologica» si estende fino ai giorni nostri, informando pervasivament...
Che cos’è l’età assiale? È un testo di carattere storico-teoretico che cerca di ricostruire le origini del concetto di “età assiale” e le sue implicazioni, non solo teologiche, ma anche sociologiche. In particolar modo Joas, riprendendo le tesi di Schwartz, mostra con un tono originale e autorevole, come il concetto jaspersiano trovi il suo baricentro nel problema della trascendenza. A partire da questa valutazione l’autore ripercorre i luoghi del pensiero di diversi autori, da Lasaulx a Weber, in cui si è sviluppata una riflessione sul concomitante svilupparsi in differenti culture arcaiche del mondo di una percezione diversa e ultraterrena del divino, e ne ricostruisce le in...
Quest’opera offre una testimonianza viva del denso e assai prolifico dibattito che stava prendendo forma attorno all’insegnamento di Edmund Husserl e che avrebbe poi dato origine alle diverse correnti del cosiddetto “movimento fenomenologico”. L’analisi dettagliata dei processi percettivi proposta da Wilhelm Schapp è fondata su una rielaborazione del metodo fenomenologico husserliano che risente delle influenze di esponenti di spicco del circolo di Monaco e di altri autori centrali nel panorama culturale dell’epoca, quali Theodor Lipps, Wilhelm Dilthey e Heinrich Rickert. Il risultato è una riflessione che non vuole lasciarsi incatenare dal formalismo husserliano delle Ricerche logiche e delle prime lezioni gottinghesi e che cerca di ampliare la propria indagine al mondo della vita e dell’esperienza quotidiana.
La “filosofia pratica” di Kant offre un punto di vista positivo sulla difficoltà anzitutto concettuale di perseguire una prospettiva di sviluppo globale sostenibile senza poter presupporre, almeno così sembra, un orizzonte di generale condivisione dei principi e degli scopi dell’agire. Essa propone un’elaborazione del legame sistematico tra l’universalità dei principi morali e la specificità delle scelte concrete, tra l’assoluta autonomia della ragione e una ricerca condizionata della felicità nel rispetto per la legge morale, che è stata poi diversamente declinata da altri pensatori. Qui sono considerati in particolare Hegel, Ricoeur e Schapp. In generale, i contributi raccolti nel volume indicano che la tradizione filosofica ha qualcosa di significativo da offrire ai dibattiti odierni sulla sostenibilità e che quest’ultima è una metodologia per avverare la ragione e l’umanità.
Di fronte agli eventi innescati dalla geo-politica e alle crisi in atto, si rinnova il valore della corretta informazione e dell’equilibrio fra realtà e rappresentazione, nell’interesse sia di chi esercita la professione giornalistica sia di chi si fa garante della vita collettiva e lavora per il bene comune. Nasce da qui l’esigenza di riflettere sull’importanza di parole e linguaggi che sappiano entrare nel cuore dei problemi di tutti e di ciascuno con responsabilità, al fine di contrastare la fragilità generata dalla malattia e da altre forme di sofferenza o marginalità. Le scelte dell’informazione per questi temi e per questi obiettivi sono quelle in grado di risvegliare dal...
Con la presente traduzione, condotta sulla recente edizione critica tedesca delle opere di Walter Benjamin, Il concetto di critica d’arte nel Romanticismo tedesco appare in veste monografica per la prima volta in Italia. Nel 1919, il filosofo tedesco concluse la sua carriera da studente universitario con questa dissertazione. Per il suo rigore, la profondità delle intuizioni e la sua struttura sistematica, quest’opera è diventata un costante riferimento negli studi sul Romanticismo tedesco. Il suo testo è tuttavia altrettanto importante poiché vi si trovano, ancora in germe, alcuni tra i motivi fondamentali del pensiero maturo di Walter Benjamin.
Grazie alla crescente importanza delle teorie sociali e all’attenzione rivolta dalla cultura contemporanea agli studi sulla natura umana, gli scritti di Arnold Gehlen, filosofo e sociologo tedesco, vengono tradotti e commentati in varie lingue e in diversi ambiti culturali. Questo volume vuole offrire un contributo al ricco dibattito internazionale sul significato delle sue posizioni, specie con riferimento alle delicate domande concernenti la “disposizione” dell’uomo per la tecnica, il ruolo della morale e il valore delle istituzioni.
Il volume raccoglie gli scritti di David Hume sulla guerra: L’insurrezione giacobita del 1745 e la difesa del prevosto di Edimburgo, L’incursione britannica del 1746 sulla costa francese e La spedizione del 1748 presso le corti di Vienna e Torino. I primi due, qui pubblicati per la prima volta in italiano, fanno luce sulla guerra civile e sul conflitto Inghilterra-Francia, mentre il terzo riproduce integralmente un diario di viaggio tra le capitali europee settecentesche in tempo di guerra. Tali testi, da cui emerge lo sguardo realista e a tratti ironico di Hume sulla “miserabile guerra”, si collocano in una fase decisiva per lo sviluppo del suo pensiero politico e ci consegnano una figura inedita del filosofo come cultore dell’arte bellica, esperto di strategie militari, ufficiale amico di generali e ministri, osservatore acuto delle personalità dei sovrani e delle dinamiche internazionali.