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This book examines the historical process that led to the foundation of the Italian Republic and its constitution, viewed through the personal experiences and political reflections of Adriano Olivetti (between 1919 and 1960), general manager and president of the well-known typewriter manufacturer “Ing. C. Olivetti & C.” An unbroken line of reasoning linked his maturing political reflections during the two post-war periods. The historical context of the 1950s did not prove to be very propitious, but the guidelines dispersed throughout the Italian cultural and political world from the movement that Olivetti founded were certainly seminal – generating a legacy of ideas that has only in part been recognized. What makes this study distinctive is the original approach to reading the history of Italy through Adriano Olivetti’s eyes and thoughts, far from the more common Christian Democratic or Communist perspective of those years. It is simply another view of what the Italian Republic could be and was not.
Quarta e ultima tappa di una storia del discorso sul popolo, il volume ricostruisce i profondi mutamenti che hanno caratterizzato questa direttrice del dibattito politico occidentale nel traumatico periodo che va dalla fine della Prima guerra mondiale alla sconfitta del nazifascismo. È in questa fase storica che la «semantica del popolo» sperimenta un’inquietante torsione anti-individualistica e autoritaria, entrando a far parte a pieno titolo dell’apparato legittimatorio dei nascenti regimi totalitari. L’itinerario di lettura delineato si propone di dare conto di alcuni passaggi-chiave di questo tornante storico-concettuale, nel quale emerge anche quella ipertrofica e autoreferenziale forma di rappresentazione del «popolo» che oggi siamo abituati a classificare sotto la categoria di populismo; una chiave di accesso fondamentale per la comprensione di fenomeni politici che, come è noto, vanno ben oltre l’arco temporale preso in esame in questo volume.
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L’aspirazione a creare o a conservare forme di vita comunitaria attraversa la storia del pensiero politico, accomunando rivoluzionari e conservatori, marxisti e cattolici, nazionalisti e anarchici.