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The hypothesis from which this book starts is that the twentieth century has broken the link between time and history, thus producing a twofold consequence. On the one hand, time definitively loses the characteristics of linearity and coherence that it still had in Hegel, and will be conceived in terms of a multiplicity of heterogeneous temporal lines; on the other hand, and consequently, history tends to disappear from the philosophical horizon to give way to theses on a post-historical time, whose main characteristics are stasis, the inability to synthesize incoherent temporalities, the impossibility of producing openings towards the future. However, precisely within the short century – the one in which time has supposedly contracted to the point of expunging history from itself – critical reflections were produced, which, despite the acquisition of scientific and philosophical lessons about the multi- form and reversible nature of time, have recovered a fruitful relation with history in a cumulative and teleological sense.
The point of intersection between the theoretical paths of Nancy and Arendt lies in the theme that is also the most difficult problem they bequeath to us. Both, in fact, think of being in terms of a drive to appear, a movement that tends to be infinite and, for that very reason dangerous, and yet one that must be indulged and even urged. Thought must, so to speak, stay close to this original dimension in which extension spaces itself: it is in this proximity that existence experiences a thrill, a fervor. It is what Arendt calls “public happiness” and Nancy calls “ferveur” or “extase”. The stakes of both philosophical exercises are very similar. It is a matter of identifying with extreme accuracy and within a much broader ontological drive, the narrow space between an intensification of existence comparable to fascist and fusional ardor, and an exposition that remains at a suspended step. It is a matter of taking the narrow path between mystical ecstasy, and an inoperative ecstasy, that is, a projection towards the outside that does not access any surreality, but merely spaces – continually putting back into play – immanence in which we are.
Gianni Vattimo, one of Europe's foremost contemporary philosophers and most famously associated with the concept of weak thought, explores theoretical and practical issues flowing from his fundamental rejection of the traditional Western understanding of Being as an absolute, unchanging, and transcendent reality. The essays in this book move within the surroundings of Being without constructing a systematic, definitive analysis of the topic. In Being and Its Surroundings, Vattimo continues his career-long exploration of the philosophy of Martin Heidegger, in particular his repudiation of metaphysics with its presupposition of the existence of permanent, universal truth, and that of Friedrich...
Spaziando tra filosofia, teologia, estetica e politica, gli scritti raccolti in questo libro si misurano con un compito tanto arduo quanto necessario: quello di comprendere, una volta di più, quali e quanti saperi concorrano nella composizione dell’immagine di ‘Europa’ e della sua sfuggente ‘verità’. «A guidare l’articolazione di questi pensieri – che solo in maniera semplificata potremmo ricondurre ad un problema di definizione – è l’idea che quello di ‘Europa’ sia una sorta di concetto strutturalmente incompiuto, che ‘Europa’ sia insomma sempre un processo ed un cammino verso la sua stessa verità, piuttosto che il nome con cui sia stata fissata una identità ferma e irrevocabile».
Fascicoli 1-3. Al Lettore. Saggi: E. WEIL, La scienza e la civiltà moderna ovvero il senso del non-senso; L. LUGARINI, La dialettica religiosa in Hegel; G. DI TOMMASO, Il lavoro nella figura hegeliana della «coscienza infelice»; P. VINCIERI, L’ontologia ultimo approdo di Lukács. Problemi e discussioni: L. SICHIROLLO, Sulla dialettica nel pensiero contemporaneo. Rassegne: M. R. COLANGELO, L’«Aristotele» di I. Düring; A. BERTONDINI, Recenti pubblicazioni labrioliane. Ricerche: P. IMPARA, Il problema delle Idee nelle Leggi di Platone; E. MORICONI, Alle origini della teoria della dimostrazione di Hilbert. Recensioni. Libri ricevuti.
Arte, storia ed esoterismo sono solo alcuni dei variegati ambiti del sapere entro cui il controverso pensiero di Julius Evola si destreggia. Evola fu però anzitutto un filosofo ed è in quanto tale che questo lavoro intende interrogarne criticamente la riflessione. Intrecciando istanze neoidealistiche e suggestioni “volontaristiche”, la prospettiva evoliana si configura come un estremo tentativo di «provare l’Io» oltre ogni sua semplice dimostrazione. Se da un lato ciò conduce ad una riconfigurazione del rapporto tra teoria e prassi tale che la prima tende a risolversi nella seconda, d’altro canto tale risoluzione rimane vincolata ad un criterio di certezza (Evola lo chiamerà «...
Fascicolo 1. Saggi: S. KOVADLOFF, Caino dolente; O. DI GRAZIA, Senza vocali. Ricerche: G. RAZZINO, Aristotele e il detto di Solone. Tempo morte e felicità tra saggezza tragica ed etica; G. LICATA, La differenza nella Metafisica di Aristotele; M. ADINOLFI, Quel che giunge alla parola: Hegel e la proposizione speculativa; V. VITIELLO, Hegel: proposizione speculativa e riflessione ponente. Recensioni. Fascicolo 2: Il volto di Giano della storia. V. VITIELLO, Valerio Verra. In memoriam. Saggi: S. OTTO, I fatti possono parlare? Il volto di Giano dei «facta historica» nello specchio della teoria della storia e della ragione riflettente; L. LUGARINI, Heidegger e Hegel: la dialettica «imbarazzo filosofico»?. Ricerche: G. DI TOMMASO, La libertà umana tra causalità naturale e causalità assoluta in Schelling (1795-1809); R. MORANI, Memoria e Erinnerung nel pensiero di Nietzsche. Recensioni.
«Con simili strategie, infatti, si pensa ancora che ci sia qualcosa da fare, che il pensiero debba aprirsi strenuamente un cammino, che vi sia magari qualcosa contro cui esso urta e che perciò dia a pensare. Si dà forza al pensiero rendendo ardua la sua meta, perché – si dice – “come potrebbe accadere che la salvezza fosse trascurata quasi da tutti se fosse a portata di mano e la si potesse trovare senza grande fatica”? Se ciò non può accadere, tuttavia, è forse perché questo è veramente il più difficile da dire e pensare: che la salvezza stia qui, semplicemente accanto: a portata di mano».
Fascicoli 1-2. Saggi: G. GUZZONI, La metafisica di Cartesio (I); R. CIAFARDONE, Andreas Rüdiger e la filosofia come scienza dell’esperienza; G. DUSO, Confutazione e contraddizione in Platone. Problemi e discussioni: P. IMPARA, Un’interpretazione della metafisica aristotelica. Ricerche: G. V. DI TOMMASO, Vita e lavoro nella sezione Autocoscienza della «Fenomenologia » hegeliana. Recensioni. Libri ricevuti. Fascicolo 3. Saggi: F. BOSIO, La filosofia come ermeneutica dell’interpretazione; G. GUZZONI, La metafisica di Cartesio (II). Problemi e discussioni: G. CASERTANO, Discutendo di Parmenide. Ricerche: M. JANNUCCI, I primi germi della dialettica platonica nell’Apologia e nel Critone. Recensioni.