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La musica contemporanea – questa sconosciuta – è un universo costellato di capolavori assodati e di spunti per l’avvenire musicale. Illustrarne in una guida i dischi rappresentativi è un tentativo “pratico” di ovviare a una lacuna che è comprensibile presso l’ascoltatore di media cultura, ma che è ai limiti dello scandalo in chi frequenta regolarmente i musei, partecipa ai convegni, sfoggia notevoli titoli di istruzione e si giova delle cosiddette “buone letture”. Accade infatti che i noti “lettori forti” dei sondaggi siano talvolta ascoltatori “deboli”, o quanto meno privi di quel bagaglio di cultura musicale rappresentato da un repertorio enorme e vario che continua ad alimentarsi. Dalla A di Adams alla Z di Zorn, nel volume si compendia la vicenda corrente della musica contemporanea mondiale, vista attraverso la sua preziosa documentazione discografica. Da una parte s’intende suggerire gli ascolti che meglio possono offrire una panoramica di quanto è accaduto negli ultimi anni e di cosa i musicisti più giovani stiano preparando attualmente; dall’altra si vuole offrire un manualetto prêt-à-porter di storia della musica d’oggi.
L’odore delle case di Luciana Littizzetto DIO ETC. Il papà di Dio Intervista a Maicol & Mirco di Ivan Carozzi Il papà di Dio di Maicol & Mirco Altri Dèi di Giacomo Papi L’azzurra fede di Maurizio De Giovanni Le ragazze di Lorenza Pieri La donna che spezzò il cuore di Charles Manson di Ted Rall Le capellone di Ivan Carozzi Io c’ero a Woodstock! di Ivan Carozzi Milanesiana di Maurizio Milani SATIRA: DIO ESISTE E QUESTE SONO LE PROVE a cura di Giorgio Cappozzo Nostro Signore è “zincato”, “grande” e “invisibile” (da uno studio della University of Technology) di Nicole Balassone Il crocefisso rispetta le tre condizioni precipue dell’esistenza: puoi toccarlo, spostarlo, di...
Perché le canzoni scritte da Lucio Battisti con Mogol si sono impresse nella memoria, negli affetti e nell’immaginario collettivo degli italiani? Perché ancora oggi ci emozionano? Per quella sorta di alchimia che si crea quando i versi di una canzone rispecchiano il significato della melodia e si fondono con essa. Anche la musica, infatti, “ci parla”. E spetta a chi scrive i versi di una canzone intuirne il significato intrinseco, per tradurlo in parole. A quel punto può nascere un amalgama che rappresenta qualcosa di molto diverso da una poesia musicata, o da una melodia riempita di parole da un paroliere qualsiasi. La canzone diventa il potente incrocio di due linguaggi, un moltip...
100 opere in cento schede corredate da una discografia di riferimento. «Novecento, il secolo lungo della musica: nuovi generi spesso incompresi. ma un motivo c'e sempre, anche se non lo sappiamo fischiettare» Avvenire «Con lo spirito del pioniere, il musicologo e giornalista Federico Capitoni sale sulla nave del Novecento per vedere cosa c'e': una guida per orientarsi in una miriade di capolavori» Il Giornale È difficile ipotizzare un secolo musicalmente più ricco del '900. In quei cento anni, nell'universo acustico, sono successe molte più cose che in tutta la storia passata; nessun secolo precedente vi si può paragonare in termini (anche quantitativi) di stili, fratture e ripensamenti. Nuovi generi, nuove forme, nuove tecnologie, nuove concezioni musicali, novità forse pari soltanto alla grande rivoluzione del sistema temperato del '600, hanno concorso al periodo più gravido di miracoli sonori. Federico Capitoni ha composto un «canone» di cento opere della musica colta del '900, una guida per orientarsi fra la miriade di capolavori e opere straordinarie che ne hanno delineato il paesaggio sonoro.
Il senso del tatto ha, nella filosofia, un ruolo piuttosto marginale. Così come il corpo, cui i filosofi hanno generalmente riservato scarsa considerazione speculativa. Invece il corpo è il formidabile dispositivo di riconoscimento che si serve primariamente del tatto per entrare in relazione con il mondo e a partire dal quale tutto il conoscere, e quindi il vivere, ha inizio. Così imparare a toccare significa imparare a stare al mondo. Articolato in cinque parti (come le cinque dita) e un rintocco finale (un’autorecensione, un ritoccarsi), questo libro affronta la questione del toccare in vari modi: una collocazione del senso del tatto nella storia della filosofia con un’indagine di natura estetica; una fenomenologia del tatto a partire dai suoi mezzi principali (la pelle, tatto passivo; la mano, tatto attivo; il gesto, tatto visivo); osservazioni sul contatto socio-tecnologico; una antropologia del toccare; infine una metafisica del tocco come manifestazione dell’essere in movimento che ha inevitabili risvolti etici.
Una riflessione del tutto inedita sull’entità e la qualità della consapevolezza musicale degli italiani lungo tutto il Novecento, che va oltre le limitazioni di “genere” e abbraccia una definizione il più ampia possibile di “cultura”: si prende in considerazione infatti non solo il “sapere” musicale strettamente inteso, dunque, ma - allargandosi su una declinazione di campo culturale più aggiornata dal punto di vista teoretico e storiografico – ogni tipo di esperienza che può configurarsi come pratica culturale. Le grandi direttrici di ricerca individuate sono tre: 1) la formazione musicale all’interno dei percorsi educativi istituzionali e i percorsi formativi non ist...
Società e scienze sociali - saggio (962 pagine) - Più che di utopie prometeiche onlife, foriere di potenziali distopie future, abbiamo bisogno di utopie epimeteiche offlife Mentre il Metaverso digitale si espande, i pluriversi e il Nostroverso umani languono. Il primo cresce e si espande, anche attraverso narrazioni pervasive e conformiste, finalizzate a celebrarne le “future sorti e progressive”, in contesti dominati da oggetti tecnologici, algoritmi, Big Data, intelligenze artificiali e ChatGPT. Il Nostroverso, ricco di virtualità (realtà in potenza) e di futuri, fisico, incarnato, fatto di gesti, di sguardi e di volti, si sente a disagio e in ritardo, è sulla difensiva. Per quest...
Un biografo – piuttosto improvvisato e sprovveduto – e ossessionato, per un quarto di secolo, dal proposito e dai ripetuti tentativi di raccontare la vita di Nick La Rocca, il leader della leggendaria Original Dixieland Jazz Band di New Orleans che, per prima al mondo, nel febbraio del 1917 incise un disco di musica jazz. Il biografo di Nick La Rocca è il racconto di due vite incrociate e delle peripezie per far nascere un libro a cui il suo autore, qui indicato col nome Harry Brass, dedicò la vita intera, ricavandone infine una valanga di dissensi, insulti e irrisione. A cominciare da quelli del suo stesso ≪idolo≫, l’italo-americano La Rocca (1889-1961), figlio di un ciabattino ...
Wahrscheinlich würden Sie auch wissen wollen, was in der großen Kiste ist, die Ihr italienischer Onkel Ihnen auf den alten Fiat Cinquecento schnallt. Und warum Luigi jetzt sofort mit Ihnen, dem Cinquecento und der Kiste nach Sizilien muss. Zur Beerdigung von Großonkel Francesco, der einen «kleinen Unfall» hatte. Roberto, Halbitaliener aus Isny, lässt das Geheimnis der Kiste einfach keine Ruhe. Das bedeutet: drei Tage wilde Fahrt, eingepfercht im Mini-Fiat mit Onkel Luigi, einer gefräßigen Kreuzung zwischen Pavarotti und Berlusconi. Alle zwei Stunden Boxenstopp an der Raststätte zur Nahrungsaufnahme. Zwielichtige Unterkünfte mit Aussicht auf die Müllhalde. Und die Nächte können lang sein, wenn man sie vor lauter Angst in der Hotelbadewanne oder auf dem Asphalt vor dem Auto verbringt ...