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È possibile assegnare alla distopia femminista uno spazio autonomo a livello teorico, che ne consenta un’analisi specifica? Il lavoro di Martina Marras parte da questa domanda, nel tentativo di mettere ordine rispetto al proliferare di narrazioni distopiche accomunabili per tematiche ed elementi ricorrenti. La risposta, positiva, che viene proposta per il quesito-guida si struttura attraverso una prima definizione del canone distopico femminista, seguita da una disamina delle caratteristiche peculiari rintracciabili nei romanzi che possono essere ricompresi sotto questa etichetta. Un primo obiettivo, dunque, è quello di ricostruire gli elementi fondamentali della distopia femminista al f...
Dal classico della fantascienza di Frank Herbert del 1965 ai recenti adattamenti cinematografici di Denis Villeneuve, passando per il film mai realizzato di Alejandro Jodorowsky, la trasposizione del 1984 di David Lynch e i molti volumi che hanno arricchito la saga, Dune è un autentico mito contemporaneo che ha lasciato un segno profondo nell’immaginario collettivo. Ma qual è il vero segreto del suo successo? In questo saggio, gli autori provano a rispondere facendo luce sui tanti temi che si celano dietro la saga: i culti messianici mediorientali, l’intelligenza artificiale, l’esplorazione dello spazio, le dinamiche della società feudale, la mistica medievale sufi dei Fremen, la droga sacra e le suggestive ipotesi tecnologiche dell’autore, tra plausibilità e fantasia.
Leggere Ziggy indaga il rapporto di Bowie con la scrittura letteraria e in particolare con la letteratura inglese, traducendo il discorso artistico bowiano in una sorta di dialogo tra dialoghi in cui musica e letteratura interrogano altri linguaggi artistici, quali cinema e fotografia, e in cui immagine, parola letteraria e suono (musicale) si ridefiniscono a vicenda. Le canzoni di Bowie si caratterizzano per una dimensione fortemente teatrale, non solo per la capacità dell’artista di creare personaggi e maschere diverse all’interno di una stessa canzone o album, ma anche grazie alla loro capacità di “risuonare”, come avrebbe detto Michail Bachtin, della parola altrui. Molti dei su...
Una delle domande che ci si pone più spesso in questo periodo è come sia possibile che circolino tante idee “cadute dal pero” in un’epoca in cui è così facile informarsi e aggiornarsi. Basta pensare alla teoria del terrapiattismo: nessuna base per sostenerla, migliaia di persone pronte a crederci. Per comprendere il fenomeno occorre indagarne l’origine e la diffusione. Sebbene nella maggior parte dei casi sia piuttosto complicato individuare la nascita di queste idee, è relativamente facile comprendere le modalità con cui esse si diffondono e si rafforzano. Edoardo Boncinelli e Antonello Calvaruso navigano nelle turbolente acque dell’ignoranza e del complottismo alla ricerca dei meccanismi di consolidamento e di espansione di una bufala.
I sei capitoli di questo libro vertono su temi di scottante attualità: l’identità e il pluralismo culturale; il dialogo tra differenti culture; il rapporto tra pluralismo, democrazia e verità; la religione e la ricerca di un’identità aperta, non aggressiva, ma nemmeno remissiva; il realismo e l’utopia in una società secolare e, infine, il tema della città. Il filo rosso che li tiene insieme, sullo sfondo della crisi dell’identità europea, è rappresentato da un ideale antropologico universale, che si esprime soprattutto come trascendenza e come linguaggio. La pluralità delle lingue, al pari della pluralità delle culture, questa la tesi che ricorre in tutti i capitoli del libro, rappresenta una grande opportunità per arricchirsi reciprocamente, non un limite o la conseguenza di un peccato. È perché gli abitanti di Babele hanno deciso di sacralizzare la loro lingua che Iddio li punisce, ristabilendo l’antico ordine, ossia la pluralità. È questo L’ordine di Babele.
Il tema del vero e del falso appare di particolare attualità in un’epoca, la nostra, denominata ambiguamente “della post-verità”, in cui le false notizie non sono più confinate in controversie circoscritte, ma caratterizzano veri e propri scontri di civiltà e condizionano profondamente le nostre scelte e i nostri comportamenti. Altro aspetto rilevante riguarda il profondo impatto che stanno avendo le nuove tecnologie digitali che, se da una parte ampliano le possibilità di interazione, dall’altra pongono problemi etici rilevanti per le possibilità, sempre più sofisticate, di falsificare dati e immagini nel mondo virtuale, che domina ormai le nostre vite. D’altronde, le interpretazioni dei meccanismi dell’inganno e dell’auto-inganno stanno ricevendo negli ultimi anni interessanti chiavi di lettura da parte delle neuroscienze, aprendo inedite prospettive in campo neuroetico. Il libro cerca, raccogliendo i contributi di studiosi operanti in diverse aree e discipline, di discutere criticamente di queste problematiche, partendo dalle loro radici storiche.
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