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Dante’s Visions: Crossing Sights on Natural Philosophy, Theory of Vision, and Medicine in the Divine Comedy and Beyond offers a fascinating insight into Dante’s engagement with the science of his time, particularly with visual perception and neurological disorders. The relationship between the soul and the body and the bond between human beings and their natural environment were significant areas of interest in the medieval world. In Dante’s Divine Comedy, as well as in his Vita Nuova and Convivio, these connections are enhanced to the fullest, expressing feelings and sensations, pain and ecstasy, and physical and spiritual passions under exceptional psychological and environmental sti...
Quante volte gli spettatori di oggi hanno sentito parlare del modulo «WM», o della «zona», o del «pressing»? Parole ormai entrate nel vocabolario collettivo del calcio, ma da dove derivano, chi ha inventato quegli schemi, quei sistemi di gioco, chi li ha modificati in corso d’opera? Questa serie di racconti porta sul palcoscenico gli uomini che hanno avuto la grande trovata che è poi diventata consuetudine: da qui il titolo «Eureka Football Club». Basti pensare al «doppio passo»: oggi tutti (o quasi) lo fanno, ma forse non sanno che il padre di quel colpo da funambolo è un italiano: Amedeo Biavati. Giocava nel Bologna e nella Nazionale, e il suo stile ha influenzato persino Pas...
“La crescita è un atto voluto, altrettanto approntare una via di fuga”. Comincia da qui il nuovo libro di Maurizio Lamorgese, marinaio di grande esperienza sia sulle rotte mediterranee, sia su quelle oceaniche. Uno che va per mare non prima di aver affrontato una disamina completa dei motivi personali o più genuinamente psicologici che lo spingono a tentare una nuova impresa, o a vivere da solo – a tu per tu con la barca e con se stesso – per lunghi mesi. E l’idea della fuga è uno dei motivi più ricorrenti. “Una buona fuga”, scrive Lamorgese, “è un atto di profonda coscienza”. La vita intera è costruita sulle scelte alcune apparentemente casuali, altre superficiali ma anch’esse non senza importanza, mentre altre ancora – e sono poche – vi porteranno molto lontano. Quello sarà un tempo tutto nuovo, unico, personalissimo, perché troverete ciò che di voi ancora non avete conosciuto. Fuggire per conoscersi. È dunque questo il segreto di ogni marinaio professionista?
Le sfide dall’esito scontato tolgono entusiasmo. Questo libro racconta le notti di idoli sconfitti, di comprimari trasformati in campioni. Storie di pugili consapevoli del loro destino, comunque pronti ad approfittare di qualsiasi distrazione o rilassamento del campione di turno, per cercare di batterlo senza alcuna remora. Tra le corde del ring si colgono metafore della vita, in fondo le vicende che riguardano le battaglie combattute con i guantoni sono simili a quelle che incrociamo ogni giorno sul nostro cammino. Un libro per ricordare gli incontri che hanno sorpreso tutti, match di cui sono stati protagonisti pugili italiani. Testimoni di qualcosa che ha sconvolto le previsioni. Nel bene e nel male. Nomi meno noti e personaggi conosciuti, tra questi solo Angelo Jacopucci e Giovanni Parisi, purtroppo, non sono più tra noi. Il tempo del racconto non è poi così lontano. La scelta non è casuale, serve per dimostrare che quando non sapevamo “come sarebbe andata a finire”, crisi o non crisi, il pugilato aveva ancora intatto il suo fascino di “sport-non solo sport”, di disciplina dove tutto sarebbe potuto accadere.
A meno di un anno dai Giochi di Parigi 2024, la maratona resta più che mai al centro del programma a cinque cerchi, una “presenza” ravvivata dalla sfida tra i grandi atleti moderni per abbattere il muro delle due ore, sfiorato dal recente primato del mondo del keniota Kiptum che ha fermato i cronometri sulle 2 ore e 35 secondi. Ma sono ancora due i nomi che fanno della corsa lunga la gara “più olimpica” che vi sia. Due eroi, uno legato agli anni in cui i Giochi Olimpici presero forma, nell’antica Grecia, uno proveniente invece dai tempi moderni, seppure appartenenti agli inizi del secolo scorso. Fidippide e Dorando Pietri. L’oplita Fidippide è il milite addestrato per essere u...
“Non ho memoria, almeno ne ho sempre avuta poca. E questo è un problema, perché ricordare aiuta sempre nella vita, specie se vuoi raccontare. Così mi arrampico sulle parole, battute su una tastiera però, che per me è più facile”. Parte da qui, da questa confessione – strana per un giornalista con 40 anni di servizio, e di servizi, sulle spalle – il nuovo libro di Alberto Caprotti, inviato di Avvenire sui fatti dello sport e della vita. C’è la voglia di mettere il punto su una carriera composta da mille cose fatte, fortunata nella misura in cui non è dato ai giornalisti di oggi, di sognarne di simili. Un certo giornalismo – si dice – ormai è morto, gli editori non lo co...
Nel pugilato c’è una categoria di peso che raccoglie il meglio che questo sport sia in grado di offrire. Un palcoscenico in cui recitano campioni e grandi personaggi. I pesi welter rappresentano la boxe dei migliori. Gli autori ci guidano nella dimensione più intima dei protagonisti. Non solo montanti, ganci e schivate, ma anche personalità complesse, luoghi oscuri dell’anima, sensazionali risorse interiori, tragedie e riscatti imperiosi. Floyd Mayweather, Manny Pacquiao, Ray Leonard, Felix Trinidad, Henry Armstrong, Oscar De La Hoya, Emile Griffith, Barney Ross, Josè Napoles e Jimmy McLarnin sono stati uomini capaci di unire carisma e bravura. È il racconto dei trionfi e delle cadute di chi ha scelto uno sport che scruta l’anima nel suo profondo. I ritratti sono sorprendenti, in grado di appassionare chi la boxa e la ama, ma anche chi la conosce appena. Sul ring non si mente, nella vita molti di questi eroi lo hanno fatto. Al suono del primo gong però erano pronti a mettere in gioco tutto, pur di scendere dal ring con la cintura del vincitore. Questa è la storia di dieci fenomeni. Pesi welter, ovviamente.
Elena Pantaleo è una donna eclettica, curiosa e anche ambiziosa. Elena – avvocato cassazionista, consigliera del Coni, membro del dipartimento sport del Partito Democratico ed esperta di geopolitica – ci prende per mano e ci porta dentro una vita (la sua) vissuta a cento all’ora e corsa su più binari contemporaneamente. Il libro alterna i momenti più importanti della sua vita da atleta. Dall’amore per lo sport alla scoperta di una disciplina in cui sa eccellere (quella kickboxing che la porta sul tetto del mondo in più di un’occasione) passando per la politica sportiva grazie alla quale capisce che può realmente cambiare qualcosa fino ad arrivare al racconto recente – sotto forma di diario – del suo avvicinamento ai World Combat Games di Riad. Un libro che parla di agonismo senza retorica e che accende una luce vivida sul valore comunitario e sociale dello sport.
Un tempo bello è un libro di interviste e di ricordi sul Napoli basket negli anni Ottanta. Nel 1978 l’ingegnere Nicola De Piano rileva il titolo sportivo dalla vecchia società cestistica napoletana, la Partenope, e fonda il Napoli basket di cui manterrà la proprietà fino al 1994. Sono anni indimenticabili per il basket napoletano: all’ombra del Vesuvio sbarcano campioni NBA come Walter Berry e Alex English, giocatori italiani nel giro della Nazionale come Marco Bonamico e Stefano Sbarra, allenatori come Arnaldo Taurisano e Mirko Novosel (inserito nel 2010 nella Hall of Fame della Fiba) e ancora il giocatore più alto della serie A, Tonino Fuss, con i suoi due metri e venti. In quegli anni alla domenica si andava al glorioso palasport Mario Argento, di cui oggi restano solo le macerie, con molti tifosi che, dopo aver visto giocare il Napoli allo Stadio San Paolo, si spostavano a piedi al Mario Argento per seguire i campioni del basket. Alle volte erano gli stessi giocatori del Calcio Napoli a incitare i colleghi del basket: e di tanto in tanto faceva capolino Diego Armando Maradona...
Gregari in bicicletta. Ciclisti e campioni di professionalità, fuoriclasse della dedizione, fenomeni di fedeltà. Non solo portaborracce ma consiglieri preziosi, aiutanti strateghi, sottili psicologi nella riconosciuta e riconoscibile smisurata loro semplicità. Autentici protagonisti e meravigliosi provocatori di un punto di domanda: perché lo fanno? Sulle vittorie dei primattori è spesso reperibile la griffe del gregario, mai esibita o reclamizzata. Parole e opere, gesti entrati con dolce prepotenza nella storia del ciclismo. Figure qua e là mitiche i gregari, autentiche icone: Andrea Carrera, Giovannino Corrieri, Ettore Milano, Van den Bossche, e molti altri. La cronaca ne è piena. Q...