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In The Weight of the Printed Word, Steve Wright explores the creation and use of documents as a key dimension in the activities of the Italian workerists during the 1960s and 1970s, as they sought to organise amongst new subjectivities of mass rebellion.
In this elegant book Richard Bosworth explores Venice—not the glorious Venice of the Venetian Republic, but from the fall of the Republic in 1797 and the Risorgimento up through the present day. Bosworth looks at the glamour and squalor of the belle époque and the dark underbelly of modernization, the two world wars, and the far-reaching oppressions of the fascist regime, through to the “Disneylandification” of Venice and the tourist boom, the worldwide attention of the biennale and film festival, and current threats of subsidence and flooding posed by global warming. He draws out major themes—the increasingly anachronistic but deeply embedded Catholic Church, the two faces of modernization, consumerism versus culture. Bosworth interrogates not just Venice’s history but its meanings, and how the city’s past has been co-opted to suit present and sometimes ulterior aims. Venice, he shows, is a city where its histories as well as its waters ripple on the surface.
Venice and its environment are perceived to be in peril due to rising sea levels, tourism, and modern development. Are these threats myths or reality? This book explores Venice's environmental risks based on interviews with Venetian environmental campaigners and draws on the mythology of the Venetian Republic. Campaigners' opinions about the mobile dams nearing completion to protect the city reveal that Venice now represents an environmentally-threatened retreat from modernity. This reputation has been established as sustainable development and climate change policies have risen to the top of political agendas in many cities and countries. The book investigates how environmentalism has been transformed from a theory underpinning counter-cultural movements to part of a dominant holistic culture in Western societies. Rather than constraining Venice in search of a mythical harmony with nature, this book offers a ten-point proposal to modernize the city while preserving its ancient heritage.
Alla fine dell’Ottocento milioni di italiani delle regioni settentrionali oppressi da miseria, ignoranza e malattie hanno abbandonato l’Italia appena riunificata da Garibaldi per raggiungere le Americhe. Un’emigrazione organizzata di massa, dimenticata dai libri e dalla cinematografia, concentrate piuttosto su quel che accade dopo l’arrivo nelle Americhe delle ondate di emigranti italiani successive alla Prima e Seconda Guerra, tralasciando così di raccontare come maturò in loro l’idea di andarsene “al di là del mare” e quanto dovettero lottare per poter espatriare. Il romanzo è ambientato nel 1889, in un piccolo municipio della profonda campagna veneta. Racconta una storia...
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Questa è la storia di un uomo libero e combattente. Un uomo semplice che proviene da una famiglia di lavoratori e che nella sua vita ha sempre cercato il miglioramento collettivo attraverso il suo impegno personale. Dalla provincia veneta al resto del mondo, non ha mai mancato di osservare e di agire in nome di un ben preciso mutamento sociale. Convinto che una società di uguali, giusti e liberi non sia qualcosa di irrealizzabile ma che, anzi, l’unica utopia sia l’intentato. Dalle lotte operaie di fabbrica nei duri e difficili anni Settanta, alla solidarietà internazionale con i lavoratori polacchi di Solidarnosc e del Nicaragua, dalla Palestina alle foreste del Sudamerica, non ha mai...
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Una “grandezza” della guerra dal basso: non dal punto di vista ufficiale delle imprese, ma da quello sociale degli ultimi, di coloro che tra capo e collo, nelle terre anfibie del Basso Piave, si trovarono a vivere quell’esperienza, scorticati di ogni certezza, forma e sostanza come moderno, inatteso e terribile supplizio di Marsia. Il corso d’acqua, prima sacro per la vita, lo divenne poi per la morte agli occhi dell’Italia intera, caratterizzandosi come nuovo asse che spartì innanzitutto un perimetro emotivo. Ultimi furono coloro che restarono “di qua del Piave”, in terra occupata; furono i profughi “di là del Piave”, ultimi arrivati in altre città italiane; furono gli ...