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The book takes its lead from academic Annamaria Pagliaro’s experience straddling Australia and Italy over a thirty-year period. As both former colleagues and collaborators of Pagliaro, we editors intend to open a kaleidoscope of perspectives on the international research landscape in the fields of Italian and Anglophone studies, starting from Pagliaro’s own contribution to the creation of relations between the two cultures in the period that saw her work transnationally as Director of the Monash University Prato Centre (2005-2008).
The first-ever biography of this almost forgotten eighteenth century star. How a girl from Italy became London’s “most enchanting comic actress.” Giovanna Sestini’s important contribution to opera has been revived in this carefully researched biography. This book describes her Italian and Portuguese background, while providing considerable insight into the contemporary opera scene and social history of 18th century London. In her private family life she was Joanna Stocqueler, mother of eight children, while as Giovanna Sestini she was a renowned and attractive opera singer. Her talents were publicised until her retirement in 1792, when both her voice and the London theatres were in d...
The “intangible power” of literature, which, in Umberto Eco’s words, “allows us to travel through a textual labyrinth (be it an entire encyclopaedia or the complete works of William Shakespeare) without necessarily ‘unravelling’ all the information it contains”, may be clearly identifiable in our contemporary age of intertextuality and, most importantly, of interdisciplinarity. It suffices to think of the countless film adaptations of Shakespeare’s works, or of the popular appeal of Dan Brown’s global bestsellers, the so-called Robert Langdon book series, which has made original (and contentious) use of literary and artistic masterpieces such as Dante’s Divine Comedy and ...
This thirteenth volume of the International Yearbook of Futurism Studies explores some of the many facets of Neo-Futurism from the second half of the twentieth century to the present day. It looks both at the revival and the continuation of Futurist aesthetics, whether in explicit or palimpsest form, in a variety of media: literature, visual art, design, music, architecture, theatre and photography. The essays delve into the broad spectrum of artistic research and offer a good dozen case studies that document, with a transnational and interdisciplinary orientation, the manifold forms of Neo-Futurism in various parts of the world. They investigate how historical Futurism's intellectual and artistic perspective was appropriated and developed further in a more or less conscious, faithful and original way, all the while confronting its progenitor's cultural, social and political misconceptions. Interdisciplinary contributions to neo-futurism as a global phenomenon
La cesura tra la prima e la seconda parte del Novecento rappresenta una frattura epocale che segna il “tramonto della modernità” e rende inattingibile la tradizione, ponendo in questione la persistenza stessa del linguaggio poetico. L’indagine proposta attraverso i contributi qui raccolti ha come argomento il segmento dell’attività ungarettiana – poetica, traduttoria e critica – che si sviluppa a seguito di tale frattura, con l’intento di misurarne le caratteristiche, la complessa ricezione e l’attualità, a contatto con la storia e in dialogo con le altre poetiche del secondo Novecento. Ne risulta un quadro sfaccettato che ambisce a tracciare un primo quanto provvisorio bilancio dell’attività dell’ultimo Ungaretti, nonché dell’eredità lasciata presso le generazioni successive.
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«Auf Wiedersehen in Florenz!» Voci di ebrei tedeschi dall’Italia presenta uno spaccato della Exilliteratur tedesca i cui protagonisti emigrarono a Firenze dopo l’avvento del nazionalsocialismo. Oltre a ricostruire il contesto della città negli anni 1933-1938, il volume esplora anche la produzione di alcuni autori e autrici dell’esilio, protagonisti del fervente clima culturale che si diffuse a Firenze grazie all’intersezione tra le culture tedesca, ebraica e italiana. Tra gli esponenti di questo contesto letterario, vi è un gruppo di autori che compare nella sezione dedicata alla scrittura in esilio (Alice Berend, Rudolf Borchardt, Karl Wolfskehl e Walter Hasenclever) mentre un altro gruppo compone, invece, il nucleo del post-esilio (Max Krell, Monika Mann, Otti Binswanger-Lilienthal e Georg Strauss).
A partire dagli anni Venti del Novecento, l’Unione Sovietica diventa meta privilegiata degli scrittori italiani, viaggiatori che, per l’occasione, si fanno carico di interpretare e presentare il nuovo mondo sovietico al lettore italiano inviando articoli a giornali e riviste, la maggior parte dei quali saranno poi pubblicati come monografie. Il presente studio si propone di indagare le ragioni che spinsero tanti intellettuali a visitare la Russia e i territori sovietici dopo l’Ottobre. Attraverso i riferimenti alle ideologie storiche e politiche che possono aver influenzato le interpretazioni degli scrittori, la ricostruzione delle condizioni di viaggio e gli approcci individuali alla vita sovietica, lo studio mette a fuoco il punto di vista degli intellettuali italiani sull’URSS e il particolare valore che i reportage ebbero nella costruzione dell’immagine del mondo sovietico nella realtà italiana.