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This book brings together dance and visual arts scholars to investigate the key methodological and theoretical issues concerning reenactment. Along with becoming an effective and widespread contemporary artistic strategy, reenactment is taking shape as a new anti-positivist approach to the history of dance and art, undermining the notion of linear time and suggesting new temporal encounters between past, present, and future. As such, reenactment has contributed to a move towards different forms of historical thinking and understanding that embrace cultural studies – especially intertwining gender, postcolonial, and environmental issues – in the redefinition of knowledge, historical disco...
The Routledge Companion to Women and Musical Leadership: The Nineteenth Century and Beyond provides a comprehensive exploration of women’s participation in musical leadership from the nineteenth century to the present. Global in scope, with contributors from over thirty countries, this book reveals the wide range of ways in which women have taken leadership roles across musical genres and contexts, uncovers new histories, and considers the challenges that women continue to face. The volume addresses timely issues in the era of movements such as #MeToo, digital feminisms, and the resurgent global feminist movements. Its multidisciplinary chapters represent a wide range of methodologies, wit...
In Writing for Justice, Elna Mortara presents a richly layered study of the cultural and intellectual atmosphere of mid-nineteenth-century Europe and the United States, through close readings of the life and work of Victor Sjour, an expat American Creole from New Orleans living in Paris. In addition to writing The Mulatto, an early story on slavery in Saint-Domingue, Sjour penned La Tireuse de cartes (The Fortune-Teller, 1859), a popular play based on the famed Mortara case. In this historical incident, Pope Pius IX kidnapped Edgardo Mortara, the child of a Jewish family living in the Papal States. The details of the play's production - and its reception on both sides of the Atlantic -...
Performing Memory Through Dance. Anthropological Perspectives Dossier edited by Susanne Franco and Franca Tamisari Introduction Susanne Franco, Franca Tamisari An autoethnographic spiral: dancing "showerhead" Elizabeth Waterhouse Dancing with and for others in the field and postcolonial encounter Franca Tamisari Performing Salome in the Pacific. Three works by Yuki Kihara Susanne Franco Afterword Ann R. David Saggi "Voi non mi conoscete, ci scommetto!" Giro a vuoto (1960) di Laura Betti, tra cabaret letterario e riforma della canzone Benedetta Zucconi Artisanal inventiveness. The dynamics of rewriting in the plays of northern Italian puppeteers (19th-20th century) Francesca Di Fazio The sound and visual dramaturgy of Romeo Castellucci Carlo Fanelli The City as a Score: Dialoguing with the Ex-Ghetto Ebraico of Bologna through Museum Research and Choreographic Practice Silvia Garzarella, Sarah Minisohn L' Orfeo di Trisha Brown: il mito tra danza pura ed eloquenza mimica Aline Nari Re-enactment e Bildung: il caso etico de La reprise di Milo Rau Andrea Vecchia
This book offers an innovative approach to understanding operetta, drawing attention to its malleability and resistance to boundaries. These shows have traversed (and continue to traverse) with ease the national borders which might superficially define them, or draw on features from many other genres without fundamentally changing in tone or approach. The chapters move from nineteenth-century London and Paris to twentieth-century North America, South America and Europe to present-day Australia. Some offer fresh understandings of familiar composers, such as Johann Strauss or Gilbert and Sullivan, while others examine works or composers that are less well-known. The chapter on Socialist operetta in Czechoslovakia in particular will almost certainly be a revelation to anyone from Western Europe or the US, where operetta is often understood to be a bourgeois phenomenon. As a summary of the current state of the field, this collection showcases the many possible pathways for future scholars who wish to explore it.
Theatre Institutions in Crisis examines how theatre in Europe is beset by a crisis on an institutional level and the pressing need for robust research into the complex configuration of factors at work that are leading to significant shifts in the way theatre is understood, organised, delivered, and received. Balme and Fisher bring together scholars from different disciplines and countries across Europe to examine what factors can be said to be most common to the institutional crisis of European theatre today. The methods employed are drawn from systems theory, social-scientific approaches, economics and statistics, theatre and performance, and other interpretative approaches (hermeneutics), and labour studies. This book will be of great interest to researchers, students, and practitioners working in the fields of performance and theatre studies. It will be particularly relevant to researchers with a particular interest in European theatre and its networks. Chapter 9 of this book is freely available as a downloadable Open Access PDF at http://www.taylorfrancis.com under a Creative Commons Attribution-Non Commercial-No Derivatives (CC-BY-NC-ND) 4.0 license.
Il primo volume della collana "Il teatro della memoria" è dedicato a due esperienze preziose per la memoria del teatro di ricerca italiano: la Borsa di Arlecchino di Genova e il Beat 72 di Roma, teatri sotterranei nel senso reale dell'aggettivo e luoghi di una memoria del sotterraneo per indicare, in un senso metaforico, pratiche artistiche lontane dai percorsi più consueti e ufficiali. Nel volume storia e memoria partecipano a un comune racconto, in cui la stratificazione dei vissuti e la polifonia delle voci si intrecciano con la molteplicità dei dati e danno conto della complessità del processo con cui la narrazione storica è elaborata: alla narrazione cronologica e dettagliata della...
Bollato spesso dalla nuova critica teatrale come passatista e nostalgico, «Il Dramma» (periodico fondato nel 1925 da Pitigrilli insieme a Lucio Ridenti, che ne fu il vero animatore e il direttore fino al 1973) e il suo archivio, prodotto in decenni di lavoro redazionale "sul campo", costituiscono oggi una vera e propria riscoperta storica, offrendosi come uno strumento imprescindibile per chiunque voglia penetrare la cultura teatrale del nostro Paese. Esso risente fortemente della poliedrica personalità di Ridenti, già attore, fotografo, consigliere d'eleganza (e dandy egli stesso), giornalista, editorialista, intenditore d'arte. Il convegno di studi "Il laboratorio di Lucio Ridenti. Cultura teatrale e mondo dell'arte in Italia attraverso «Il Dramma» (1925-1973)", di cui vengono pubblicati in questo volume gli Atti, rappresenta la prima iniziativa di esplorazione sistematica e organica del Fondo Lucio Ridenti, avvalendosi di competenze e sguardi incrociati, nel solco di quel laboratorio di sapere, mestiere e passione che è stato appunto «Il Dramma».
Il convegno La grande trasformazione. Il teatro italiano fra il 1914 e il 1924, di cui qui pubblichiamo gli atti, ha inteso indagare l'evoluzione della scena italiana durante gli anni del primo conflitto mondiale a cento anni dalla sua conclusione. L'attenzione si è concentrata non solo sul periodo che ha preceduto l'avvio delle ostilità, ma anche, e per certi versi soprattutto, sulle eredità degli anni successivi. Di qui la periodizzazione indicata nel titolo, che può forse apparire sorprendente a un primo sguardo. Eppure è in questo decennio, segnato fra l'altro da violente e profonde trasformazioni politico sociali – dalla Grande Guerra appunto, agli echi della Rivoluzione d'Ottobre, all'avvento del Fascismo – che il teatro comincia, da un lato, a mostrare le crepe che si stanno aprendo dal punto di vista della sua eredità ottocentesca e dall'altro lato a evidenziare alcuni primi elementi di discontinuità. Il convegno ha approfondito questi temi sia osservandoli analiticamente sia intrecciandoli fra loro, entrando nel vivo di un tempo teatrale di estremo interesse, di cui non erano stati forse ancora esplorati a fondo i gangli principali.
Il volume offre la prima edizione commentata dell’epistolario di Diodata Saluzzo, in cui convergono tanto le lettere già edite altrove quanto quelle inedite, conservate in vari archivi italiani e francesi. Tra Sette e Ottocento Diodata Saluzzo ottenne uno straordinario successo in virtù del quale assunse un ruolo di primo piano nella cultura letteraria del Piemonte sabaudo. In conseguenza di ciò dal suo epistolario si ricava un’inedita prospettiva su una molteplicità di aspetti connessi alla sua figura: i rapporti con gli intellettuali del tempo, il coinvolgimento nel dibattito romantico in cui maturò una sua posizione assolutamente originale e, soprattutto, la costruzione di una piccola rete di rapporti epistolari con altre letterate (rilevante fenomeno anticipatorio rispetto alle grandi reti del tardo Ottocento). Proprio per dare il giusto risalto a questo aspetto, il volume si completa con un’appendice in cui si offre la pubblicazione dei principali carteggi femminili della poetessa.