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Qual è il valore del corpo nella dimensione della ricerca? Quale ruolo può avere in ciascuna delle fasi in cui si struttura una ricerca qualitativa? Lo studio sviluppato nel presente volume cerca di rispondere a queste domande immergendosi in un’indagine il cui stesso oggetto ha una caratterizzazione fortemente corporea: l’embodied teaching, ovvero la dimensione incarnata dei processi di insegnamento e apprendimento in contesto scolastico. Collocandosi nel macro-paradigma dell’embodiment e nel campo di studio della Pedagogia del corpo, il testo è il racconto scientifico di un’esperienza di ricerca tesa a dare valore alla dimensione incarnata della conoscenza. Partendo come ricerca cooperativa a matrice corporeo- narrativa, lo studio si sviluppa attraverso una svolta performativa che ne trasforma la natura e che ne rappresenta il tratto più peculiare: un’analisi e poi una restituzione performativa dei dati che consente di osservare il tema dell’embodied teaching da una prospettiva specifica e coerente con i suoi assunti di fondo.
Con l’imprevedibile, recentemente rappresentato dall’emergenza pandemica, è emersa la necessità di condividere l’incondivisibile, ovvero l’esperienza del dolore, della paura, della morte. Abbiamo allora provato a immaginare una nuova stagione di riscoperta del sé e dei significati della cura, a partire dall’interpretazione delle diverse forme di sperimentazione personale, di auto-narrazione, ma anche delle nuove dimensioni del disagio, che la società si è trovata ad affrontare, tra emozioni negate ed emozioni vissute e condivise (sempre più frequentemente) nel digitale. A partire da queste osservazioni, nasce l’invito al dialogo di studiosi dei processi educativi e formativ...
Afrodite, Alcmena, Io, ritornano a danzare sul palcoscenico della poesia, recando una nube di profumata freschezza, in un mondo che, avvilito dalla cotardia di certe istituzioni, ha perso il senso della vita e l’amore per l’arte.
A che cosa serve la filosofia? Qual è il legame che il mondo delle idee intrattiene con il mondo della vita? E come si impara a filosofare? Poco più che trentenne, all’inizio del suo insegnamento a Jena, Hegel riflette sull’origine e sulla funzione dell’attività filosofica, in attesa di portare a termine la sua prima grande fatica intellettuale, la Fenomenologia dello spirito (1807). Questo volume raccoglie alcuni scritti del giovane Hegel, per lo più inediti in italiano, che risalgono agli anni 1801- 1804. Si tratta di brevi saggi e frammenti che indagano il rapporto tra critica e sistema, la relazione tra pensiero filosofico e senso comune e i risvolti pratici della teoria. Sono questi i temi che il giovane Hegel approfondisce per far fronte a quel «bisogno di filosofia», istanza fondamentale della vita degli uomini, da cui ogni autentica conoscenza dovrebbe prendere le mosse.
I contributi raccolti in questo volume indagano, da differenti prospettive di ricerca, le trasformazioni dello scenario politico-giuridico globale, con l’intento comune di mettere alla prova la persistenza delle istituzioni e dei poteri sedimentati nella tradizione moderna. Negli attuali processi di governance, le categorie e i concetti centrali in quella tradizione, se reggono sul piano dell’enunciazione e della citazione, vengono però ripensati e rielaborati dentro nuove logiche che ne rifiutano l’originario carattere unitario, ricompositivo e universalistico. Sfuma il nucleo normativo e ordinamentale entro il quale sovranità, cittadinanza, diritti e soggetti venivano pensati come ...
Quale posto la nostra società riserva ai giovani, alla scuola, alla famiglia? Come superare la paura della disoccupazione, l’angoscia dell’esclusione e quella della perdita di identità? Come diffondere nell’umanità le idee di pace, libertà e giustizia sociale? Questi i temi trattati nel saggio che ad oltre 20 anni dalla sua prima edizione è più che mai di stringente attualità.
Il mondo è cambiato. Questa mutazione radicale ha prodotto fenomeni macroscopici come la separazione del godimento sessuale dalla procreazione. A un mondo fondato sulla verticalità si è sostituito un mondo dell’orizzontalità, all’economia del desiderio si è sostituita un’economia del godimento, in accordo con un neoliberismo che necessita di consumatori e non di soggetti. Il vivere insieme familiare e sociale e la singolarità di ciascuno ne risultano dipendenti e deformati. Freud e Lacan ci forniscono gli strumenti necessari per leggere quest’emergenza epocale e assolvere così il nostro compito di “esseri parlanti”: trasmettere l’humus in cui affondano le radici dell’umano.