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This thirteenth volume of the International Yearbook of Futurism Studies explores some of the many facets of Neo-Futurism from the second half of the twentieth century to the present day. It looks both at the revival and the continuation of Futurist aesthetics, whether in explicit or palimpsest form, in a variety of media: literature, visual art, design, music, architecture, theatre and photography. The essays delve into the broad spectrum of artistic research and offer a good dozen case studies that document, with a transnational and interdisciplinary orientation, the manifold forms of Neo-Futurism in various parts of the world. They investigate how historical Futurism's intellectual and artistic perspective was appropriated and developed further in a more or less conscious, faithful and original way, all the while confronting its progenitor's cultural, social and political misconceptions. Interdisciplinary contributions to neo-futurism as a global phenomenon
Un viaggio nella storia e nei testi a cavallo tra il 19° e il 20° secolo in cui scopriamo la terra natia di G. Ungaretti e F. T. Marinetti, due tra gli esponenti di spicco di questa importante comunità di italiani d'Egitto. Scopriamo che il primo libro stampato in Egitto in epoca moderna è stato Il Principe di Machiavelli, su ordine diretto di Muhammad 'Alì, il governatore d'Egitto (1805-1848). Un viaggio che segue le tappe della diffusione della lingua di Dante nella valle del Nilo, il ruolo di arabisti ed islamisti italiani nella fondazione della prima università egiziana, il ruolo degli italianisti egiziani a tradurre solennemente tutta la Divina Commedia e altre opere letterarie italiane non solo in Egitto ma in tutto il mondo arabo. Un omaggio alla lunga storia di amicizia tra l'Italia e l'Egitto.
Il testo si propone di trattare l'evolversi del genere autobiografico nella letteratura araba moderna, concentrandosi sulla peculiarità del caso egiziano, il paese dell'opera autobiografica canone per eccellenza, al-Ayyām di Ṭāhā Ḥusayn, dove con l'arrivo della spedizione francese di Napoleone Bonaparte nel 1798 gli egiziani e con loro tutto il mondo arabo vissero un nuovo scontro/incontro cruciale con l'Occidente, l'Altro per antonomasia. A partire da quella data, vari intellettuali egiziani, anche nei loro testi auto-biografici avviarono un lungo percorso di riscoperta del sé nello specchio e in luce della scoperta dell'altro, prima in Egitto come nel caso di ʿAbd al-Raḥmān al...
Riflettere sulla "funzione Joyce" nel romanzo occidentale significa riflettere sul romanzo tout court. Joyce è al contempo un punto di arrivo e di partenza, uno snodo imprescindibile con cui è necessario fare i conti che lo si voglia o meno. Con Joyce, cioè, non cambia irreversibilmente solo il romanzo, ma anche il modo in cui l'esperienza umana può essere rappresentata e quindi narrata. Nell'osservare il fenomeno attraverso alcune letterature nazionali (francese, spagnola, irlandese e americana) e nel tentare di isolare l'intorno teorico-formale di questa "funzione", i saggi qui raccolti rendono testimonianza di come gli scrittori "post-Joyce" si siano misurati con questa eredità talvolta percepita come impossibile, altre volte come stimolante, spesso come castrante, ma anche, sorprendentemente, come liberatoria. Questa molteplicità di prospettive, che non ambisce certo a "risolvere" la funzione, invita a riflettere sulla portata epocale della trasformazione/ rigenerazione operata da Joyce nella narrativa occidentale.
Simulazione, embodiment, frame, script, blending: negli ultimi anni la teoria letteraria, a cominciare dalla narratologia, si è arricchita di una molteplicità di categorie provenienti dalle scienze neuro-cognitive e si è orientata, a partire dal mondo anglosassone, verso la cognitive poetics. Questo libro raccoglie contributi innovativi di autori che in modo diverso, e con orizzonti letterari che spaziano dal romanzo del Novecento alla letteratura per l'infanzia, attingono al repertorio teorico e analitico della cognitive poetics per proporre una visione nuova della letteratura e dell'esperienza che ne facciamo.
Filippo Tommaso Marinetti, born in Alexandria in the Khedivate of Egypt in 1876 to an Italian couple, came of age during the turn of the 20th Century. He witnessed the rapid advancement of industrial society, observed the struggles of Europe's Great Powers as a war reporter, and saw firsthand the cataclysmic events of the Great War while a soldier in the Italian army. Marinetti founded the Italian "Futurist" movement, which emphasized dynamism, speed, technology, youth, and violence, finding inspiration in the automobile, the airplane, and the industrial city, and aimed to liberate Italy from the weight of its past. Futurism's key figures were Marinetti himself, Umberto Boccioni, Carlo Carr...
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Building Performance Evaluation (BPE) informs and enhances the usability and sustainability of building designs with lessons learned from evaluation of building performance throughout the building life cycle, from initial planning through occupancy to adaptive re-use. A key feature of BPE is that it examines design and technical performance of buildings alongside human performance criteria. That is, it seeks to examine facilities in order to determine whether they will work for the people that will use and occupy them. Rigorous BPE helps to improve design practice by providing feedback on the effectiveness of the choices made about the building to ensure that its design is optimised for stak...
The present volume brings together the author's most recent thinking on the tasks and methods of linguistic historiography and his critical assessment of the legacy of a number of major 20th-century scholars. Some of the chapters are revisions of previously published articles, which together with new materials have been welded into a coherent volume.