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Il presente lavoro raccoglie alcuni contributi legati al progetto Interpretazione. Reti di relazioni generate da un’opera d’arte. Tale progetto, nato dalla collaborazione tra il Conservatorio di Trento e il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, invita studiosi di discipline diverse a confrontarsi sul tema dell’interpretazione. La riflessione su questo tema ha attraversato specifiche aree filosofiche novecentesche, ma tale progetto mira ad ampliare lo spettro del suo campo d’indagine: la musica gioca qui un ruolo fondamentale, con tutte le determinazioni specifiche che il concetto di interpretazione assume nella creazione, nell’analisi e nella pratica mus...
This issue of Labyrinth 2022 is the second part of the commemoration publication on the occasion of the 20th anniversary of the death of Hans-Georg Gadamer. It explores the actuality of Gadamer's philosophical hermeneutics and its possible applications in practice. In this context are debated some contemporary attempts to naturalize hermeneutics as well as the relevance of hermeneutics for social and political philosophy, feminist criticism and value research.
Giulio Goria, Un luogo è una metafora. Diversità e incompatibilità a partire dalla dimensione estensionale della metafora; Michele Capasso, Lo spirito della lettera. Peter Szondi tra ermeneutica e filologia; Ernesto Forcellino, Dire due volte la stessa cosa. Fenomenologia e tautologia; Filippo Silva, Esegesi dell’invisibile. Agostino e il problema dei signa translata; Angela Arsena, Per un’ermeneutica del mito: Hermes ed Hestia, metafore dell’epifania della parola; Guido Bianchini, Il libro e il suo al di là. Interrogazioni “altre” di una metafora fondamentale; Silvia Dadà, Dio metafora delle metafore. L’idea di Dio in Levinas dalla metafora alla traccia; Maurizio Maria Malimpensa, Alcune note sull’Immaginazione produttiva nella Grundlage der gesamten Wissenschaftslehre; Giuseppe Mascia, Esserci e differenza. Figure della ritrazione nel pensiero del Mitsein; Antonello Nasone, Il melanconico barocco e lo Stato moderno; Nazareno Pastorino, L’Io come metafora dell’altro. Note sul pensiero di Merleau-Ponty; Fabio Vander, Lex da rex. Rex da res. Metafora e fondazione nello Zibaldone; Pier Alberto Porceddu Cilione, La metaforica improprietà del linguaggio.
In questo studio, Piero Venturini analizza alcune strutture fondamentali della musica strumentale di Anton Webern. In particolare, il testo si concentra sul nesso che, nella musica di Webern (specificatamente nella sua produzione atonale e dodecafonica), inanella “funzione” e “forma”, significato strutturale del dettaglio compositivo e costituzione del complessivo piano formale del brano. È stato detto molte volte che la musica di Webern, pur nella sua brevità, costituisce un microcosmo perfettamente strutturato. Quando osserviamo con accuratezza le partiture di Webern, ci accorgiamo che esse fanno emergere un mondo sonoro di straordinaria coerenza e nitidezza. Piero Venturini, nell’analizzare quelle pagine, utilizza un ideale microscopio, per farci addentrare nella miniaturizzata sintassi weberniana. In Webern, tutto è essenziale: ogni più microscopico dettaglio costituisce il “segreto” del tutto. Il testo ci accompagna nella struttura microcristallina della materia musicale weberniana, analizzando uno dei modi più coerenti di far colligere i suoni che la storia musicali registri.
In questo volume: L. V. Arena, La strettoia dell’abitare illimitato; Davide Fantasia, Responsabilità e tragedia dell’impossibile. Pensare il politico con Patočka e Derrida; Francesco Mora, L’uomo e l’abitare. Dalla grande città al soggiorno poetico; Orietta Ombrosi, «Un pensiero della traduzione da inventare». Con Levinas, Derrida e Benjamin; Andrea Piras, Riabitare l’ethos: Hegel e la nascita dell’arte classica; Pier Alberto Porceddu Cilione, Abitare l’esistenza; Valentina Scanu, Ornamento e possibilità nel pensiero di Ernst Bloch; Valeria Secchi, Estetica e interpretazione nella filosofia dell’arte di Arthur Danto; Valentina Surace, Eden o l’archetipo dell’abitare; Chiara Boldorini, Recensione a M. Zambrano, Dire luce. Scritti sulla pittura, C. del Valle (a cura di), BUR, Milano 2017; Roberta Santucci, Recensione a La questione dell’umanismo oggi, A. Hilt, H. Zaborowski, V. Cesarone (a cura di), Quodlibet, Macerata 2017; Angelo Cicatello, La rilettura hegeliana della prova ontologica. Dall’ente allo spirito.
Il volume sintetizza un complesso percorso triennale di ricerca sviluppato dal Conservatorio di Musica F.A. Bonporti di Trento, dall’Università degli Studi di Padova e dall’Istituto Universitario Sophia a opera di studiosi interessati alle relazioni che si generano attorno a un’opera artistica e, in particolare, musicale. Ogni artista, ogni musicista è immerso in una fitta rete di incontri e rimandi con intuizioni, culture, mondi: quali caratteristiche permettono a questa rete di non disorientarlo ma di promuoverne la faticosa ricerca della bellezza? Si è tentato di comprenderlo dall’esperienza, con ricchi approfondimenti interdisciplinari, attenti alla storia e alla contemporaneità, all’uso e all’interpretazione, ma soprattutto con momenti di confronto- lettura di opere che hanno segnato la storia della musica e della cultura, per sondarne ricchezze e profondità. Questo percorso ha confermato la convinzione che vi sia uno statuto relazionale in ogni verità, in ogni bellezza, in ogni autentica opera d’arte.
Nel nostro immaginario, Beethoven incarna l’idea di genio che ingaggia una lotta con la materia sonora. La grandezza delle sue partiture ci invita a esplorare i termini ultimi di questo confronto. La sostanza musicale resiste al pensiero progettuale del compositore, perché essa vive sempre nella contingenza concreta dei suoi strumenti, dei suoi codici, dei suoi contesti. Comprendere la creatività beethoveniana significa cercare il luogo dove l’immaginazione progettuale si scontra con la fisicità del dato sonoro. Questo è ciò che ci invita a fare il libro: investigare l’effettiva formazione del pianismo beethoveniano, il processo evolutivo della sua creatività, seguirne le tracce, i tentativi, i frammenti che conducono alla compiutezza dell’opera. Il banco di prova per questa indagine è la Sonata No. 21 “Waldstein”: partitura di svolta, dove lo stile di composizione musicale del genio tedesco rivela tutte le sue compromissioni con i nuovi, pionieristici modelli di pianoforte.
Il presente lavoro raccoglie alcuni contributi legati al progetto Interpretazione. Reti di relazioni generate da un’opera d’arte. Il progetto, nato dalla collaborazione tra il Conservatorio di Trento e il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, invita studiosi di discipline diverse a confrontarsi sul tema dell’interpretazione. Tale tema ha attraversato specifiche aree filosofiche novecentesche, ma questa proposta mira ad ampliare lo spettro del suo campo d’indagine: la musica gioca qui un ruolo fondamentale. A sua volta, la questione dell’interpretazione musicale viene fatta interagire con i campi d’indagine più diversi: l’ermeneutica biblica e letter...
Questa breve, densa monografia che Alberto Fassone dedica a Wilhelm Furtwängler restituisce la figura del leggendario direttore d’orchestra e compositore tedesco sotto una luce squisitamente filosofica, speculativa. Lungi dal costituire un estrinseco intreccio di interessi, la filosofia e la musica qui convergono, nel mostrare le loro analogie strutturali nella cosa stessa. In queste pagine, possiamo analizzare la personalità di Wilhelm Furtwängler come pensatore e come musicista “pratico”, come teorico e come compositore, come finissimo analizzatore della materia musicale, e come lettore della grande letteratura e della grande filosofia. Collocata al crocevia di dibattiti filosofici essenziali, la figura di Furtwängler tratteggiata da Alberto Fassone acquista tutta la sua importanza e la sua peculiarità intellettuale, ben oltre i confini di una mera “archiviazione” storico-musicale. La figura di Furtwängler che possiamo qui apprezzare è quella di un pensatore-musicista, che maneggia e custodisce i segreti della composizione, riflettendo incessantemente sul tormentato percorso che consente di realizzarli nella vivente pratica dell’interpretazione musicale.