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Suoni in Testa vuole ri-svegliare e pro-muovere, in forme creative e ricrea-attive, la musica che vive nella nostra mente-memoria. Oltre a chiarire aspetti importanti della memoria musicale, cerca di dar vita a una pedagogia e didattica dell'ascolto svolte in forme stimolanti, piacevoli e giocose, dirette a sviluppare autocoscienza, concentrazione e attenzione nei confronti della musica e della persona. Suoni in Testa, nel suo capitolo più consistente, Giocosa Mente, propone tanti e diversificati percorsi d'ascolto mirati ad arricchire le diverse memorie musicali dei nostri allievi, dei nostri figli e di noi stessi: Ritmica Mente, Melodica Mente, Timbrica Mente, Armonica Mente.Grazie anche ...
La musica che ascoltiamo, la natura, gli uccelli, i fiumi, così come le città, le auto e le navi: tutto produce suono. Noi stessi siamo degli strumenti musicali, con il ritmo del nostro respiro, con la nostra voce e le sue inflessioni. E poi ci sono i suoni non udibili, frequenze non percepibili dall’orecchio umano, che però interagiscono con il nostro sistema nervoso, con la nostra psiche, con la nostra sfera emotiva. Eppure, nella nostra cultura dell’immagine, di questo mondo sonoro c’è molto poca consapevolezza. Chiara Luzzana ha iniziato molto presto, sin da bambina, ad affinare la sua sensibilità verso quelli che riduttivamente definiamo rumori e ha intuito che, se tutto è s...
La scuola italiana tende essenzialmente a strutturare la formazione musicale sul modello della sola competenza colta, secondo un criterio gerarchizzante che non riconosce l'esistenza di una competenza musicale di base, popolare, specchio dei complessi e diversificati vissuti musicali quotidiani. Tuttavia, se vogliamo che l'educazione musicale sia davvero inclusiva, dobbiamo assolutamente riportarla verso condotte in-disciplinate, più a misura d'uomo, e indirizzarla all'educazione della persona prima che all'insegnamento in sé. Da questa urgenza di riconversione disciplinare, argomentata dal punto di vista psico-pedagogico e didattico-metodologico, Maurizio Spaccazocchi arriva a proporre un...
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La voce a Scuola è ancora prevalentemente in-segnata, non è umanizzata come dovrebbe essere grazie a una voc-azione narrante. Una voce che narra è il mezzo migliore per dar vita a Educazioni Narranti che, più di altre formule didattiche, dovrebbero ridare alla Scuola il proprio potenziale cognitivo-formativo. La trasmissione della sapienza (dal latino sàpere che ci porta al sapore come esperienza sensibile) e della conoscenza (dal latino cum-gnòscere che ci porta all'azione dell' intelletto) nella storia dell'umanità è passata e passa ancora attraverso le “calde” narrazioni, attraverso la voce narrante che può finalmente ridare senso al suo vero ruolo educativo, senza trascurare...
Spesso si pensa che la musica sia patrimonio esclusivo di chi la studia e la pratica, ma una simile concezione non tiene conto delle molteplici espressioni musicali rintracciabili in ogni tempo e luogo, né del fatto che tutti gli esseri umani nascono con una predisposizione per la musica.Dall’ascolto alla produzione, quella musicale è un’esperienza condivisa e fondamentale per lo sviluppo: l’obiettivo di questo libro è esplorare le connessioni tra la musicalità — cioè la relazione biologicamente fondata tra le persone e la musica — e l’educazione, la riabilitazione e la musicoterapia, per individuare i possibili utilizzi della musica come mediatrice di relazioni umane e di azioni di didattica inclusiva, nonché promotrice di benessere e di processi di cittadinanza attiva.Il volume è rivolto a chi opera nei settori dell’educazione, della riabilitazione e della musica e si avvale della prospettiva di pedagogisti, musicoterapeuti, ricercatori, psicologi e musicisti.
Se le musiche hanno tra i loro scopi quello di soddisfare il desiderio dell'altrove, molto spesso la forma che cercano viene a coincidere con vissuti di piacere che allentano il legame a volte troppo incombente con il quotidiano. Inseguire esperienze di bellezza significa tra l'altro cercare un certo tipo di piacere, quello gratuito del gioco delle forme, al di là o al di qua di qualsivoglia utilità o bontà.È anche per questa ragione che parliamo di forme felici, cioè di tutte quelle produzioni musicali che, più di altre, hanno insita la dote di rendere più facili e accoglienti la partecipazione, il coinvolgimento, il contenimento di ascoltatori e musicisti. Si promuove quindi un sent...
The dialogue with the disintegrated and recomposed matter is the place in which the author reaffirms, declining them from the point of view of music, some fundamental concepts on artistic making inextricably connected to technologies as well as to the conditions of knowledge; from the first pages the concepts of material and possible world-orders are presented, and then the theories of integration between different structures and the need for intellectual commitment towards the disparity of operating terms, of the intimate connection between electronic music in studio and cinematographic work; citing and arguing once again the great thinkers of reference, Michel Chion and Gilles Deleuze, Jacques Derrida and Roland Barthes, Sergej Ejzentejn, Henry Bergson and Martin Heidegger. The essay represents a concise compendium of the main Italian analytical contributions on the piece examined, Thema (Homage to Joyce) by Luciano Berio, the first major electroacoustic work in history for voice and magnetic tape, to be based on the assembly and processing of materials recorded vocals, starting from a fragment of James Joyce's Ulysses.
Il Jazz: un gioco da ragazzi nasce da una rilettura critica del Jazz, della sua evoluzione e delle sue caratteristiche fondanti, volta ad individuare dei presupposti pedagogici trasferibili in una didattica che privilegi l'ascolto, il gioco e la creatività, senza togliere spazio alle tradizionali attività dell'educazione musicale. Il percorso si sviluppa in tre capitoli. Il primo, di carattere sostanzialmente analitico, è incentrato sulle cosiddette “Mentalità Jazz”, da intendere come predisposizione alla fantasia, alla socializzazione e al coinvolgimento emotivo, tipiche della prassi jazzistica e presenti naturalmente nella quotidianità e nelle doti dei ragazzi. Il secondo e il ter...