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Negli ultimi anni è aumentato a dismisura il numero di genitori che chiedono aiuto, sgomenti di fronte all’isolamento sociale e al ritiro domestico del proprio figlio. Il fenomeno degli “hikikomori” viene da anni studiato in Giappone. In Italia, invece, è
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Esiste un “luogo dell’arte”, uno spazio cioè che riesce a ispirare in maniera profonda un artista? Il vissuto di ogni individuo è pieno di oggetti che spesso non possiedono valore intrinseco, ma che possono assumere un notevole valore emotivo, rappresentando una vera e propria mappa visiva come riflesso dell’evoluzione personale. Partendo da questi interrogativi, Ana Maria Silvia Brechler esplora due temi spesso sottovalutati ma di grande importanza: da un lato, collezionismo e accumulazione, con i disturbi che ne derivano; dall’altro, il fenomeno recente dell’Hikikomori, temine che si usa per indicare quei giovani che decidono di allontanarsi per lunghi periodi dalla vita sociale senza avere alcun contatto con il mondo esterno.
In questo libro approfondiamo in una prospettiva psicoanalitica le ragioni che portano ad agire la propaganda terroristica in un percorso di radicalizzazione. Nel primo capitolo, si affronta la questione del rapporto fra Narcisismo, suicidalità e gratificazione immaginaria nel mondo giovanile contemporaneo e si discute sulla funzione del riscatto immaginario nella rete come elemento facilitatore del progetto di morte. Nel secondo capitolo si indaga la dimensione psichica dei migranti di seconda generazione e delle specifiche difficoltà che alcuni incontrano nel complesso lavoro di integrazione fra culture differenti. Nel terzo si indaga come l’adesione al progetto terroristico rappresenti una sorta di rito di passaggio capovolto, dominato dalla pulsione di morte che, anziché condurre a una nuova nascita, esita in una dimensione totalmente suicidale. Nel quarto infine si affronta il tema della ricerca dell’origine come progetto impossibile di ritorno in un luogo da sempre perduto. Si sottolinea come la nostalgia dell’oggetto perduto costringa a un blocco evolutivo che si adatta alla fascinazione delle narrazioni più violente.
Noi siamo quello che altri hanno voluto che diventassimo. Facciamo in modo che diventiamo quello che noi avremmo (rafforzativo di saremmo) voluto diventare. Oggi le persone si stimano e si rispettano in base al loro grado di utilità materiale da rendere agli altri e non, invece, al loro valore intrinseco ed estrinseco intellettuale. Per questo gli inutili sono emarginati o ignorati.
Antonio Giangrande, orgoglioso di essere diverso. Si nasce senza volerlo. Si muore senza volerlo. Si vive una vita di prese per il culo. Noi siamo quello che altri hanno voluto che diventassimo. Facciamo in modo che diventiamo quello che noi avremmo (rafforzativo di saremmo) voluto diventare. Oggi le persone si stimano e si rispettano in base al loro grado di utilità materiale da rendere agli altri e non, invece, al loro valore intrinseco ed estrinseco intellettuale. Per questo gli inutili sono emarginati o ignorati.Se si è omologati (uguali) o conformati (simili) e si sta sempre dietro alla massa, non si sarà mai primi nella vita, perché ci sarà sempre il più furbo o il più fortunato a precederti.
A reporter of all formal decisions handed down by the National Labor Relations Board, including selected administrative rulings of the NLRB and its General Counsel.
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