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Nel 1877, il tipografo editore dott. Francesco Vallardi di Milano pubblicò questa Monografia Storico-artistica contenente documenti inediti allora e realizzata con il concorso di "parecchi cultori di storia patria" e del Municipio di Lodi. Lo scopo del libro, come sottolineavano al lettore nella premessa il dott. Felice De Angeli ed il prof. Andrea Timolati, era quello di colmare una lacuna, la mancanza di una monografia che compiutamente raccogliesse "tutte le più importanti notizie geografiche, storiche, letterarie ed artistiche di questa nobilissima fra le terre italiane".
This is a study of the early writings of Virginio Gayda (1885-1944), a talented but amoral Italian journalist whose career spanned two world wars. A keen observer, prolific writer and propagandist during his stint as the newspaper La Stampa’s special correspondent in Habsburg Vienna, Gayda lent his considerable skills to promote an aggressive foreign policy. No one did more than he to poison relations between the Italian and Yugoslav peoples. His is the story of a respected journalist who chose an ultranationalist path to fascism and international fame. Not uninfluenced by rank careerism and material reward he forsook his roots to embrace the antisemitic “race” laws of 1938 and Italy’s disastrous partnership with Nazi Germany.
Il libro ripropone il piccolo capolavoro di Vittorio Locchi, pubblicato postumo alla fine del 1917 dall'editore Ettore Cozzani nella sua collana "I gioielli del L'Eroica". Il poemetto celebra la conquista italiana della citta' di Gorizia.
Il libro a cui Slataper deve la sua notorieta come scrittore, uno dei capolavori della prosa italiana del primo Novecento. "Il mio carso" e un inno eterno di dedizione a due amori: una donna morta, una citta, la sua patria, Trieste e il suo carso. "Il mio carso," dove la lingua triestina scava come l'acqua nel calcare del carso caratterizzandone il linguaggio, e una narrazione improntata dal difficile equilibrio tra imperativo morale e un ardente desiderio di una totale e libera adesione alla vita.
Nei giorni in cui è prevista la commemorazione delle stragi e degli stermini fascista e nazista degli anni ’30 e ’40 abbiamo assistito, come d’improvviso, ad assemblee e incontri che ricordavano i morti nelle foibe giuliane. Quasi una sovrapposizione di due culture differenti dove l’una, quella di destra che ricorda le foibe e l’esodo giuliano-dalmata, si scontrava con l’altra, quella di sinistra che ricorda l’olocausto e il terrore nazifascista. Una sovrapposizione inquietante che ha il preciso obbiettivo di mischiare tutto in un unico calderone, per la realizzazione di quella che viene più comunemente e ambiguamente definita “memoria condivisa”.
Nel suo articolo, What I Believe (Cio che io credo), pubblicato dal New York World il 19 luglio 1908, scritto in risposta alla vasta disinformazione pubblica riguardante l'anarchia e il movimento anarchico, Emma Goldman contrasta sistematicamente le calunnie contro di lei e descrive a grandi linee il suo approccio anarchico alle questioni relative alla proprieta, al governo, al militarismo, alla liberta di opinione e di stampa, alla chiesa, al matrimonio e l'amore, alla violenza.
L'adesione alla Massoneria e l'appartenenza ad un partito della Sinistra sono compatibili? La questione è sollevata e disaminata nell'opuscolo di Santi Vannuzzi.
Scriveva Virginio Gayda nella sua nota introduttiva datata febbraio 1915: "Questo libro - non trattato di storia e di politica, ma tentativo di documentazione viva, fondata su una analisi positiva di paese e di avvenimenti nei quali ho vissuto cinque anni - è stato scritto e pubblicato prima della guerra (...). Ne pubblico oggi la seconda edizione, quasi senza mutamento. Desidero conservargli intero il suo carattere di libro d'osservazione serena, tranquilla, metodica, non influenzata dagli avvenimenti precipitati. Ne potrà forse così essere anche più utile la lettura (...)". Ad un secolo dalla sua pubblicazione il libro di Gayda mantiene ancora intatto tutto il suo interesse per chi volesse approfondire le cause che portarono l'Impero austro-ungarico al collasso sotto l'infausta spinta disgregatrice dei nazionalismi.