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This volume investigates urbanity as a cultural form. The essays illustrate the real and imaginary ways that we interact with the cities through the portal of the arts.
The main focus of this paper is the implementation of social committed public art projects in urban renewal actions. It seeks to explore the democratic potential in urban artistic interventions and to challenge the view of public art as a collective good, by examining the role of public art works in terms of urban governance. It takes into account the first public art projects realized in Italy within the Nuovi Committenti Programme and it shows how recent practices of public art are intended both to design the physical appearance of the city and to rebuild the relationship that underpin urban life. Nuovi Committenti, promoting citizen participation in the patronage and production of contemporary art project that acknowledge a concrete demand for a better quality of life, seems to take into account a change in the relation between art and the society and it shows how public art can laid the foundations for more integrated urban regeneration projects.
This collection presents an array of policy debates and implications emerging from virtual work. The authors cover a range of areas, including: conceptual debates, measuring virtual work; discourses and levels of policy intervention; the role of the sharing and collaborative economy; and resultant challenges for organized labour, law and regulation. The authors of the chapters analyse the ways in which processes of digitalization leading to virtual work impact so many aspects of our lives: the way we buy, sell, network, communicate, participate, create, consume, and, of course, the way we work. In turn they focus on the subsequent implications for the future of work as well as the viability of existing social protection systems. The developments examined here are salient for both policy stakeholders and for the academic community in areas such as labour sociology, industrial relations, gender studies, political economy, and economic geography.
The richly varied phenomenon of urban popcultures, through distinctive practices and forms, has significantly marked the life of modern city.
L’Enciclopedia Sociologica dei Luoghi (ESL) si pone come occasione di ricerca e riflessione sul ruolo che i luoghi hanno avuto in passato e hanno tutt’ora nel dare forma alle città e segnare i destini dei suoi abitanti e fruitori. Il volume offre chiavi di lettura e coordinate teoriche, nonché presentazioni di casi utili a sviluppare ricerche situate, riducendo il livello di indifferenza nei confronti dei contesti spaziali che spesso caratterizza le ricerche sociologiche. Il termine enciclopedia sembra il più adatto a trasmettere l’idea di un lavoro in grado di toccare tanti luoghi: da quelli riguardanti i trasporti a quelli relativi il tempo libero, da quelli riferiti alla sicurezza pubblica a quelli inerenti il consumo, e via dicendo.
L’Enciclopedia Sociologica dei Luoghi (ESL) si pone come occasione di ricerca e riflessione sul ruolo che i luoghi hanno avuto in passato e hanno tutt’ora nel dare forma alle città e segnare i destini dei suoi abitanti e fruitori. Il volume offre chiavi di lettura e coordinate teoriche, nonché presentazioni di casi utili a sviluppare ricerche situate, riducendo il livello di indifferenza nei confronti dei contesti spaziali che spesso caratterizza le ricerche sociologiche. Il termine enciclopedia sembra il più adatto a trasmettere l’idea di un lavoro in grado di toccare tanti luoghi: da quelli riguardanti i trasporti a quelli relativi il tempo libero, da quelli riferiti alla sicurezza pubblica a quelli inerenti il consumo, e via dicendo.
L’Enciclopedia Sociologica dei Luoghi (ESL) si pone come occasione di ricerca e riflessione sul ruolo che i luoghi hanno avuto in passato e hanno tutt’ora nel dare forma alle città e segnare i destini dei suoi abitanti e fruitori. Il volume offre chiavi di lettura e coordinate teoriche, nonché presentazioni di casi utili a sviluppare ricerche situate, riducendo il livello di indifferenza nei confronti dei contesti spaziali che spesso caratterizza le ricerche sociologiche. Il termine enciclopedia sembra il più adatto a trasmettere l’idea di un lavoro in grado di toccare tanti luoghi: da quelli riguardanti i trasporti a quelli relativi il tempo libero, da quelli riferiti alla sicurezza pubblica a quelli inerenti il consumo, e via dicendo.
Il boomerang è uno strumento infido: Charlie Brown l’ha provato sulla sua pelle. Ha bisogno di perizia, spazio, tempismo. Richiede una dose di rischio. Non è un gioco, comunque la si pensi. Per questo è una metafora che racconta maledettamente bene il modo con cui abbiamo lanciato negli ultimi cent’anni i nostri percorsi di ricerca, desideri, ambizioni attraverso la tecnologia, in nome di un futuro che assomiglia sempre di più a un’utopia. Questi boomerang hanno viaggiato. Alcuni per distanze e fratture temporali brevissime. Altri stanno compiendo la loro parabola. Altri ancora ricadono – oggi, chissà come e quanto domani – sulla nostra vita, con la fine dell’utopia incisa s...