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Across Europe, Roma and Gypsies are suffering increasing intolerance and hostility. A new populist politics, that seeks political meaning in collective experiences and values forms of solidarity rooted in town, class, community or nation, finds in the Roma a suitable target population to which 'ordinary citizens" fears and frustrations can be attached. This politics draws on a rising tide of xenophobia; a feeling of loss of sovereignity and democratic oversight; disillusionment with political elites; frustrations with the failure of welfare programmes; the presentation of social and political conflicts as cultural issues; and a growing rejection of the ideal of a trans-national European orde...
Pubblicato per la prima volta fra il 1795 e il 1796, "Gli anni dell’apprendistato" cristallizza poeticamente l’inaudita ampiezza d’orizzonte del Goethe maturo, l’«uomo universale» che volle mostrare come un giovane, un carattere sentimentale e un alfiere dell’ideale qual è Wilhelm si educhi e si prepari alla vita, ponendo fine al suo apprendistato. Romanzo prodigioso e inesauribile nel quale, scrive Hermann Hesse, «tutto Goethe si rispecchia ... lo spirito infuocato e l’impeto selvaggio dei tempi del Werther vi echeggiano ancora, già prossimi a spegnersi, vi avvertiamo i frutti dell’amicizia con Schiller, le tracce degli influssi italiani, si respira – limpida e piena – tutta l’atmosfera dei migliori anni di Weimar».
La figura di Wilhelm Meister accompagnò Goethe per buona parte della sua vita, fin dalla giovinezza: è infatti il protagonista del suo secondo romanzo, La vocazione teatrale di Wilhelm Meister, composto tra 1777 e 1785. Una decina d'anni dopo Goethe tornò sul personaggio, forte di una moltitudine di esperienze (il viaggio in Italia, la Rivoluzione francese, l'amicizia con Schiller) che lo avevano portato a una maturazione intellettuale, politica e umana. Smorzato dunque lo slancio esasperatamente romantico delle prime opere, diede vita a Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister, pubblicato tra 1795 e 1796 e considerato il capostipite del Bildungsroman: in queste pagine la formazione di un artista diventa la formazione tout court di un uomo, nella quale il teatro non è che una tappa, destinata a essere superata. Come ebbe a dire un Goethe ultrasettantenne rileggendo la propria opera, «Wilhelm è di certo un "povero diavolo", ma è solo in tali individui, non già in caratteri solidi e conchiusi, che è possibile mostrare con grande evidenza il gioco alterno della vita e i suoi mille compiti diversi».
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Versteht man Wissen als das Ergebnis des menschlichen Bedurfnisses, Ordnung in die Welt zu bringen, so ist es sinnvoll, bei der Frage nach der Produktion dieses Wissens die grundlegenden Dimensionen menschlicher Aktivitat als essentielle Analysekategorien zu wahlen. Der Band tut dies, indem er der raumlichen, zeitlichen und sozialen Dimension der Wissensproduktion besondere Aufmerksamkeit schenkt. SEine Beitrage machen dabei auf die Dynamiken aufmerksam, die auf individueller und institutioneller Ebene wirken und die Produktion von Wissen begunstigen oder aber auch behindern.
Über die Rolle des Zensus bei der Konstruktion von Nation, »Identität" und Ethnizität. Die Volkszählungen im späten Habsburgerreich waren eine zentrale Praxis der Wissensherstellung und Durchethnisierung. Was wurde dabei genau gezählt? Welche kollektiven Identitätsvorstellungen sollten daraus hervorgehen? Welchen Beitrag leisteten wissenschaftliche Weltbilder und Idealvorstellungen von Objektivität? Wie wurde das erzeugte Wissen in modernen Gesellschaften verbreitet und wirksam? Die Studie ist als Wissensgeschichte an der Schnittstelle von Verwaltungs-, Wissenschafts-, und Imperialgeschichte konzipiert. Mit der Konzentration auf Wissenschaft, Administration und mediale Repräsentati...
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