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As a young child of twelve, Lou Ann Soontiens saw school as a place of refuge. When the school's resident priest, Father Charles Sylvestre, took an interest in her, she felt honoured and privileged. She put her complete faith and trust in this charismatic man of God and it resulted in years of sexual abuse, humiliation, and an unwanted pregnancy. This misplaced devotion would lead her to forty years of confusion, guilt, and pain and, ultimately, to her being awarded, by the Diocese of London, Ontario, the largest settlement ( 1.75 million Canadian dollars) ever given to an individual by the Catholic Church in Canadian history. It was not until Lou Ann reached middle-age that she found out that she was not alone in her pain and guilt; at least forty-six other women had experienced the same degradation at the hands of Father Charles Sylvestre. Much to her shock, she discovered that the Catholic Church had known about Father Sylvestre's abusive nature, and, as with hundreds of other priests with the same problem, chose to ignore the dangerous situation and quietly move the offending priest to a new parish where the abuse of young children would once again commence.
In un’economia polifonica dove convivono e operano privato, pubblico, terzo settore, cooperative e i nuovi soggetti della rete, i beni comuni sono un’opzione importante, anzi essenziale per gestire risorse strategiche per il futuro del pianeta. Il concetto di beni comuni e di comunità, discusso in questo libro, riguarda proprio il governo delle grandi risorse naturali: le foreste, gli oceani, l’acqua e il cielo; risorse che rischiano la spoliazione, se non cambia il modo in cui sono amministrate. Lo sviluppo del dibattito sui beni comuni ha un suoi punto di riferimento. È Elinor Ostrom, la prima donna ad aver ricevuto il Premio Nobel per l’economia in forza della sua “analisi del...
This insightful book critically examines the phenomenon of public private partnerships through a global, theoretical, lens. It considers the reasons for merging private entities and public administration, as well as the processes and consequences of doing so. The benefits for the community as well as the radical changes in the principles and modalities of administrative activity are theorized and discussed.
L’ideologia dei beni comuni è entrata ormai nel linguaggio accademico, politico e culturale. Intorno ad essa sono nati e cresciuti movimenti, associazioni, iniziative che si propongono di diffonderla nella società civile e di mettere in atto pratiche ad essa ispirate, vedendovi la premessa per lo svilupparsi di rapporti sociali basati sulla condivisione, sulla solidarietà e su forme partecipate di democrazia. Ma cosa sono i beni comuni? E in cosa si distinguono dagli altri modi di gestire i beni? Cos'ha di diverso e cosa implica una forma di solidarietà basata sul benicomunismo, rispetto alle altre forme di coordinamento sociale? I saggi raccolti in questo volume sottopongono a un radi...
Oltre duecento città italiane, dal 2014 a oggi, hanno adottato Regolamenti per la cura e la gestione condivisa dei beni comuni urbani, avviando esperienze che hanno valorizzato in modo innovativo il patrimonio comunale e posto le basi per inedite forme di collaborazione tra pubbliche amministrazioni e cittadini. Il volume analizza e spiega le norme di questi Regolamenti con l'obiettivo di offrire a cittadini, associazioni e amministratori proposte interpretative e soluzioni pratiche utili a sperimentare il "diritto dei beni comuni urbani". In particolare, sono presentati alcuni istituti innovativi come l'uso civico e collettivo, la fondazione e il Community Land Trust. L'opera è frutto della ricerca condotta presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Torino e coordinata dal professore Ugo Mattei, nell'ambito del progetto Co-city, finanziato dal programma europeo Urban Innovative Actions.
Perché il database di Wikipedia si chiama “commons”? La scelta di questo termine vi sarà chiara dopo aver letto questo libro unico nel suo genere.Avviato nel 1968 da un celebre articolo di Garrett Hardin, il dibattito sui commons (beni comuni) ha conosciuto un incredibile sviluppo nel corso degli ultimi quarant’anni, fino a raggiungere il suo apice nel 2009 con l’assegnazione del premio Nobel per l’economia a Elinor Ostrom, una delle figure di riferimento per gli studi sul tema. È possibile immaginare una terza via per la gestione dei beni, al di là della tradizionale alternativa di “pubblico” e “privato”? È possibile concepire un sistema di fruizione delle risorse (na...