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Ogni terremoto è un fatto culturale, ancora prima che geologico: sotto la polvere e i detriti si aggrega una narrazione condivisa, fatta di dicerie e avvenimenti reali fusi insieme, a formare ricordi e nuove credenze. Le narrazioni dei recenti terremoti tendono a scindere i due aspetti: o sono asettiche raccolte di dati, o sono storie strappalacrime. Qui, invece, si porta allo scoperto lo stato fisico e mentale di chi ha vissuto e ancora vive nei territori che hanno conosciuto i sismi, la loro distruzione, e la necessità di ricostruire dopo che questi hanno fatto il loro corso. Qui ci sono i tanti volti del terremoto, e a ognuno è dedicato un duplice punto di vista, quello del racconto e quello dell’inchiesta, per restituire un’immagine potente, complessa e completa, della vita in un luogo in ricostruzione. E per raccontare la spinta, l’energia che ogni terremoto porta con sé, mentre avviene ma anche quando passa.
Spazio di vita e di riproduzione sociale, la casa è anche, sempre di più, una merce. La promozione della proprietà di massa è stata il fulcro della rivoluzione conservatrice che ha schiacciato le lotte sociali e cancellato le politiche urbanistiche e abitative del Secondo dopoguerra; è stata uno strumento di creazione di consenso e di un’egemonia culturale che ha reso possibile presentare come ‘naturali’ gli interessi di una minuscola parte di popolazione: quella più ricca. Il repertorio di argomenti usati per legittimare questa operazione – fatto di ‘valorizzazione’, ‘miglioramento’, ’efficienza’ e ‘modernizzazione’ – viene da molto lontano. Ricostruendo i percorsi familiari e i fatti storici, passando attraverso nazioni e città diverse, l’autrice di questo saggio mette assieme i tasselli che hanno composto il quadro della situazione abitativa all’inizio del nuovo millennio, dipingendo uno scenario contemporaneo in cui, contrariamente a quanto ci viene raccontato, il problema della casa non riguarda solo ‘gli ultimi’: riguarda una visione di società.
La monogamia ha un ruolo centrale nella storia occidentale, ed è intorno a questa che si sono sviluppati concetti portanti come amore, relazioni, famiglia. Questo libro riflette proprio su come molti dei meccanismi che pensiamo legati all’amore non siano altro che forme imposte, non determinate liberamente e tuttavia intimamente radicate nella società e in ciascun individuo. Capiamo così che intorno alla monogamia si sono formati anche i nostri concetti di Stato, di nazione, di identità, tutti rapporti fondati, in scala più o meno grande, sull'esclusività, sul possesso e sulle gerarchie. Ma non è tutto: alla critica del pensiero monogamo l'autrice, con lunga esperienza nell'attivismo poliamoroso, non risparmia una profonda critica diretta proprio al poliamore: un approccio che, nella prospettiva di questo libro, non riesce ancora a evitare di riprodurre forme di pensiero monogamo. Vasallo, facendo breccia in uno dei pilastri più solidi di tutta la storia occidentale, ci mostra le possibilità di un approccio diverso per un mondo diverso, per una radicale rivoluzione nelle relazioni, che siano erotiche, familiari o comunitarie.
L’algoritmo è davvero una mano invisibile che governa le nostre vite? E da quando succede? Oggi questo termine è sinonimo di computer, ma anche di intelligenza artificiale: è in realtà un insieme di regole, un procedimento costruito dall’essere umano per ottenere la soluzione a un problema. Può decidere al posto nostro, modificare la rappresentazione di una categoria di persone, radicalizzare rappresentazioni del mondo o incrementare al massimo il tempo che viene trascorso su app e dispositivi. In questo libro vogliamo capire cos’è l’algoritmo che sembra influire in modo così preponderante nella nostra quotidianità. Perché ce ne stiamo occupando tutti così tanto in questi ultimi anni, cosa è cambiato rispetto a quando sono arrivati i primi social network, e come possiamo capirne il funzionamento per migliorare il nostro tempo.
I videogiochi sono indiscutibilmente il medium che in pochissimo tempo è diventato il più ricco, diffuso, criticato e culturalmente rilevante di tutti i tempi. Qui si passano in rassegna le tappe fondamentali del percorso che ha portato quel sistema di intrattenimento a diventare una parte fondamentale della nostra cultura, ma lo si fa in modo confidenziale, intrecciando storia personale e universale. Si parla di tecnologia e famiglia, di scoperte continue, sale giochi, curiosità, notti insonni. E genitori nerd che portano in casa un Atari e poi ti restano accanto, anche quando non ci sono più. Questo libro, un po’ saggio e un po’ memoir – che come in un librogame prevede percorsi specifici studiati per diversi approcci alla lettura, e include una ‘videoludografia ragionata’ a corredo – è come quei videogiochi di una volta, che mettevano insieme più elementi per poter regalare un’esperienza totale. E non risparmia di farci capire quanto ogni esperienza culturale sia legata a una forte, imprescindibile traccia esistenziale.
Che legame c’è tra Ada Lovelace, la geniale matematica figlia di Lord Byron, e la metamorfosi di Aracne trasformata in ragno da Atena? O tra le Supplici di Eschilo e le sei donne che hanno programmato l’ENIAC, il primo computer della storia? Tutto ha inizio da un telaio: i miti delle donne greche che usano l’arte della tessitura per trovare soluzioni a problemi scomodi, ma anche la storia dell’informatica e l’invenzione dei primi computer, il cui funzionamento fu ispirato al meccanismo a schede perforate del telaio Jacquard. Attraverso la narrazione intrecciata delle donne che hanno inventato la programmazione e dei miti sulla tessitura, prende forma una mitologia dell’informatica in cui le vite dimenticate delle programmatrici del passato vengono sfilate e disfatte perché, passando sotto la lente del mito, possano raccontare qualcosa sul futuro.
Quando pensiamo alle forze che hanno dato vita al cancro non pensiamo all’evoluzione. In realtà le due cose sono strettamente connesse: il processo storico che ha creato la vita è il medesimo che crea il cancro. Questo saggio torna indietro a milioni di anni fa, al momento in cui le forme unicellulari diventarono organismi multicellulari, e fra quei corpi di cellule cooperanti emersero quelle che utilizzavano troppe risorse e si replicavano senza controllo. L’autrice mostra quanto l’evoluzione abbia spianato il campo per l’ubiquità del cancro, e perché continuerà a esistere finché esisterà la vita multicellulare. Tuttavia questo non significa che dobbiamo rinunciare a curarlo,...
Se si pensa agli animali che accompagnano le streghe l'immaginario è piuttosto chiaro: gatto, cane, talvolta un rospo. Si pensa meno, tuttavia, al motivo per cui a una strega venga spesso associato un animale, e che ruolo questo abbia nella sua vita. Si dice che siano servi, amanti, emissari del demonio tanto quanto lo sono le loro padrone, e la connessione tra i due esseri avviene col sangue. Ed è proprio il sangue a fare delle streghe – e non ci si lasci confondere dalla desinenza femminile: le streghe sono e sono state di tutti i generi – pericolose figure ibride, ben più spaventose di altre colleghe ultraterrene, talmente inquietanti da essere cacciate, impiccate, arse, torturate. In queste pagine si scoprirà che il sangue rivela, cela, cura oppure maledice. In una ricerca ricchissima di bibliografia e di potenza storica, questo saggio ricostruisce il percorso di una presenza magica il cui più grande peccato, forse, è l'eccessiva umanità.
Il mostro, fin dall’etimologia, è un segno, un messaggio: mette in guardia, avverte della crisi. Nelle sue centinaia di declinazioni, la categoria del mostruoso cambia nel tempo e nello spazio, e può essere studiata e analizzata da innumerevoli angoli, i più curiosi e impensati. In questo saggio, passando attraverso le figure mostruose eppure umane dell’immaginario letterario e non solo, il confronto con la mostruosità è fatto di estetica, genetica, potere, sesso, genere, razza, umanità, animalità. Tra mostrificazione del diverso e accettazione della propria mostruosità, tra scienza e superstizione, erotismo e orrore, ecco un modo per scoprire la meraviglia che alberga in ciò che più temiamo, e che talvolta rifiutiamo.
«Dall'11 maggio al 5 luglio del 2012 è avvenuta in Italia una cosa difficile da classificare e mai accaduta prima: un migliaio di donne e uomini hanno attraversato da ogni parte la penisola percorrendo a piedi, in cinque diversi bracci, più di 4000 chilometri per raggiungere L'Aquila, cuore terremotato del nostro Paese. Non pensavamo che così tante persone tra loro sconosciute si sarebbero incontrate in posti mai visti prima e si sarebbero messe a camminare insieme sotto il sole cocente e sotto la pioggia, su sentieri di montagna e costeggiando i mari, su piccole strade bianche e sulle grandi vie delle periferie industriali; avrebbero dormito insieme nelle camerate di ostelli e conventi ...