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La storia dello sport – e più in generale del mondo – è piena di “fratelli coltelli” che si odiano. Loro no. Gli Inzaghi sono sempre stati rivali sul campo senza esserlo nella vita. Da calciatori, opposti come lo Zenit e il Nadir, il giorno e la notte, uguali solo nel ruolo e nel modo di giocare. Pippo vinceva, Simone si infortunava. A uno le copertine dei giornali, all’altro le sedute fisioterapiche. Da allenatori, però, le cose sono cambiate, ribaltando i ruoli. Cosa rende speciali, allora, i fratelli Inzaghi, Simone e Pippo, calciatori e allenatori cresciuti in una famiglia comune, in un paesino come tanti, in un campetto di cemento dove si faceva a gara ad arrivare prima e piazzare gli zaini a mo’ di pali? Amore e destino, le chiavi di volta per aprire il loro mondo, perché dietro i tanti gol segnati, i trofei vinti e i successi da allenatori, c’è la storia di due ragazzi che si sono sempre supportati a vicenda, senza indivia o occhiate storte. Due fratelli nel pallone.
UNO STRAORDINARIO VIAGGIO A RITROSO NEL TEMPO Due stelle, venti indimenticabili scudetti, oltre cento anni di Storia: il volume che avete fra le mani celebra questo traguardo attraverso quasi 700 coloratissime pagine che sono un emozionante viaggio a ritroso nel tempo e nella memoria per tutti i tifosi interisti. Partendo dall’ultimo titolo firmato da Simone Inzaghi fino al primo campionato del 1909-1910, passando dalle vittorie dell’orgoglio di Roberto Mancini, dal Triplete di Mourinho, dalla squadra dei record di Trapattoni e dalla Grande Inter del Mago Herrera. Un “romanzo” raccontato attraverso le cronache delle grandi firme de La Gazzetta dello Sport: da Gianni Brera a Gualtiero...
Noi siamo quello che altri hanno voluto che diventassimo. Facciamo in modo che diventiamo quello che noi avremmo (rafforzativo di saremmo) voluto diventare.
Il dibattito circa il futuro della Tangenziale Est di Roma inizia nell'autunno del 2003, quando un gruppo di cittadini romani scrive una lettera aperta al sindaco Walter Veltroni per invitarlo a prendere in considerazione l'ipotesi di non demolire il Mostro di San Lorenzo ma di trasformarlo in un parco lineare pensile. Come spesso accade in questi casi, la lettera ha prodotto un dibattito iniziale intenso e molto acceso durato alcuni mesi. Poi, in assenza di clamorosi sviluppi dovuti innanzitutto alla non urgenza della questione, la notizia non è stata più di attualità e un lento, morbido appannamento ha cominciato fatalmente a discendere sull'intera questione. Ma nel giugno 2007, su iniz...
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E’ comodo definirsi scrittori da parte di chi non ha arte né parte. I letterati, che non siano poeti, cioè scrittori stringati, si dividono in narratori e saggisti. E’ facile scrivere “C’era una volta….” e parlare di cazzate con nomi di fantasia. In questo modo il successo è assicurato e non hai rompiballe che si sentono diffamati e che ti querelano e che, spesso, sono gli stessi che ti condannano. Meno facile è essere saggisti e scrivere “C’è adesso….” e parlare di cose reali con nomi e cognomi. Impossibile poi è essere saggisti e scrivere delle malefatte dei magistrati e del Potere in generale, che per logica ti perseguitano per farti cessare di scrivere. Devastante è farlo senza essere di sinistra.