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Tra le murge pugliesi bruciate dal sole e battute dal vento, due fratelli diventano involontari protagonisti di un incubo. A Vincenzo espropriano parte della terra per consentire il passaggio della ferrovia mentre Sabino, il fratello, lo rovina finanziariamente. Questi fatti innescano una serie di conseguenze tragicomiche, nelle quali la forza primitiva del legame familiare (Se non ci aiutiamo in mezzo a noi) li porta a lottare insieme per la sopravvivenza. In un viaggio vorticoso fra baristi cravattari, avvocati falchi, burocrati ladri e ottusi, i due contadini rispondono a ogni colpo della vita con coraggio: Mai ti devi rassegnare, mai! L'espediente di Marta per aggirare l'infertilità del marito Vincenzo causata dall'uso di pesticidi, il ricorso al gioco della cognata Angela come ultima risorsa e anche il sangue venduto come merce, sono lo specchio impietoso della realtà italiana contemporanea e alla fine della discesa all'inferno i due fratelli riusciranno a trovare la propria rivincita contro la porca miseria. Perché la miseria fa veramente schifo, te lo dico io.
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L'insignificanza, amico mio, e l'essenza della vita. E con noi ovunque e sempre. E presente anche dove nessuno la vuole vedere: negli orrori, nelle battaglie cruente, nelle peggiori sciagure. Occorre spesso coraggio per riconoscerla in condizioni tanto drammatiche e per chiamarla con il suo nome. Ma non basta riconoscerla, bisogna amarla, l'insignificanza, bisogna imparare ad amarla. Queste parole di Milan Kundera da ""La festa dell'insignificanza"" costituiscono il leitmotiv del volume di YOD MAGAZINE, collana editoriale di alta divulgazione. Specialisti di diversi settori (diritto, comunicazione, filosofia, cinema ecc.) provano a declinare il tema dell'insignificanza. YOD MAGAZINE e anche blog (www.yodmagazine.com) dove e possibile discutere con gli autori.
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Osnago non è come Los Angeles. O forse è Los Angeles a non essere come Osnago. O forse posti e luoghi non sono in grado di dividere e ordinare storie che sono di ogni dove e di tutti. Osnangeles è un pugno di tipologie umane, barbieri, pasticceri, spacciatori, robivecchi, anziani ma soprattutto ragazzi, come il rachitico Enrichetto, che tenta il suicidio regolarmente pur avendo, fortunato lui, il Fifty Malaguti. Osnangeles è un luogo dove il gergo giovanile si sposa con il dialetto, e dove le nuove parole del mondo, da leggins a transessuale, portano a un paese dove i pezzi del mondo che verrà si infrangono sulle coscienze in formazione dei suoi abitanti. Osnangeles è la gioventù del nongiovane: una galleria di personaggi surreali, poetici, ingenui e divertenti lanciata insieme in una rincorsa verso scoperte, sconfitte e vittorie in una Osnangeles che piacerebbe (molto) anche a Los Angeles.