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At a time when the economic transition in China is casting shadows on the weak world recovery, and the country is further increasing military spending at double-digit rates, it is key to assess how far President Xi has gone in fulfilling the “China Dream” of ascendance to cultural, economic and military power. Even more important is to try to figure out what the substance of the “China Dream” is likely to be in the near future. The current risk is that the Chinese people and the Chinese government are dreaming different dreams, and that Xi’s “China Dream” might be more a dream for the country and much less so for the people. China has recently reached a series of symbolic milestones: the Yuan’s inclusion in the IMF’s SDR basket; the new China-led Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB); the market economy status by a number of countries. The 2016 Chinese G20 Presidency will provide a timely occasion for China to better define its role in global economic governance. However, progress on reforms is lagging behind expectations and international tensions are on the rise. This volume explores the viability of the China Dream and analyzes its major challenges.
Officially announced by Xi Jinping in 2013, the Belt and Road Initiative (BRI) has since become the centrepiece of China’s economic diplomacy. It is a commitment to ease bottlenecks to Eurasian trade by improving and building networks of connectivity across Central and Western Asia, where the BRI aims to act as a bond for the projects of regional cooperation and integration already in progress in Southern Asia. But it also reaches out to the Middle East as well as East and North Africa, a truly strategic area where the Belt joins the Road. Europe, the end-point of the New Silk Roads, both by land and by sea, is the ultimate geographic destination and political partner in the BRI. This report provides an in-depth analysis of the BRI, its logic, rationale and implications for international economic and political relations.
Nel 1494, solo due anni dopo la 'scoperta dell'America', a Tordesillas, una piccola località della Castiglia, veniva firmato un trattato tra Spagna e Portogallo che divideva il mondo in due e inventava l'Occidente come spazio, comunità e cultura. Mai nessuno si sarebbe potuto aspettare che una semplice firma avesse conseguenze così gigantesche e durature. Questa è la storia di come, tra medioevo ed età moderna, le società europee (all'inizio spagnoli e portoghesi in testa) spinsero le proprie ambizioni sempre più verso l'oceano e così facendo trasformarono l'idea che esse avevano dell'Ovest: quella che era una direzione divenne poco alla volta uno spazio pensabile. È perciò una sto...
Includes sections "Rassegna delle pubblicazioni economiche" and "Rassegna della stampa economica periodica."
Per quanti negli anni della Guerra fredda si erano assuefatti a considerare la Russia nelle vesti di superpotenza non è stato facile adattarsi all’idea che il suo ruolo nel mondo post Guerra fredda sia stato spesso quello di comprimario solo in alcuni casi capace di svolgere un ruolo attivo nel “nuovo disordine mondiale”. Per il suo passato, le dimensioni geografiche, la cultura politica, la Russia resterà sempre un paese unico, chiamato a affrontare problemi comuni a quelli di molti grandi paesi del mondo contemporaneo, che non difendono lo status quo, né puntano a una sua revisione; piuttosto agiscono da riformisti, impegnati nella gestione di un ordine internazionale in continua trasformazione. La constatazione ci riporta all’interrogativo di fondo: la Russia sarà protagonista del XXI secolo come lo è stata del XX? Nonostante i molti problemi irrisolti della transizione post comunista, la Russia fa parte del ristretto numero di paesi che possono ambire a stabilizzare il “disordine mondiale”, o a renderlo definitivo. Osservarla più da vicino è quindi passaggio obbligato per non farsi cogliere di sorpresa dai problemi di formazione del mondo che verrà.
Devono le leggi economiche dominare i rapporti sociali? Nell’ambito di questo dilemma, nella ricerca di un equilibrio, si muove il presente lavoro. Due sono i pilastri su cui esso si fonda: argomenti e temi giuridici da un lato, che, però, hanno anche un impatto economico, e, dall’altro, la pretesa di egemonia del dato economico su ogni altro valore. Pretesa molte volte ammantata di scientificità, che travolge i rapporti reciproci, influenza il caos delle stesse pronunce giudiziali e il caos normativo, rendendo incerto il destino delle persone. “Per aver paura dei magistrati non bisogna essere necessariamente colpevoli (ma anche con gli economisti non si scherza)” ironizza l’autore, e in questo importante saggio, per contenuti e dimensioni, con garbo e autorevolezza ci spiega chiaramente il perché. Francesco Felis è nato ad Albenga (SV) nel 1957. Vive a Genova dal 1967, dove si è laureato in Giurisprudenza con 110 e lode nel 1982. È notaio dal 1988. Autore di molteplici pubblicazioni, giuridiche e non, è intervenuto a diversi convegni giuridici e politici.
Il 10 maggio 1901 Giovanni Laterza diffondeva una circolare nella quale annunciava l'esordio della casa editrice Laterza con i volumi della "Piccola biblioteca di cultura moderna" e il cantiere della "Biblioteca di Cultura Moderna". Ai primi, incerti, passi di un'iniziativa con forte matrice locale seguì l'incontro con Croce e il decollo di una sigla che da allora ha acquisito un solido posto nell'editoria italiana ed europea. Nel 2001 è stata realizzata la prima edizione di questo Catalogo storico, per celebrare il centenario della casa editrice ma anche per onorare la memoria di chi l'ha guidata, trasformata, rilanciata, dal secondo dopoguerra alle soglie del Duemila: Vito Laterza, scomp...