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Dove va un Paese che per fare un ponte di 81 metri impiega il triplo dei cinesi per uno di 36 chilometri sul mare? Che infligge a chi ha un'impresa fino a 233 scadenze l'anno? Che consuma energia quanto Austria, Turchia, Polonia, Romania insieme ma la compra quasi tutta fuori? Che rinvia i processi perfino al febbraio 2020? Che affida alla Protezione Civile anche il restauro del David di Donatello? Che movimenta in tutti i suoi porti meno container della sola Rotterdam? Che progetta treni veloci con fermate ogni 10 chilometri? Che assume maestri e docenti solo per sanatorie e promuove tutti anche se somari? Dalle infrastrutture bloccate da lacci e lacciuoli di ogni genere all'attività legis...
Atenei in costruzione permanente, sospesi tra ansie riformistiche e aneliti conservativi. Queste le caratteristiche dell’attuale fase di rinnovamento dell’università italiana, alle prese con le sfide della società complessa: accreditamento, valutazione, internazionalizzazione. Fattori che stanno mutando l’assetto funzionale dello spazio accademico. A questi fattori si aggiunge l’ipertrofia normativa, che complica un processo di razionalizzazione scandito da interventi di riforma pressoché permanenti.
E’ comodo definirsi scrittori da parte di chi non ha arte né parte. I letterati, che non siano poeti, cioè scrittori stringati, si dividono in narratori e saggisti. E’ facile scrivere “C’era una volta….” e parlare di cazzate con nomi di fantasia. In questo modo il successo è assicurato e non hai rompiballe che si sentono diffamati e che ti querelano e che, spesso, sono gli stessi che ti condannano. Meno facile è essere saggisti e scrivere “C’è adesso….” e parlare di cose reali con nomi e cognomi. Impossibile poi è essere saggisti e scrivere delle malefatte dei magistrati e del Potere in generale, che per logica ti perseguitano per farti cessare di scrivere. Devastan...