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Il libro raccoglie i diciotto interventi di Paolo Baffi pubblicati nell'arco di ventiquattro anni (dal 1965 al 1989) su "Bancaria", la rivista ufficiale dell'Associazione Bancaria Italiana. Nella maggioranza dei casi sono scritti non concepiti per occasioni ufficiali, ma riflessioni e studi predisposti in occasione di conferenze o di approfondimenti scientifici. Si tratta dunque di uno spaccato di grande interesse, dal quale emergono i due aspetti fondamentali che hanno connotato l'avventura umana e intellettuale di Paolo Baffi: quello di uomo dell'istituzione e quello dello studioso ispirato dalla convinzione che esista, a livello teorico e statistico, un nesso inscindibile tra fenomeni reali e fenomeni monetari. Questi scritti rappresentano oggi una preziosa testimonianza dell'applicazione di un metodo in base al quale la fondatezza di una valutazione si riscontra esclusivamente sul piano della coerenza del procedimento logico, della ricchezza delle argomentazioni e dell'attendibilità delle informazioni, in un quadro di rigorosa integrità morale e intellettuale.
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Mentre nella maggior parte dei paesi industriali le banche centrali sono rimaste confinate in un ruolo esecutivo rispetto alle grandi scelte della politica economica, la Banca d'Italia ha conquistato un posto di rilievo nel dibattito e non di rado nelle scelte di indirizzo, anche al di fuori dell'ambito monetario. Analizzando i percorsi di carriera, le coordinate intellettuali, le reti di relazione, le decisioni cruciali dei banchieri centrali del passato, da Stringher a Menichella, da Einaudi a Carli, da Baffi a Ciampi, l'autore svela le origini della supremazia di questa istituzione nel sistema economico italiano, e al tempo stesso mostra la peculiare funzione di collegamento che i governa...