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Al centro di questo libro c’è la questione dei bisogni, che oggi va pensata radicalmente in modo nuovo, sia sul piano filosofico sia su quello politico. L’esperienza della pandemia, della scarsità di beni vitali sul nostro pianeta e delle guerre ha spinto le autrici a interrogarsi sulla radice dei bisogni. L’esperienza soggettiva ha costituito il timone per guidare il pensiero della condizione umana dei bisogni secondo la pratica femminista del partire da sé. L’idea di fondo del libro è che non si tratta tanto di soddisfare i bisogni ma di sostare in essi, sperimentandoli e comprendendoli dall’interno, perché questo può portare alla trasformazione dei contesti e a far vivere ...
Oggi, la comunicazione scientifica avviene in inglese, e le altre lingue europee sono meno utilizzate e rimangono in un ambito di minore prestigio anche professionale. Questo comporta il rischio di un crescente contrasto: da un lato, un linguaggio agevolato, accessibile a chi non è medico o allo studente in medicina; dall’altro, un linguaggio iperspecialistico, che rischia di essere di difficile comprensione per gli stessi medici con altra specializzazione. Durante la revisione dell’ultima edizione di un noto trattato di chirurgia si è constatata un’inattesa e straordinaria estensione dei lemmi chirurgici e medici in generale. Questa proliferazione di termini, talora impenetrabili, inconsueti e frequentemente presi in prestito da altre lingue, sta progressivamente allontanando il grande pubblico e per il suo tecnicismo può mettere in difficoltà anche la “corporazione clinica”. Si è così reso necessario un aggiornamento del vocabolario chirurgico e, in parte, di quello medico per fornire elementi utili per decodificare e intendere neologismi, forestierismi, termini inconsueti, eponimi e acronimi.
Un certo tipo di riflessione bioetica mette spesso sotto accusa la tecnologia come segno di arroganza e insofferenza nei confronti dei limiti insiti nella condizione umana. In altri termini, si tratta dello schema interpretativo per cui, morto Dio, si affaccia sulla scena il Superuomo con il relativo affermarsi di una volontà di potenza inarrestabile. Il fantasma di Nietzsche, con quanto di morboso e terribile è associato al suo pensiero, va a braccetto col mito di Prometeo, ed entrambi sono evocati per far risaltare, per contrasto, un mondo fatto di certezze metafisiche e di ordine naturale in cui ogni cosa trova una sua collocazione e al quale, dimenticando quanto le metafisiche cadano s...
Nel presente volume si delinea un percorso che non segue gli approcci tradizionali ma tenta di proporre soluzioni originali per intendere sia il compito dei presocratici sia il ruolo dei sofisti, cercando inoltre di rispondere al quesito della nascita delle tre religioni monoteiste in Asia minore. È qui evidente anche l’esclusione, o revisione critica, di etichette famose come “Rinascimento”, “modernità”, “Romanticismo”, il dissidio tra età contemporanea e postmodernità. Il tutto alla luce di un metodo definito di materialismo storico culturale.
Viviamo in una società in cui la tecnologia è entrata in simbiosi con le nostre vite. Inevitabilmente anche l’arte è stata toccata dalle ultime frontiere del sapere. Questo saggio esplora i punti di contatto esistenti tra la robotica e l’arte, tra il rigore della scienza e la libertà dell’azione pittorica, tra la percezione e il senso estetico. Con un’analisi multidisciplinare e traendo dalla propria esperienza personale di robotico e artista, l’autore presenza un’attività espressiva dell’uomo – quella dell’arte robotica – che sta compiendo i primi passi nella nostra dimensione umana.
L’autore ricolloca il trattamento psicanalitico entro il suo orizzonte originario, da tempo obliterato, che è etico e non sanitario. Di conseguenza riattiva la modalità freudiana di intendere e gestire il fenomeno che ne è il cuore, ossia il transfert, mostrandone la superiorità teorico-clinica sulle varie riformulazioni postfreudiane, il che realizza mediante l’esame critico di una significativa serie di esempi clinici tratti da opere di noti psicanalisti. Su questa base giunge anche a proporre interpretazioni del tutto nuove di alcuni classici della cultura occidentale quali la favola apuleiana di Cupido e Psiche, il Simposio platonico e l’opera poetica di Guglielmo IX d’Aquitania, padre della poesia trobadorica.
Il volume pone al centro dell’attenzione critica gli oggetti, analizzati non solo in quanto temi ma anche come presenza fisica e attuale nell’esperienza umana, con implicazioni molto rilevanti per l’economia cognitiva e psichica di singoli e comunità. Nell’ambito della critica letteraria e cinematografica, gli oggetti sono stati studiati per lo più – in prospettiva psicoanalitica o decostruzionista – come indicatori del “negativo” (rimosso, represso), come emblemi dell’indicibilità del trauma o, soprattutto dalla critica tematica, come sintomi delle contraddizioni disseminate dal progresso. Ma è interessante tornare a riflettere sugli oggetti intesi come funzioni transi...
La potenza dell’arte è un richiamo che non si accontenta mai di rimanere inespresso. Mikel Dufrenne si fa interprete di questo richiamo nel tentativo di testimoniare l’origine, dove il mondo è ancora allo stato di possibile poiché non ha ancora ricevuto una forma. A questo luogo conduce l’arte, che instancabilmente sollecita l’uomo a non accontentarsi delle prassi consolidate. Questo libro racconta l’impresa filosofica di Dufrenne che elabora un’estetica attiva, in cui attraverso l’azione dell’uomo, l’arte arriva al suo vero compimento. Per comprendere il linguaggio di Dufrenne e la ricchezza dei riferimenti presenti nelle sue opere, occorre mantenere un confronto continuo con le espressioni artistiche e i mutamenti sociali che costituiscono lo sfondo della sua opera. Ciò che rimane, leggendo questo autore, è la convinzione che la creatività e la bellezza, scoperte in ogni piega del mondo e della realtà, siano davvero generative non solo di una visione ma anche di un’azione, nuova e migliore.
All’inizio dell’età moderna la libertà umana è stata concepita come una facoltà illimitata, aperta al totalmente nuovo. Quest’idea, che ha contrassegnato la storia degli ultimi secoli, è entrata in rotta di collisione con alcune decisive esperienze degli ultimi decenni. Il saggio prende avvio dalle discussioni nate durante la pandemia, per poi risalire alle radici storiche e culturali della “libertà dei moderni”, di cui il sovranismo politico e il negazionismo ecologico sembrano le ultime propaggini. Uno spazio viene dedicato al modo in cui la libertà è stata declinata nella società americana, fino all’ascesa del presidente Trump; mentre, sul versante opposto, il tentati...
Serve una nuova idea di mondo! Il capitalismo ha esaurito le sue risorse per alleggerire le sofferenze e le disuguaglianze dei singoli e delle comunità. L’assunto “il profitto per il profitto”, disancorato dai legami positivi con società e ambiente, è distruttivo e comporta fragili forme vitali fra natura e mondo antropico. Il socialismo di derivazione sovietica, invece, non ha minimamente scalfito la supremazia del capitalismo e non ha reso i popoli più giusti ed eguali, generando forme di potere coercitive, riduzione del pluralismo e delle libertà individuali e collettive. La socialdemocrazia europea, infine, ha esaurito l’apprezzabile sforzo d’innovazione sollecitando maggiore sensibilità sociale e ambientale. Ora sembra priva di nuove chiavi di lettura per rendere il mondo più umanizzato, giusto e solidale. Si rende allora necessario recuperare le parti migliori della cultura del Novecento per porre mano al cantiere della società moderna all’insegna della sostenibilità totale, unica alternativa democratica per garantire le generazioni presenti e future.