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La vicenda narrata in queste pagine è una storia d’altri tempi e segue le vite di personaggi che si incontrano e scontrano in vari modi, dando un seguito spesso inaspettato alle proprie esistenze. È la storia di donne che portano avanti le proprie battaglie, che prendono scelte sbagliate ma provano a lottare fino alla fine in nome di una resistenza e di un desiderio di superamento necessari. È una storia velata a tratti da nostalgia e tristezza, dalla difficoltà di comprendere il mondo complesso che ci ospita con le sue dinamiche troppo spesso aliene ai sentimenti. Ma è anche il racconto di un bell’esempio di riscatto, di ricerca e ottenimento di una vita migliore, narrato con precisione e scorrevolezza dall’autrice Lavinia Gargiulo. Lavinia Gargiulo è nata a Piano di Sorrento. Dopo gli studi classici, la passione per i viaggi l’ha spinta a esplorare diversi Paesi, per poi arrivare nel sud della Francia, dove oggi vive con la sua famiglia.
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Nell’ottobre 1926 le celebrazioni per la ricorrenza del settimo centenario della morte di san Francesco d’Assisi davano modo ai rappresentanti della S. Sede e del governo italiano di incontrarsi e mettevano in moto il processo che portò alla “conciliazione” del 1929. A dieci anni di distanza, il 18 giugno 1939, pochi mesi prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, papa Pio XII proclamava patroni d’Italia santa Caterina da Siena e san Francesco d’Assisi, che definiva «il più Santo degli italiani, il più italiano dei Santi». Nel nesso sempre più stretto che si instaurava in Italia fra patria e nazione, la figura del santo di Assisi assumeva, nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, un volto alquanto diverso dalla sua riscoperta romantica ottocentesca, e il francescanesimo si inseriva all’interno dei nuovi orientamenti del cattolicesimo, di cui restano simbolo due francescani, pur diversissimi tra loro, quali Pio da Pietrelcina e il medico Agostino Gemelli, fondatore del l’Università Cattolica. La storiografia, l’arte, il cinema, la radio, in Italia come all’estero, esploravano nuovi volti del Poverello.
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