You may have to Search all our reviewed books and magazines, click the sign up button below to create a free account.
Silvio Pellico ha composto nel corso della propria vita diverse cantiche di ambientazione medievale, rispecchiando il gusto e lo stile della cultura romantica di cui è stato in Italia uno dei principali esponenti. In questo senso è evidente il debito del Pellico nei confronti del Berchet e della sua nota romanza "Il trovatore" in cui il protagonista, innamoratosi della signora del castello in cui vive, se ne allontana per non tradire la fiducia del proprio padrone e non compromettere la donna amata. Allo stesso modo il giovane Adello, abbandonata l'Italia per approdare alla corte dell'imperatore Ottone sulle rive del Reno, si innamora di sua figlia Eloisa, ma parte per la guerra, dopo essersi lasciato sfuggire la confessione dei propri sentimenti, per non compromettere Eloisa. Questa edizione fa parte del progetto di ripubblicazione di tutte le opere minori del Pellico, corredate da nuove introduzioni storiche e, se possibile, trascritte dagli originali. In appendice le foto del manoscritto del Pellico.
Questa mostra rappresenta i due estremi della mia esperienza di pittrice che ha deciso di aprire il proprio atelier anche ad opere di altri artisti che svolgono ricerche simili come temi e stile.I pittori qui raccolti sono certamente soltanto una piccola parte di quelli che ancora oggi reinventano la tradizione impressionista, alcuni l'ho trovati vicino a me geograficamente oppure affettivamente, altri l'ho trovati lontano, in Francia o in Germania, grazie ad internet e in particolare alle mie esplorazioni su ebay, ma anche su siti di gallerie d'arte dove gli artisti possono esporre e vendere direttamente le proprie opere.Una mostra dunque piccola e per forza di cose parziale, ma che apre una finestra, credo, interessante, sulla vitalità dell'eredità impressionista.Cristina Contilli, febbraio 2014
In 1826 Angela Veronese, a gardener’s daughter, wrote and published the first modern autobiography by an Italian woman. Veronese’s account focuses on her unique experience as a peasant girl who came of age among the Venetian elite, and details how she attained a certain renown in and out of Italy by improvising, writing, and publishing her own lyrics. Courting Celebrity is a bilingual annotated edition of Veronese’s autobiography. To better elucidate Veronese’s thinking, the book includes the autobiographical writing of another contemporary Italian poet, Teresa Bandettini, a well-known Tuscan poet-improviser. The book offers a substantial sample of Veronese’s poems, translated and in the original. These compositions, together with detailed bibliographical documentation, point to the success of Veronese’s autobiographical enterprise and offer an unparalleled view of both high society and popular culture at the time. Courting Celebrity illustrates women’s practice in two key literary genres, poetry and autobiography, and illuminates the strategies of women’s self-fashioning and pursuit of celebrity.
Cristina Contilli si è laureata nel 2001 in lettere presso l'Università di Macerata e nel 2006 ha concluso il dottorato di ricerca in italianistica presso la medesima università, discutendo una tesi, intitolata "Silvio Pellico. Lettere inedite (1830-1853)". Dopo aver ottenuto soltanto l'idoneità al concorso per ricercatrice in letteratura italiana, ha iniziato il praticantato presso la rivista on line literary.it di Padova e dal 2010 è iscritta all'ordine dei giornalisti del Veneto come pubblicista. Nel 2013 è uscita con la casa editrice Bookelis di Aix-en-Provence la sua biografia romanzata della scultrice Camille Claudel (Camille Claudel entre art et amour) e tra il 2014 e 2015 i disegni dell'autrice e le foto d'epoca rintracciate sul mercato antiquario per ricostruire la vita di Camille sono state esposti presso Livegalerie.com ad Honfleur in Francia e presso il Caffè Novecento a Porto San Giorgio in Italia.
The humanities have been an integral part of liberal arts education for centuries, and their importance has only grown in our rapidly changing world. In this collection of essays, faculty members of the Department of History and Humanities of John Cabot University offer a wide array of perspectives on the past, present, and future of the humanities in liberal arts education. This insightful and engaging collection presents nuanced and thought-provoking explorations into the history of the humanities and their impact on shaping our understanding of the world. The authors also tackle the challenges and opportunities facing humanities education today, as well as the innovations driving its futu...
Metaphors in the History of Economic Thought: Crises, Business Cycles and Equilibrium explores the evolution of economic theorizing through the lens of metaphors. The edited volume sheds light on metaphors which have been used by a range of key thinkers and schools of thought to describe economic crises, business cycles and economic equilibrium. Structured in three parts, the book examines an array of metaphors ranging from mechanics, waves, storms, medicine and beyond. The international panel of contributors focuses primarily on economic literature up to the Second World War, knowing again that the use of metaphors in economic work has seen a resurgence since the 1980s. This work will be of interest to advanced students and researchers in the history of economic thought, and economics and language.
Le lettere raccolte in questa edizione testimoniano del successo internazionale de Le mie prigioni, ma anche del lavoro di segretario della marchesa Giulia Falletti di Barolo che il Pellico svolgeva quando necessario (oltre ad collaborare attivamente con le opere di carità della marchesa). Le mie prigioni di Pellico avevano commosso molti lettori anche di religione non cattolica e ne avevano favorito la conversione, tra questi Pellico ricordava in particolare l'incisore tedesco Karl Voigt con cui poi aveva intrattenuto una corrispondenza abbastanza regolare. Una conversione meno nota, ma ugualmente significativa è quella testimoniata da una delle lettere qui raccolte, indirizzata ad una principessa Gagarin di Monaco che da protestante si era fatta cattolica, ma che soffriva perché il marito e i tre figli non avevano condiviso la sua scelta ed erano rimasti protestanti.
Camille, per me era una sconosciuta, ma con questo libro e diventata un personaggio dal fascino carismatico, una donna moderna che non ha avuto vita facile, ma che ha vissuto una vita piena di passioni, dall'amore all'arte. Una volta letto il libro la comprendi, e perché no, la senti vicina, merito dell'autrice che ha saputo trasferire tutto il suo impegno e la sua passione per una storia "vera"... (CARLA LENTINI - MAHARET DI ANOBII.COM)
Ho scritto le prime poesie in terza media, forse erano più tentativi di scrivere poesia che testi poetici veri e propri e ho continuato a comporre versi durante gli anni del liceo e dell'università, fino alla soglia dei trent'anni. (...)Questo volume raccoglie una scelta delle mie poesie, ma anche delle mie traduzioni.Avendo pubblicato l'ultima raccolta nel 2007 credevo non solo che la poesia appartenesse ad una fase ormai chiusa della mia vita, ma anche che la memoria di quello che avevo scritto si fosse ormai dispersa o quasi.Poi mi è capitato quasi per caso di andare alla presentazione di un libro di poesie e, volendo inviare agli autori qualche link delle mie vecchie pubblicazioni, ho scoperto che, invece, i miei testi poetici, ma soprattutto le mie traduzioni erano ancora vive e presenti sul web.Per chi, però, non volesse fare una ricerca su google e saltare da un link all'altro ho deciso di curare questa scelta di testi. (Cristina Contilli, giugno 2013)
Nel 1837 si trasferisce a Torino la poetessa fiorentina Nina Olivetti, amica di Quirina Mocenni Magiotti, una delle amanti di Foscolo che Pellico aveva conosciuto nel 1816 e con cui ha avuto un rapporto epistolare durato trent’anni, fatto di lettere affettuose e di un rapporto al limite tra amicizia ed amore.Inizialmente emarginata dalla vita mondana per le sua origine ebraica la Olivetti diviene in seguito amica sia della famiglia D’Azeglio sia della marchesa Giulia Falletti di Barolo. Silvio Pellico apprezza i versi della Olivetti, ma sa anche essere franco nel criticare il componimento Addio ai piemontesi che la poetessa scrive nel 1845 prima di lasciare Torino per trasferirsi in Francia.