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Tesero (TN). In macchina col padre nel tragitto di ri- torno dalla stazione di Bolzano, Anna, studentessa fuori sede a Bologna, finisce per caso e del tutto inconsapevolmente nella località dove, fino la luglio del 1985, si trovavano i bacini di decantazione della Valle di Stava. Spinta dalla curiosità, Anna inizia un viaggio nella memoria di una delle più gravi tragedie che abbiano colpito il Trentino in epoca moderna. Divisa tra il lavoro estivo da cameriera e le interminabili nottate con gli amici di sempre, Anna non perde occasione per cercare di capire cosa sia successo in quegli anni, scoprendo inevitabilmente ferite mai rimarginate e faticosi ricordi. Una graphic novel che parla di questo drammatico episodio attraverso gli occhi di chi l'ha vissuto e le immagini di chi, troppo giovane all'epoca dei fatti, cerca di dare forma ai frammenti di discorsi sentiti durante l'infanzia.
L'associazione Antigone compie quest'anno i suoi primi venticinque anni. Una lunga storia nata da grandi personalità di pensiero. Venticinque anni di battaglie per garantire i diritti di tutti nel sistema della giustizia penale. Venticinque anni trascorsi a monitorare le carceri italiane. Ed è proprio da questo speciale luogo di osservazione che nasce l'idea di una graphic novel. Tre racconti che attraversano altrettanti decenni della recente storia d'Italia: il carcere emergenziale dei movimenti politici a durante gli anni di piombo; il carcere delle stragi mafiose degli anni Novanta; il carcere dell'internamento di massa delle nuove povertà dei giorni nostri. Tre racconti che ci guidano in un Paese drammaticamente reale, ma per troppo tempo sconosciuto e ignorato.
Silenzio di piombo. Esperimenti militari e contaminazioni ambientali: in Sardegna è un binomio già noto, ma sempre difficile da dimostrare. Nel 2011, la magistratura apre un'inchiesta e mette sotto accusa i vertici dell'aeronautica. Al centro c'è il poligono di Quirra: per 60 anni, militari di tutto il mondo vi hanno compiuto esercitazioni. Dal 2001 si susseguono denunce di malattie e morti sospette fra soldati e abitanti della zona circostante, così come accade anche per il poligono di Teulada. Però non ci sono prove certe: Commissioni parlamentari, indagini e analisi non approdano mai a risultati definitivi. Sul tavolo troppi interessi e segreti industriali e militari, accuse e omissioni, mentre sulla partita aleggia, più tossico dei veleni, il silenzio delle istituzioni.
Esiste un’altra Tav, lontana dai riflettori, ma con problematiche, contraddizioni e proteste simili alla Torino-Lione. Il progetto di una linea ferroviaria ad Alta velocità tra Genova e Tortona/Novi Ligure risale al 1991 ed è incastonato fra quattro valli (Scrivia, Lemme, Verde e Polcevera), metà in Piemonte e metà in Liguria, lungo l’antica via romana Postumia. Impatto ambientale (amianto e falde acquifere), spesa (6,2 miliardi di euro per 53 chilometri) e incerta utilità sono i temi più caldi. Col rifinanziamento dell’opera da parte del governo Monti è ripartita, nel 2012, la protesta contro gli espropri e i cantieri. Accanto alla parte storica e d’inchiesta, il libro raccoglie le storie di una popolazione che resiste: la maestra di Arquata, il delegato sindacale in pensione, l’espropriata della Val Scrivia, il giovane ingegnere, le elementari di Trasta, dove doveva sorgere il quartier generale dell’opera.
In Italia il lavoro dipendente assume sempre di più i contorni di una forma di schiavitù post moderna. La nuova precarietà, le condizioni di impiego, le retribuzioni, i metodi di organizzazione del personale. Un'inchiesta nazionale che dà voce a chi lavora ai limiti della legalità. Partite Iva, addetti alla logistica, metalmeccanici, stagionali, operatori sociali: tutti accomunati dalla precarietà permanete e da quel ricatto morale e contrattuale che chiamano "lavoro".
Era stata pensata per il Giubileo del 2000. Quindici anni dopo, durante quello straordinario indetto da Papa Francesco, la Metro C di Roma è completa appena per metà. La promessa di viaggiare in pochi minuti dalla periferia di Tor Bella Monaca e Pantano al centro dei Fori Imperiali, si è incagliata nei ritardi progettuali, nei costi aumentati a dismisura, nelle pastoie delle inchieste contabili. A tutto danno dei cittadini contribuenti. Il nostro viaggio nel più grande cantiere pubblico d'Italia, parte dalla storia di un progetto nato in embrione nel 1990; passa per i fondi pubblici che scorrono come acqua corrente e si dirige verso un finale che è ancora tutto da scrivere. Al capolinea ci si arriverà mai? Nel contratto d'appalto c'era scritto di sì. Ma i fatti raccontano tutt'altra cosa.
40 anni di guerra, analfabetismo, povertà, donne che lottano ma spesso soccombono alla tradizioni. Talebani mai sconfitti, soldati internazionali che combattono e poi se ne vanno prima ancora che si possa dire "missione compiuta". E' la storia di un popolo "liberato", costantemente minacciato dagli interessi di altri. A 15 anni dalla caduta delle Torri Gemelle, ripercorriamo le strade di più di un decennio afgano con 30 viaggi, fiumi di storie e di persone incontrate, tra i talebani, politici, militari, ma soprattutto tra la gente, unico motivo, per la quale un paese merita sempre di essere amato.
Giona è la storia di una famiglia. La storia di due adulti, una ragazzina e tre bambini che hanno viaggiato a lungo, che hanno patito la fame e il freddo. Persone che hanno guardato la morte in faccia più volte, rinchiuse, umiliate, che si sono perse e ritrovate. Eppure Giona non è la storia di una famiglia somala, siriana o afghana, e nemmeno curda. Erano di Coreno Ausonio, un paesino di poche anime arroccato sui monti Aurunci, neanche 150 chilometri a sud di Roma. Questa storia è successa settant'anni fa, ed è iniziata sotto le bombe di Montecassino. Per tutto questo tempo questi fatti sono rimasti sepolti sotto due dita di polvere, annacquati nel chiacchiericcio quotidiano. Poi sono stati tirati fuori, e per farlo si è dovuto scavare a fondo. Quando si scava, però, di solito ci si sporca le mani, c'è sempre il rischio di graffiarsi. E di scontrarsi con una presente che non è molto dissimile da quel fosco passato. Perché la Storia (quella con la S maiuscola) si ripete sempre due volte. La prima come tragedia, la seconda pure.