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Emilio non riesce a dimenticare Erica. Erica ha paura di perdere il patrigno, sua unica certezza. Stella non vede mai suo padre. Greta vive per suonare la batteria. Matteo è un mistero per le persone che ha intorno. Tutti sono studenti del liceo di Villa Erminia e hanno poche settimane per salvare la loro scuola, che rischia di chiudere sotto i colpi dei tagli all¿istruzione. Così ha inizio un intreccio di sogni, nuove amicizie, amori e ribellione da cui nessuno di loro vuole dividersi. E sarà un'estate indimenticabile...
Dal cassetto del mio comodino sbuca un portafoto in plastica arancione pieno di fotografie brutte, ed è subito estate del 1990. C'è Claudia con la frangetta e un paio di occhiali da sole con lenti fumé, Gina un po' più magra e con i capelli bagnati sciolti sulle spalle, io con gli occhiali da vista e sottile come un orbettino. Lulù era già andata via. Mi ricordo gli anni dopo la sua fuga, quella strana assenza mista a sollievo. Non sapere dove fosse e cosa stesse facendo era inquietante, ma la vita senza di lei era diventata più semplice, almeno per noi. Friuli, un paese come tanti: una chiesa, case e villette, un supermercato. Nella seconda metà degli anni '80, un gruppo di cinque a...
La parola «femminista» non conosce mezze misure: la ami o la odi, la dici o la bruci. E ancora dopo anni da quando è stata usata per la prima volta continua a evocare una grande varietà di significati, immagini e letture. Sembra arduo pensare a una definizione che ne comprenda le diverse sfumature e ne mostri l'evolversi nel tempo e nello spazio. Eppure, in questo saggio, Vanessa Roghi riesce a farlo in modo brillante. Unendo la propria storia a quella con la S maiuscola, l'autrice ricorda il femminismo in cui era immersa da bambina, fatto di fiabe senza principesse e riunioni del collettivo di cui faceva parte la madre, e quello vissuto da giovane donna, tra manifestazioni in piazza, di...
Ragazze, non c'è più tempo da perdere: bisogna fare la rivoluzione! Care lettrici (e cari lettori) di ogni età, questo appello appena lanciato da Giulia Blasi non è una boutade, ma un invito serio, formulato dopo anni passati a osservare come si muovono uomini e donne in Italia. Una società che oggi è tecnologica, in rapida evoluzione, ma purtroppo non ancora paritaria fra i sessi in termini di rispetto, opportunità, trattamento. Certo non si può dire che nel Novecento non siano stati fatti enormi passi avanti per le donne, basti pensare al diritto di voto o alle grandi battaglie per il divorzio e l'aborto. Ma dagli anni '80 in poi il femminismo si è come addormentato, mentre il suc...
Questo testo pone all'attenzione l'approccio di genere verso le tecnologie. Offre spunti, competenze e esperienze vere per nuovi modelli di società, di produzione, di rapporti. Contributi tutti al femminile: rappresentano analisi e testimonianze di donne che sono protagoniste, come studiose o professioniste, della Rete e dell'ICT. Ognuna, con il proprio contributo, a dire che anche nel mondo della Rete (che si pretende innovativo per definizione) il simbolico è e rimane quello "tradizionale" (maschile), solo apparentemente neutro.
Per la Generazione Z - ovvero gli adolescenti e i neo-ventenni di oggi, nati tra il 1995 e il 2010 - il femminismo è un aggeggio arcaico come un telefonino Nokia o può ancora essere utile? Dopo il successo di Manuale per ragazze rivoluzionarie, in cui si rivolgeva a lettrici di tutte le età (non è mai troppo tardi per abbattere gli stereotipi e scoprirsi più felici), Giulia Blasi è stata contattata da un grande numero di teenager e poco più, che volevano chiarirsi le idee su temi che andavano dalle relazioni paritarie (o no) al rispetto, alla corretta comunicazione, all'identità di genere e via dicendo fino ad arrivare a problemi personali e intimi. Per sciogliere questi dubbi e ragg...
Durante i concerti delle Bikini Kill, Kathleen Hannah urlava sempre dal palco: «Tutte le ragazze vengano avanti!». Solo dopo la band cominciava a suonare. Così, in un mondo abituato a escluderle, riservava alle ragazze un posto in prima fila da cui osservare lo spettacolo, ascoltare la musica, partecipare al concerto cantando la propria rabbia e la semplice gioia di esserci tutte. Ci siamo chiesti cosa significhi essere femminista, oggi, in Italia. Abbiamo trovato dieci risposte di giovani intellettuali e artiste: essere guerriera fin da bambina come Giulia Gianni; sfidare i limiti imposti dalla società con l'obiettivo di essere libera come Lucia Brandoli Busquet, essere adulta dopo un'a...
Non sempre gli uomini si rendono conto del dolore che possono causare ai loro simili. Molto probabilmente per cogliere tali sfumature sono necessarie una notevole profondità d’animo e una spiccata attenzione alle piccole cose; serve un animo nobile che abbia la capacità di elevarsi. La grettezza e l’ignoranza, nelle quali troppe volte ci si imbatte, sono responsabili di atteggiamenti lesivi che indubbiamente feriscono le anime delicate, impreparate soprattutto ad affrontare tali oltraggi. Quel piccolo imponderabile male, di Giovanna D’Amore Pucci, è un elegante saggio, altamente poetico e dai toni placidi, morbidi. L’essenza sprigionata dal ricercato apparato documentale giunge a ...
Dal primo sangue alla vecchiaia, i corpi femminili diventano oggetto di discussione, contese, critiche e giudizi. Non sono soltanto i media a guidare questo processo, ma è la stessa società a disporre criteri specifici, talvolta contraddittori, sui parametri e le condizioni dei corpi femminili: devi essere forte ma delicata, bella ma naturale, assertiva ma accondiscendente. E l’accerchiamento è duplice: da una parte il solco di una tradizione millenaria che cerca di tenere le donne ‘al loro posto’, dall’altra un processo di evoluzione economica, tecnica e comunicativa che produce continuamente nuovi bisogni, nuove insoddisfazioni, nuove imperfezioni. Esiste una maniera di uscire da questa pesantissima, ma sottile, forma di schiavitù? Attraverso una chiara, intima e appassionata analisi critica delle convenzioni e imposizioni su ciascuna parte dei corpi femminili, l’autrice, che da lungo tempo indaga questo tema in chiave ‘pop’, si risponde che la via d’uscita sta nel vedersi per intero, e non dover essere, ma volerlo.
Chi non ricorda le bellissime (e giovanissime) protagoniste di Non è la Rai? Persino chi non ha mai visto il programma avrà canticchiato qualche volta T'appartengo di Ambra Angiolini. E proprio dal fenomeno di Non è la Rai parte Maria Cafagna per aprire il proprio «cassetto emozionale» e far emergere un desiderio piuttosto frequente in molte giovani donne: essere belle. Anzi, essere belle e famose. Cafagna ha ben in mente il modello a cui aspiravano le adolescenti della sua generazione: Ambra, appunto, la ragazza prodigio scelta come conduttrice del programma di Gianni Boncompagni. Per tutte loro, è stata lei la prima «cattiva maestra». Negli anni a venire, poi, altre protagoniste de...