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Tsar Ivan the Terrible (Ivan IV, 1533-1584) is one of the most controversial rulers in Russian history, infamous for his cruelty. He was the first Russian ruler to use mass terror as a political instrument, and the only Russian ruler to do so before Stalin. Comparisons of Ivan to Stalin only exacerbated the politicization of his image. Russians have never agreed on his role in Russian history, but his reign is too important to ignore. Since the abolition of censorship in 1991 professional historians and amateurs have grappled with this problem. Some authors have manipulated that image to serve political and cultural agendas. This book explores Russia’s contradictory historical memory of Ivan in scholarly, pedagogical and political publications.
Antonio Giangrande, orgoglioso di essere diverso. ODIO OSTENTAZIONE ED IMPOSIZIONE. Si nasce senza volerlo. Si muore senza volerlo. Si vive una vita di prese per il culo. Tu esisti se la tv ti considera. La Tv esiste se tu la guardi. I Fatti son fatti oggettivi naturali e rimangono tali. Le Opinioni sono atti soggettivi cangianti. Le opinioni se sono oggetto di discussione ed approfondimento, diventano testimonianze. Ergo: Fatti. Con me le Opinioni cangianti e contrapposte diventano fatti. Con me la Cronaca diventa Storia. Noi siamo quello che altri hanno voluto che diventassimo. Facciamo in modo che diventiamo quello che noi avremmo (rafforzativo di saremmo) voluto diventare. Rappresentare con verità storica, anche scomoda ai potenti di turno, la realtà contemporanea, rapportandola al passato e proiettandola al futuro. Per non reiterare vecchi errori. Perché la massa dimentica o non conosce. Denuncio i difetti e caldeggio i pregi italici. Perché non abbiamo orgoglio e dignità per migliorarci e perché non sappiamo apprezzare, tutelare e promuovere quello che abbiamo ereditato dai nostri avi. Insomma, siamo bravi a farci del male e qualcuno deve pur essere diverso!
Bob Woodward, riconosciuto come uno dei più importanti giornalisti investigativi al mondo, ci consegna il racconto, inedito e sconvolgente, di uno dei periodi più tumultuosi della storia americana e della politica internazionale. Le sue fonti riservate raggiungono il cuore del potere, proiettando il lettore al fianco del presidente Joe Biden e dei suoi principali consiglieri nelle tese conversazioni con il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky, e con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. E nel quadro non manca Donald Trump, il presidente-ombra che cerca di riconquistare con ogni mezzo il potere politico. Il dettagliato reportage dall’interno della...
Il passato non se ne va mai, gli piace nascondersi nella musica, nelle strade, nei sogni, nei ricordi, nella vita. Raza al-Malìk da semplice schiavo diventa comandante dell'armata perché, con l'ingegno e la determinazione, riesce a elevarsi dall'ultimo gradino della società fino a occupare una delle posizioni di maggior peso nell'impero. Ma la sete di potere e ricchezza che lo guida lo porterà a compiere azioni efferate e senza scrupoli. La sua storia si intreccia con quella di uno straordinario affresco storico, quello dell'impero timuride del XIV secolo. Le dettagliate descrizioni dei costumi, delle usanze, dei paesaggi dipingono un mondo lontano nel tempo ma profondamente affascinante...
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The Russian revolution of 1917 was a defining event of the twentieth century, and its achievements and failures remain controversial in the twenty-first. This book focuses on the retreat from the revolution’s aims in 1920–24, after the civil war and at the start of the New Economic Policy – and specifically, on the turbulent relationship between the working class and the Communist Party in those years. It is based on extensive original research of the actions and reactions of the party leadership and ranks, of dissidents and members of other parties, and of trade union activists and ordinary factory workers. It discusses working-class collective action before, during and after the cris...
«Siamo solo un mezzo, per lui. Un mezzo per raggiungere il potere personale. Per questo dispone di noi come vuole. Può giocare con noi, se ne ha voglia. Può distruggerci, se lo desidera. Noi non siamo niente. Lui, finito dov’è per puro caso, è il dio e il re che dobbiamo temere e venerare. La Russia ha già avuto governanti di questa risma. Ed è finita in tragedia. In un bagno di sangue. In guerre civili. Io non voglio che accada di nuovo. Per questo ce l’ho con un tipico čekista sovietico che ascende al trono di Russia incedendo tronfio sul tappeto rosso del Cremlino». ANNA POLITKOVSKAJA
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