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Cosmopolitics and Biopolitics seeks to trace cosmopolitical aesthetics understood not only as the union of art, science, and the right to survive, but also as the prism through which artistic practices are developed around questions connected to transculturality, migration, nomadism, post-gender subjectivities, social and natural sustainability, and new digital technologies. This book’s authors fashion a narrative that moves in the territory of “inbetweenness”, between hospitality and hostility, between welcoming and conflict, between languages and intermediate languages, science, and survival in a world that is “common” more than global.
This anthology brings together the best and most interesting papers from the first ten years of The Journal of Architecture, published together for the first time in a single volume. Covering a wide range of topics of central importance to architecture today, the papers also address the related topics to which architecture and architectural studies are inextricably linked. The invited authors draw on sociology, philosophy, cultural studies and the sciences to round out the collection and highlight the breadth and vitality of modern architectural studies, offering perspectives from different disciplines as well as different corners of the globe.
A Book of European Writers A-Z By Country Published on June 12, 2014 in USA.
One of the acclaimed filmmakers of the so-called 'new Italian cinema', Silvio Soldini's early films were recognized by critics for their artistic and cinematic value. This book traces his career from his first student film, "Drimage", to his documentary and shorts, and his feature films culminating in the 2004 comedy "Agatha and the Storm".
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Nell’epoca post-moderna, dove il campanile rintocca il requiem delle grandi narrazioni filosofiche, dopo le spoglie di Dio, si portano in spalla quelle dell’Uomo, ormai polverizzato nel teatro globale in un molteplice estremo, incapace di ricucirsi sotto qualsivoglia universalità. L’era della transizione al post-umano dilaga in queste vacanze concettuali e nutre i presupposti di un futuro anantropico. Dinanzi a tanta inesorabilità, è moralmente necessario domandarci: è possibile resuscitare l’Uomo alle porte del Post-Umanesimo, o dobbiamo rassegnarci alla sua nullificazione concettuale? Certo è che ogni tentativo di riquadrarne il concetto, deve fare i conti con il tema della diversità, che sembra scoraggiare la ricerca di ogni punto archimedeo. Attraversando la lezione di Wilhelm von Humboldt, nella cui filosofia essa diviene invece la metrica che ritma lo Spirito, la Storia, e la Lingua, si può forse scovare l’indizio per addomesticarla, rilanciando le basi universali di una sospirata palingenesi.
L’evento del primo confinamento, a seguito della pandemia da Covid-19, ha portato molti a confrontarsi con una nuova esperienza di sé. In questo frangente la dimensione del vuoto, nel senso ampio del termine, è sicuramente emersa come la più perturbante. Il libro si misura con tale dimensione e la relazione che questa ha con il processo di costruzione della nostra soggettività, attraverso un’analisi anzitutto storiografica di come il vuoto sia stato principalmente tematizzato dal pensiero filosofico occidentale, ma non solo, provando a ragionare attorno a cosa esso abbia rappresentato e cosa possa ancora significare, quale dispositivo di istituzione della nostra identità e della nostra esperienza. Gli atomisti antichi, gli epicurei, il pensiero orientale e il moderno pensiero occidentale, a partire da Blaise Pascal e Pierre Gassendi, fino alle riflessioni degli ultimi anni possono ancora dirci qualcosa su di noi, a partire dal nostro vuoto?