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Sullo sfondo è Milano, in primo piano la Sicilia: un viaggio nella terra d’origine che si prolunga fra i ricordi dell’età giovanile. Un manager e, fra gli altri, una moglie, un professore di liceo, un nostalgico “mal di Sicilia”, ma anche una cosca mafiosa e il mare – uno Jonio più azzurro che mai, mitologico e reale – con indagini di polizia e finanza su traffici internazionali di armi. E ancora antagonismi aziendali, un matrimonio in crisi, un delitto. Tutto In Sicilia, un’estate Massimo Polimeni, nato a Catania, è giornalista e dirigente d’azienda. Ha realizzato documentari per la RAI e diretto IN.TEA (Iniziative Teatrali). Ha vissuto a lungo all’estero (Seul, Tokio, New York), vive a Roma.
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Un inatteso intrigante, irrefrenabile, trasgressivo, irriverente, anticonformista, ironico, e geniale eroe. Il suo nome è tutto un programma: Porcu Porcu. Un personaggio imprevedibile come improbabili sono le armi di cui si serve. Qui non si parla di spade laser, bombe incendiarie o missili intergalattici. Lui e i suoi compari – i Coppa-Coppa e i Pizza-Pizza – usano banali armi biologiche che producono in quantità inimmaginabile: la cacca e le puzze. Porcu Porcu per le sue avventurose missioni si avvale anche di prestigiosi consulenti: il lunatico professor Tartarin, eccelso fisico e matematico, e il professor Ampolla, chimico di altissimo livello ma di bassissima statura. Li seguiremo...
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Solo quando il dolore entra nella tua esistenza comprendi quanto smisurato sia lo sforzo per continuare a vivere. Si presenta sotto forme diverse e tutte strazianti. Quello fisico, accompagnato dalla sofferenza psicologica che mina ogni certezza morale; quello generato dalla lotta estrema in difesa della Fede e delle proprie intime convinzioni. O ancora, il supplizio prodotto dalla violenza, dalle ingiustizie, dalla privazione della dignità. Il colonnello Quattrocchi ha sgominato un traffico d’armi, ma è ancora alla ricerca degli ultimi criminali sfuggiti alla cattura. Il suo male sembra privarlo di ogni volontà di vivere. Insieme al poco amato fratello sacerdote e a un’affascinante immigrata siriana cercherà quell’unico raggio di luce capace di generare una nuova speranza. Al di là del buio resta sempre una luce inattesa. Basta saperne cogliere il bagliore. Massimo Polimeni, catanese, è giornalista e dirigente d’azienda. Ha realizzato documentari per la RAI e diretto IN.TEA (Iniziative Teatrali). Ha vissuto a lungo all’estero (Seul, Tokio, New York), vive a Roma. Ha pubblicato per Nulla Die il romanzo In Sicilia, un’estate.
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