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Una selezione di materiali irreperibili con moltissimi inediti. I solchi del volume che stai per sfogliare contengono: oracoli dell’antichità non ancora verificati, un cesto di esami diagnostici per malattie visibili e invisibili, cinema e televisione sentimentali, una sposa genuflessa e vendicativa, un uomo alle prese con i numeri, centinaia di meduse, le istruzioni per distruggere un matrimonio e molte altre faccende umane che incidono solchi indelebili, a volte con un seme dentro, spesso no.
Gli esseri umani hanno iniziato a raccogliere dati personali fin dall’inizio della loro storia: per prepararsi alle guerre e alle carestie. Ma presto ci hanno preso gusto, e quasi tutto ciò che fanno è diventato misurabile, quantificabile, “datificabile”. Con l’arrivo di internet, dei social network e degli algoritmi questo processo ha preso una velocità esponenziale. Tanto che ora sembra esserci nel mondo qualcosa che ci conosce meglio di noi, e che inizia a prendere decisioni al posto nostro: dal suggerirci che strada fare o che contenuti guardare, al suggerire le strategie economiche, sanitarie e sociali che gruppi e interi Stati dovrebbero seguire. Grazie alla raccolta e analisi continua dei nostri dati personali, stiamo disegnando un mondo nuovo. Siamo ancora in tempo per tornare indietro? E soprattutto, lo vorremmo?
Ponzio Pilato per il nuovo romanzo di Massimo Anania dopo il successo di Autostop per la notte! Giuseppe Spartivento ha 38 anni e vive a Torino. Quando da un cartello affisso alla porta d’ingresso del supermercato dove lavora scopre che sarà disoccupato, e qualche giorno dopo la fidanzata lo lascia perché lui non vuole avere figli, va in analisi da uno psichiatra. Dopo qualche mese però, sospende la cura perché ha l’impressione che non serva a niente e che stia solo buttando via i soldi. Liquidato lo psichiatra, che verrà rimpiazzato da un omino della Lego in qualità di confidente, Giuseppe resta solo con la sua ossessione per le donne e la marijuana. Barcamenandosi tra situazioni ...
Il Pusher del Colore è prigioniero di un cerchio rituale: di giorno, come sotto un incantesimo, è costretto a seguire le indicazioni di una misteriosa donna che esiste solo al telefono, per conto della quale spaccia dosi di emozioni acriliche agli abitanti disorientati e anestetizzati di un mondo in bianco & nero. Di notte si rifugia nel suo laboratorio alle porte di una grande città per sottoporsi a una trasfusione di colore che lo porterà a viaggiare dentro le sue stesse opere. Un rito iniziatico grazie al quale torna a essere Fluon, pittore lisergico, autore delle creature che popolano la dimensione delle Distanze. In una notte senza fine, tra il Killer del Phon, la Regina, l’Uomo dell’Interludio, il Violinista Appeso e un’infinita schiera di icone e personaggi surreali dovrà risolvere il mistero che lui stesso ha creato per poter ritrovare la strada del ritorno. L’ora delle distanze è un viaggio psycho-fantasy, dark e pop al contempo, un vortice di colori fluo ispirato e illustrato dai quadri visionari di Andy dei Bluvertigo. E, come tutti i progetti di Lory Muratti, è anche un disco: un 45 giri stampato su vinile colorato.
PREMIO MAGNESA LITERA PROSA 2019 La narratrice Ada Sabová, una giovane ricercatrice dell’Istituto di Antropologia Interdisciplinare, è per molti versi una tipica (ma non stereotipata) intellettuale dei nostri tempi, impegnata nella lotta di conciliare vita personale e carriera. Occupata nel tentativo di dipanare il mistero che si cela dietro alla scomparsa del figlio di una sua collega, comincia a notare intorno a sé degli strani eventi, che intuisce in qualche modo essere interconnessi e governati da una sorta di legge universale e misteriosa. Nel cercare di definirli, elabora una vera e propria “Teoria della Stranezza”, non risparmiandosi dal tirare in ballo teoria dei quanti, gatti di Schrodinger e teoria olografica dell’universo e si arrende alla constatazione che la sola ragione non le basterà a capire la complessità del mondo, e che per essere davvero libera dovrà abbandonare ogni sua sovrastruttura.
Dopo quasi un secolo Miraggi traduce uno dei romanzi capolavoro dell’avanguardia spagnola, El Blocao (1928). Casamatta (El Blocao in spagnolo, con parola presa a prestito dal’inglese Block House) è riconosciuto come un capolavoro dell’avanguardia del Novecento, e racconta in modo inedito e una prosa chiara, veloce e modernissima della nascita dello spirito rivoluzionario e repubblicano tra i soldati al fronte di una guerra coloniale spesso dimenticata, ma che ha conseguenze ancora oggi, quella tra Spagna e Marocco. Vi troviamo la vita militare di un esercito non efficientissimo, contro i “moros”, il fervore delle idee, progetti incendiari e dinamitardi, l’amore e il fascino per una donna rivoluzionaria dura, forte e coraggiosa, una rosa sensuale della rivoluzione, che coinvolge il protagonista, idealista come solo uno studente mandato al fronte può essere, a gettarsi nella mischia vera, e a diventare uomo.
Bianca Bellová cambia di nuovo scenario e ci porta in un tempo immaginifico in cui si intrecciano tre filoni narrativi imperniati sul potere salvifico della parola: il ritorno sull’Isola del vecchio mercante Izar e il suo rapporto con la principessa Nurit, apparentemente algida e distante; il diario privato di Izar, che svela il suo punto di vista sulla vicenda; infine, la storia di un Ragazzo senza nome, figlio di un raccoglitore di letame, deriso da tutti per via del suo lavoro. Personaggi vividi, ciascuno alle prese con i propri traumi e le proprie colpe. In filigrana le fantasmagoriche storie di Izar, che nessuno sa se siano vere o inventate, ma che sanno portare sollievo dalle miseri...
Gio Evan cambia indirizzo ai luoghi comuni, sovverte il senso delle frasi fatte e dei modi di dire, obbligando il vocabolario alla sfida dell’improbabile. Propone impegnative mescolanze verbali per provare quanti agganci lessicali vivono e aspettano di essere messi nuovamente in vita. Gio Evan usa la scusa delle poesie per spalancare le porte di un’immaginazione non violata e invitarci nel mondo del surreale, dell’incredibile, della meraviglia, della sorpresa. Il palco su cui si muove è asciutto e minimalista, lascia spazio sufficiente al vero protagonista: il pensiero non pensato. Gio Evan non è altro che la movenza creativa della lingua, dove filosofia e gioco e poesia si alleano per esprimere la potenzialità di vivere molteplici vite.
Autunno 1944. In un campo di prigionia alleato della Francia appena liberata, è detenuto François, accusato di collaborazionismo. Quando al campo arriva Antoine, vecchio vicino di casa al tempo dell’infanzia e ora fascista convinto, François rammemora il percorso che l’ha condotto all’internamento, attraverso un dialogo intessuto di reticenze e accuse, di antagonismo e intimità carsica. Come un demone Antoine costringe François a rievocare la sua infanzia di bambino cattolico, che si fa sospendere a scuola perché rifiuta la retorica della Grande Guerra che gli ha ucciso il padre. A rievocare, durante quella vacanza obbligata, l’incontro con Martine, figlia di un maestro eleme...
A oltranza è un diario non convenzionale, dove a scandire il racconto biografico non è un calendario ma una selezione di brani musicali. La penna di Valeria, caustica eppure capace di tenerezza e passione, è estranea al cinismo e acuminata quanto basta per insinuarsi negli angoli scomodi delle nostre comfort zone. Il suo amore incondizionato per la musica ci accompagna in un viaggio rocambolesco. Tra le pieghe e le crepe del quotidiano, da queste pagine emerge il suo mondo, che è anche il nostro, salvo che la prospettiva non è scontata né consolatoria. E questo punto di vista ci diverte, ci commuove. E ci spiazza.