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Sessant’anni di spettacolo, sessant’anni di teatro, cabaret, cinema, tv, sessant’anni nell’immaginario degli italiani. Pur se strettamente legata, nella popolarità di un pubblico vastissimo, a quella del socio e amico di una vita Renato Pozzetto, la carriera di Aurelio «Cochi» Ponzoni ha preso abbastanza presto strade diverse, sia per quanto riguarda il cinema, sia a teatro. Qui, in particolare, la personalità di Cochi ha avuto modo di esprimersi, già a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, in tutta la gamma dei registri e delle situazioni, in ruoli tradizionali, mai scontati, e in altri più sperimentali, intrapresi grazie a un’insaziabile curiosità intellettuale. Il libro, scritto con la collaborazione di Paolo Crespi, è un memoir che trascina il lettore nella vita di Cochi a partire dai ricordi d’infanzia e della guerra fino alle avventure artistiche più recenti, aprendo squarci inediti sulla vita di una delle personalità più note e riservate della scena italiana. «Tutta la storia» per i lettori di più generazioni di fan, dagli orfani del mitico Derby Club ai giovani spettatori delle ultime avventure, non solo teatrali, del protagonista.
Ottobre 1935, la leggenda vuole che in una sola notte Giovanni D’Anzi componga Madonina, atto ufficiale di nascita della canzone milanese. La storia però comincia prima, tra canti popolari e filastrocche, e questo volume la percorre tutta, dalle musiche di strada fino ai rapper di oggi. Caratteristica principale della canzone milanese è quella di mescolare diversi generi di spettacolo come il varietà, il teatro, il cabaret, ma anche vari tipi di musica. Il pop e il rock si intrecciano con il jazz o con i canti della tradizione popolare e del dialetto. Un effervescente laboratorio da cui sono usciti autori come Enzo Jannacci e Giorgio Gaber o una leggenda vivente come Adriano Celentano. ...
Copertina – Sergio Ponchione 02 – Uno, dieci, cento Jacovitti – Igort 04 – Peanuts – Charles M. Schulz 10 – Narrazioni fantastiche – Loredana Lipperini 12 – Calvin & Hobbes – Bill Watterson 18 – Letteratura – Vanni Santoni 20 – Perle ai porci – Stephan Pastis Uno, dieci, cento Jacovitti 27 – Copertina – Lorenzo Mò 28 – True Tales – Danilo Maramotti 29 – Crononauta Jac – Daniele Brolli 32 – Zorry Kid – Jacovitti 36 – Educazione jacovittiana – Goffredo Fofi 39 – Pinocchio – Jacovitti 51 – Un’infanzia senza fine – Vittorio Sgarbi 53 – Mezzogiorno di fuoco – Sergio Algozzino 54 – Coccoùgh! – Jacovitti 64 – Il premietto – Cochi...
Substantially revised and enlarged, this new edition of the Dictionary of Pseudonyms includes more than 2,000 new entries, bringing the volume's total to approximately 13,000 assumed names, nicknames, stage names, and aliases. The introduction has been entirely rewritten, and many previous entries feature new accompanying details or quoted material. This volume also features a significantly greater number of cross-references than was included in previous editions. Arranged by pseudonym, the entries give the true name, vital dates, country of origin or settlement, and profession. Many entries also include the story behind the person's name change.
‘Se bastasse una bella canzone...’, cantava Eros negli anni ’90 augurandosi che tre minuti di parole e musica potessero cambiare il corso delle cose. Dei tanti mutamenti nella nostra società le canzoni hanno rappresentato il pilastro centrale perché, come spesso si dice, non avranno magari cambiato il mondo ma hanno certamente contribuito a renderlo un luogo migliore. Facendo lo stesso sulle nostre esistenze perché, cosa altresì non contestabile, esse sono state in un modo o nell’altro la colonna sonora delle nostre vite. E continuano a esserlo se crediamo, come diceva Fabrizio De André, che ‘una canzone è come una vecchia fidanzata con cui passeresti ancora volentieri buona ...
The Italian Gothic horror genre underwent many changes in the 1980s, with masters such as Mario Bava and Riccardo Freda dying or retiring and young filmmakers such as Lamberto Bava (Macabro, Demons) and Michele Soavi (The Church) surfacing. Horror films proved commercially successful in the first half of the decade thanks to Dario Argento (both as director and producer) and Lucio Fulci, but the rise of made-for-TV products has resulted in the gradual disappearance of genre products from the big screen. This book examines all the Italian Gothic films of the 1980s. It includes previously unpublished trivia and production data taken from official archive papers, original scripts and interviews with filmmakers, actors and scriptwriters. The entries include a complete cast and crew list, plot summary, production history and analysis. Two appendices list direct-to-video releases and made-for-TV films.
Antonio Giangrande, orgoglioso di essere diverso. ODIO OSTENTAZIONE ED IMPOSIZIONE. Si nasce senza volerlo. Si muore senza volerlo. Si vive una vita di prese per il culo. Noi siamo quello che altri hanno voluto che diventassimo. Facciamo in modo che diventiamo quello che noi avremmo (rafforzativo di saremmo) voluto diventare. Rappresentare con verità storica, anche scomoda ai potenti di turno, la realtà contemporanea, rapportandola al passato e proiettandola al futuro. Per non reiterare vecchi errori. Perché la massa dimentica o non conosce. Denuncio i difetti e caldeggio i pregi italici. Perché non abbiamo orgoglio e dignità per migliorarci e perché non sappiamo apprezzare, tutelare e promuovere quello che abbiamo ereditato dai nostri avi. Insomma, siamo bravi a farci del male e qualcuno deve pur essere diverso!
“Dal 1977 in avanti sono accaduti in Italia alcuni fatti degni di un certo interesse. Fatti politici e sociali, e ‘fatti’ culturali, ovvero discussioni, e mode. La crisi delle ideologie, le tentazioni del riflusso, e contemporaneamente i moti del Settantasette, la loro crisi, lo sviluppo massiccio del terrorismo... Sette anni interessanti, senza dubbio, anche se non sempre si vorrebbe vivere in un’epoca troppo interessante. Perché parlo di sette anni di desiderio? In questo settennio, contrassegnato dalla scoperta o riscoperta del privato, dei bisogni, della libertà delle pulsioni, si è parlato tanto, tantissimo di desiderio. Si sono scritte pagine di psicoanalisi, di letteratura, ci si è spogliati nudi in piazza, si è sparato, si è riscoperto (dicono) il sacro, tutto all’insegna del desiderio. Come si suggerisce in uno dei saggetti di questo libro, solo un altro concetto ha abitato con altrettanta insistenza le pagine a stampa e le dichiarazioni verbali: la rabbia. Anni di rabbia e di desiderio. Ma credo che le due passioni siano legate da molte e sottili parentele.” Umberto Eco
Un saggio a più voci, per analizzare il pianeta Vicidomini. Considerato un innovatore del linguaggio umoristico e della scrittura di scena, il più grande comico morente ha dato vita a uno stile senza precedenti, che individua in una visionarietà di intonazione mistica e grottesca il suo elemento fondante. Le sue performance, di indubbio interesse filosofico, rappresentano un puro, quanto esilarante, attentato all’antropocentrismo. Il suo teatro – luogo del più inesorabile fallimento, collasso del senso – disegna universi sospesi, a tinte forti, totalmente affrancati da narrazioni, immaginari e linguaggi comuni. Vicidomini ha registrato negli ultimi anni, con gli spettacoli Scapezzo...