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Per quale motivo Rosa è stata punita? Sette sono i giorni in cui, nella stanza degli addii, si sfiorano, si incrociano e si sovrappongono vite in transito o al capolinea. Sette sono i giorni in cui, come in una Genesi terrena, Rosa ha un compito: prendersi cura di chi ha in tasca un biglietto di sola andata, preparandolo al meglio per l'ultimo viaggio. La sua, però, è una missione gravata dalla colpa: i gesti lievi sui corpi inermi sono carezze di conforto e tormentato tentativo di espiazione.
Il romanzo è liberamente tratto da una storia vera accaduta negli anni Trenta e cui accenna Leonardo Sciascia nel romanzo "La scomparsa di Majorana". Si tratta di un clamoroso errore giudiziario che vide accusato ingiustamente un avvocato, ex deputato socialista, e la moglie quali mandanti dell’uccisione del nipote, arso vivo nella culla. In una Sicilia Fascista e povera si muovono personaggi al limite della depravazione, che compiono gesti scellerati senza averne consapevolezza, vittime essi stessi di un sistema giudiziario inquisitorio e asservito al Potere centrale. Protagonista è Serafina, una ragazzina deprivata culturalmente ed affettivamente, che in un momento di rabbia appicca il fuoco alla culla del bambino che le è stato affidato. Da questo terribile gesto, che subito confessa, nascono una serie di equivoci giudiziari, in quanto la sua confessione viene ritenuta reticente.
Correva l’anno 1906, quando nella culla di bambù e foglie di banana, in un giorno assolato di giugno, fu deposta una piccola perla d’ebano già forte e determinata. Veste di Maria poteva essere l’unico nome da dare a quel fagottino, nato a Keren. Niente sembrava poter scalfire la sua felicità. Ma in un bruciante pomeriggio di luglio un uomo entrò in casa sua e ruppe per sempre il suo equilibrio. Tra i canti delle donne del villaggio che riecheggiavano dal cortile e i lunghi silenzi all’interno della piccola dimora che isolavano i pensieri come fosse ovatta, l’uomo ebbe un sussulto, fu catturato all’istante soltanto dallo sguardo vivo e penetrante di quel bambino: Kidanè. Secondogenito di sei figli, aveva solo otto anni quando arrivò in Italia, con in tasca la promessa di poter studiare e assicurarsi un futuro migliore. Tuttavia, era costume per i ricchi affaristi portare nel Bel Paese giovani eritrei alla loro mercede. In un andirivieni tra terra amica e terra natia, tra sogni insperati e radici spezzate, la perla d’ebano divenne adulto e cosciente di essere cittadino del mondo.
Filippo Felice è uno scrittore di romanzi d'amore molto famoso. Nasconde un segreto... balbetta solo se innamorato. Una patologia unica, causata da un evento drammatico della sua infanzia. Ora si è innamorato della scrittrice italiana del momento solo seguendola sui social. Una crociera dedicata ai romanzi d'amore farà sì che Filippo e la regina del genere rosa si ritrovino entrambi sulla stessa nave per un'intera settimana. Ma il destino, in quei giorni, potrebbe arrivare come un iceberg nella notte a complicare il tanto agognato e temuto incontro di Filippo con la sua amata. Come se non bastasse, a bordo della nave dell'amore, il giovane scrittore romano ritroverà la donna per la quale ha balbettato di più nella sua vita. Insieme a loro parteciperanno alla crociera scrittrici, giornaliste, blogger e lettrici realmente esistenti. Riuscirà il nostro eroe a non far scoprire il suo segreto e a vivere un lieto fine come quelli che descrive nei suoi romanzi? Perché il cuore di Filippo può balbettare per una persona soltanto.
Da alcuni mesi Francesco è a casa da solo, dovrebbe partire, ma non riesce a farlo. Laura è lontana per lavoro e lui, dopo un primo breve viaggio, tarda a ritornare da lei. Anche il suo lavoro di scrittore non va avanti. Qualcosa lo blocca. Finalmente i consigli di vecchie e nuove amicizie riescono a smuoverlo e così si avvia, in moto, in quel viaggio che da tempo pensava di intraprendere per raggiungere la sua compagna. Sarà una lenta presa di coscienza che, attraversando l’Italia, lo porterà tortuosamente verso la meta. Senza fretta, assecondando gli incontri e le casuali deviazioni. Scoprirà così l’origine delle sue angosce e cosa del suo mondo è cambiato. Riuscirà anche a concludere il suo libro.
Riccardo Masi è un capitano del ROS che in passato è stato infiltrato per anni nel clan Lo Bianco, una delle famiglie più potenti dell’Ndrangheta calabrese. In quella missione gli ideali di giustizia in cui credeva hanno iniziato a vacillare cambiandolo radicalmente. Solo grazie all’aiuto del Vecchio, misterioso personaggio dei servizi segreti, Riccardo riesce a liberarsi dalla sua posizione e chiudere con il mondo malavitoso per ritrovarsi intrappolato a capo di una squadra fantasma dei servizi, gli Evangelisti, che ha il solo scopo di svolgere azioni al limite per contrastare la piaga dell’Ndrangheta. La copertura della squadra è un pub nell’anonima cittadina di Cerveteri a poc...
Due donne, una villa sulla collina. Olimpia De Santis e Margherita Riva coetanee e nate nello stesso paese non si sono mai frequentate. Quando si incontrano e si parlano per la prima volta sono ormai due donne adulte. Margherita è l’ultima discendente di una nobile famiglia, caduta in disgrazia quando lei era ancora una bambina. È diventata una scrittrice affermata e ora che ne ha le possibilità vuole ricomprare la casa che ha dovuto lasciare quando la sua famiglia è finita sul lastrico. Olimpia viene da una famiglia di origini contadine che ha rapidamente salito i gradini della scala sociale durante il boom economico nello stesso periodo in cui la nobile famiglia Riva rovinosamente li ha discesi. Insoddisfatta e delusa dalla sua esistenza, vive aggrappata ad un unico sogno: quello di pubblicare un romanzo suo e diventare scrittrice. In questa “commedia nera” dove si incrociano ambizioni e insicurezze, vendette e vecchie superstizioni, chi sarà alla fine a mostrare il suo vero volto e a ribaltare a sorpresa quello che pareva un destino segnato?
Siamo nei primi anni Sessanta e i collegi a quel tempo erano simili a lager, dove le suore imponevano regole umilianti, punizioni corporali e oltraggi psicologici devastanti. Il piccolo Emanuele è uno spirito libero, un sognatore e vive con affanno le limitazioni imposte dalla terribile Madre superiora. All'ennesima ingiustizia subita, una notte, sotto un diluvio torrenziale, sradica il nespolo, l'albero delle punizioni, simbolo del potere della Superiora e fugge dal collegio. Emanuele è destinato a essere uno di quei ragazzi senza futuro, senza obiettivi e sogni da inseguire. Niente sembra emozionarlo, neppure i suoi primi amori. Si adatta a fare l'operaio in un mobilificio. E qui avviene l'impensabile. Ha un incidente sul lavoro: una sega circolare gli mozza di netto la mano sinistra. Ormai vede la sua vita come quella di un handicappato, ridotto in povertà a chiedere l'elemosina fuori dalle chiese. Ma un giovane chirurgo riesce a ricollegare l'arto al braccio. È la prima volta che in Italia viene affrontata un'operazione del genere. Come spesso accade nella vita, da una disgrazia nasce un'opportunità. Tratto da una storia vera.
«Che non si sappia» è un romanzo sociale che ci porta in un viaggio nel male odierno, descritto con lucidità e vigore, e ci costringe a porci delle domande di estrema attualità: ha senso, oggi, combattere contro le ingiustizie? Come sopravvivere a una realtà dominata dall’egoismo e dal danaro? Come convivere con la violenza? Dove ci condurrà la sete di potere? Nella narrazione e nelle riflessioni personali, Bertoli cerca di dare risposte plausibili da studioso, tra l’altro, dei fenomeni sociali.
Hastiin Roanhorse è il tenente della polizia a Navajo Nation, la riserva Navaho. Da alcuni mesi, nei luoghi sacri della sua terra, un killer sta uccidendo delle ragazze con dei riti esecrabili. Roanhorse non ha i mezzi e nemmeno l’esperienza di investigare, così deve rivolgersi al dipartimento di polizia di Albuquerque. Il capitano Bently gli fornisce una squadra investigativa guidata dal detective di polizia Susan Nelson. Tra Hastiin Roanhorse e Susan Nelson c’è da subito uno scontro territoriale, ideologico ed etnico. La detective Susan Nelson non si lascia sopraffare dall’inospitalità del popolo Navajo, che non vede di buon occhio la squadra arrivata dalla città e non si fa int...