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Oasis n. 31, Unfinished Revolutions
Oasis, a biannual journal of cultural inquiry on the relationship between Christians and Muslims in contemporary society. LEADER The Missing Parts of the Equation - Michele Brignone FOCUS The Ups and Downs of the Tunisian Exception - Khadija Mohsen-Finan Iraq: the State against Society - Pierre-Jean Luizard The Hydra and its People. The Algerian Political System’s Contradictions - Thomas Serres Male, Young and Educated. Profile of the Arab Demonstrator - Eugenio Dacrema Demography, Family and Politics: the Three Stages of Arab Transition - Youssef Courbage If Oil Fuels the Flames of War - Giacomo Luciani Between Digital Euphoria and Cyber-Authoritarianism. Technology’s Two Faces - Sahar ...
Homelands and Diasporas
The volume brings together a collection of essays on Jewish-related subjects to celebrate Emanuela Trevisan Semi’s career and research authored by some former students, friends and colleagues on the occasion of her retirement. Drawing upon the many academic interests and research of Trevisan Semi, one of the most important European scholars of Jewish and Israel Studies, the volume discusses the diversity of Jewish culture both in the diaspora and in Israel. The contributors here wrote their pieces understanding Jewish culture as inscribed in a set of different, yet interrelated, homelands and diasporas, depending on the time and space we refer to, and what this means for communities and individuals living in places as different as West Africa, Poland, Morocco, and Israel and the Occupied Palestinian Territories. At the same time, they discuss the notion of diaspora as being crucial in the formation of the Jewish cultural identity both before and after the birth of the State of Israel.
Egitto oggi
None
Cipro oggi
None
The Social Life of Memory
This edited volume addresses memory practices among youth, families, cultural workers, activists, and engaged citizens in Lebanon and Morocco. In making a claim for ‘the social life of memory,’ the introduction discusses a particular research field of memory studies, elaborating an approach to memory in terms of social production and engagement. The Arab Spring is evoked to draw attention to new rifts within and between history and remembrance in the regions of North Africa and the Middle East. As authoritarian forms of governance are challenged, official panoramic narratives are confronted with a multiplicity of memories of violent pasts. The eight chapters trace personal and public inventories of violence, trauma, and testimony, addressing memory in cinema, in newspapers and periodicals, as an experience of public environments, through transnational and diasporic mediums, and amongst younger generations.
Laugh like an Egyptian
Egyptians are known among the Arabs as awlād al-nukta, Sons of the Jokes, for their ability to laugh in face of adversity. This creative weapon has been directed against socio-political targets both in times of oppression and popular upheaval, such as the 2011 Tahrir Revolution. This book looks at the literary expression of Egyptian humour in the novels of Muḥammad Mustajāb, Khayrī Shalabī, and Ḥamdī Abū Julayyil, three writers who revive the comic tradition to innovate the language of contemporary fiction. Their modern tricksters, wise fools, and antiheroes play with the stereotypical traits attached to the ordinary Egyptians, while laughing at the universal contradictions of life...
Taji, una donna ribelle
Nell'ospedale militare di Val de Gross, a Parigi, è ricoverata Taji al-Mulik, una donna di novant'anni con una vita tumultuosa alle spalle. Nonostante si sia stabilita a Parigi da tempo, la sua mente è sempre rivolta alla sua vita passata trascorsa a Baghdad, un periodo di cui conserva gelosamente i ricordi. Negli anni Quaranta Taji era una donna colta, bella e sicura di sé, una brillante giornalista abituata a muoversi nella migliore società irachena. Frequentava circoli di artisti liberali e feste diplomatiche, personalità di spicco del governo e gruppi comunisti. Dopo aver preso parte alle proteste anticoloniali, Taji è costretta a lasciare l'Iraq. Dopo un lungo viaggio tra Iran e Pakistan dove lavora come annunciatrice radiofonica, conosce il palestinese Mansour. Tra di loro nasce un amore che nessuno dei due è in grado di confessare. Conclude infine il suo peregrinare a Parigi, dove decide di stabilirsi. Lì l'incontro con Widyan, un'altra giovane compatriota in fuga, farà riaffiorare i ricordi di una vita intera.
Dispersi
Diwaniya. Questo il nome della cittadina a sud dell'Iraq a cui è destinata la giovane ginecologa Wardiya Iskandar. E nostalgia si chiama il sentimento che più le brucia dentro quando conta i giorni che la separano dal suo primo rientro a casa, nella Baghdad degli anni Cinquanta. Lei ancora non lo sa, ma Diwaniya la segnerà per sempre, le regalerà l'amore, le insegnerà la vita. Qui la brillante dottoressa cristiana imparerà la dedizione per le sue pazienti, qui manderà a memoria le canzoni di Umm Kalthum e qui metterà al mondo quattro figli. Ma l'Iraq, il paese più bello, è diviso e periodicamente tormentato da venti di guerra. E per Wardiya tornare a fine carriera nella capitale e aprire un nuovo ambulatorio si rivela un'esperienza pericolosa. A nulla è valso tributare alla sua terra una vita di appassionata fedeltà, forte come l'affetto di una figlia. Dopo aver visto fuggire le persone più care, anche a lei tocca prendere la via dell'esilio. E alla fine ci sarà una Parigi ospitale ma amara, dove Wardiya diventerà l'ultimo tassello di un'unica grande famiglia di dispersi.
Printed in Beirut
Un'afosa mattina d'estate, Farid Abu Chaar arriva a Beirut in cerca di un editore per il suo manoscritto. Uno dopo l'altro, tutti lo rifiutano: "nessuno legge più", si giustificano. E così si vede costretto ad accettare un lavoro come revisore di bozze presso la storica tipografia Karam Bros, il limite del paradosso per un aspirante scrittore. Finché un giorno il manoscritto scompare, per poi riemergere preziosamente stampato. Farid non impiega molto a rendersi conto che dietro l'operazione c'è la moglie dell'editore, con cui inizia una relazione segreta quanto pericolosa. E non impiega molto a capire che la carta usata per la stampa è la stessa con cui l'azienda produce banconote false. Farid si ritrova così coinvolto in un intrigo internazionale su cui la polizia di Beirut indaga da molto tempo. E che sottende crimini, inganni e un gioco di false apparenze. Ironico e beffardo, Printed in Beirut è un thriller dove niente è come sembra. E che prende in giro il suo stesso protagonista.
