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L’Italia delle autonomie è un progetto editoriale curato da AffariInternazionali, la rivista online dell’Istituto Affari Internazionali, think tank fondato da Altiero Spinelli nel 1965. Attraverso i contributi di autorevoli esperti, il saggio si occupa delle dinamiche con cui l’area più produttiva del nostro Paese si confronta con i nuovi paradigmi di sostenibilità economica, finanziaria, produttiva, ambientale e sociale, peculiarità di una nuova e complessa fase vissuta a livello globale. Non si può però parlare di questione settentrionale senza rapportarsi alle problematiche di disagio manifestate dalle regioni del Nord Italia nei confronti delle politiche statali nazionali. Co...
Agli inizi degli anni Novanta, sembrava che la Storia stesse per giungere a una conclusione: con la caduta dell’Unione Sovietica veniva a imporsi l’ordine liberale, una combinazione di democrazia parlamentare e di mercati liberi. La grande contrapposizione tra liberalismo occidentale e socialismo orientale veniva meno, e il mondo pareva essere finalmente diventato una realtà globale, sancendo quella che Fukuyama avrebbe poi definito la «fine della storia». Qualche decennio dopo, però, a est si sono affermate le autocrazie e il comunismo veniva rimpiazzato in Cina da un capitalismo «politico», che ha presto generato imitazioni nei Paesi limitrofi. A occidente, invece, il capitalis...
Negli anni Venti del XXI secolo – oggi – il mondo è all’incrocio di quattro crisi: la crisi pandemica, non ancora conclusa e che ha accelerato e fatto emergere evoluzioni già in corso; la crisi climatico-ambientale, che nell’estate ha cominciato a mordere in molte aree del pianeta; la crisi geopolitica, con una guerra che si prolunga nel cuore del «vecchio continente»; infine, la crisi economico-sociale, in parte innescata dall’innovazione tecnologica, complicata dalla crisi ambientale, dalla pandemia e dalla guerra. Queste quattro «crisi» – nel senso greco del termine, che si può rendere, nell’italiano di oggi, con «momento decisivo», quindi non necessariamente negativo – influenzano un’economia mondiale che sta perdendo i suoi caratteri di globalità e riducendo le proprie capacità di crescita. L’unica certezza è che il mondo non tornerà come prima: per affrontare le crisi, per coglierne le opportunità e non solo subirne i danni, abbiamo bisogno di pensieri nuovi, di nuove analisi, di uno sguardo lungo. Ed è quello che proviamo a fare in questo lavoro.
Perchè il sud è rimasto indietro? È possibile un rilancio del sud senza modificare la centralità logistica, amministrativa e politica del Mezzogiorno e del Mediterraneo? De Sarlo inizia un ragionamento da fare per progettare un futuro diverso e migliore, con stile semplice e diretto, ricco di esempi e riscontri. Nella prima parte troviamo una disamina tra miti, pregiudizi e realtà sulla situazione meridionale. Nella seconda parte propone una soluzione per uno sviluppo possibile per colmare i gap che ancora esistono.
Il sistema degli scambi e degli equilibri internazionali che si era esteso a tutto il mondo prima della crisi finanziaria del 2008-2009 è ormai affidato alla storia. La successiva tempesta economico-sociale, geopolitica, climatica che stiamo ancora attraversando ci ha proiettati in un mondo che possiamo chiamare «postglobale», caratterizzato dal parziale abbandono delle regole del libero mercato, dall’incentivazione al ritorno in patria delle industrie nazionali e dalla necessità – e contemporanea difficoltà – a tradurre in piani concreti i progetti «verdi». Il conflitto ucraino e le tensioni sino-americane stanno ulteriormente mettendo sotto stress l’ordine internazionale del...
Venticinque anni, venticinque analisi approfondite della realtà economico-politca di un mondo in rapidissima trasformazione: il Rapporto sull'economia globale e l'Italia giunge a questo prestigioso traguardo mentre la pandemia è ancora fortemente attiva e le certezze di più generazioni si sgretolano. Gli ultimi dodici mesi ci mostrano una globalizzazione scardinata, con un mondo all'affannosa ricerca di nuovi equilibri nel quale tentativi di pace si alternano a minacce di guerra, successi scientifici a fratture sociali, prospettive entusiasmanti a uno sconforto crescente. Un periodo di smarrimento e di instabilità in cui l'Italia ha particolarmente bisogno di "investimenti buoni" per ripartire. Una lettura critica non solo per comprendere un mondo sempre più fragile, ma anche per provare a guardare avanti.
Un grido si leva contro la sovranità perduta, contro le lettere da Bruxelles, i «compiti a casa» e le ingerenze di poteri lontani. L’unica strada per crescere sembra essere altro debito pubblico, l’uscita dall’euro appare non solo una minaccia credibile, ma un’eventualità percorribile. L’incauto e miope incedere tedesco minaccia di distruggere l’Europa dall’alto della propria visione del mondo, fatta di regole, parametri e percentuali. E intanto i governanti italiani, ligi e rispettosi ai dettami degli eurocrati di Bruxelles, sono conniventi col nemico. Sforare, disobbedire, alzare la voce rimane l’unica via sensata da percorrere, mentre la Germania, potenza egemone dell’Unione Europea, supremo guardiano dell’austerità, è il nostro carceriere. O forse no. Forse ci siamo raccontati la favola della Germania cattiva che ci obbliga a fare cose che ci fanno del male, perché, molto semplicemente, quelle cose non le vogliamo fare, o vogliamo assolverci dal non averle fatte, o vogliamo scaricare altrove la responsabilità delle nostre azioni. E se la Germania, anziché il nemico fosse in realtà un gigantesco alibi? Se anziché il problema fosse la sua soluzione?
Il fascismo e le relazioni internazionali: uno sguardo inedito a partire dagli studi di A. James Gregor Corrado Stefanachi Alle radici del populismo italiano: come i media hanno alimentato l’antipolitica e la demagogia Fabio Martini La politica estera russa da Eltsin a Putin: continuità e cambiamenti (il caso della Georgia) Loretta Dell’Aguzzo Emidio Diodato Il fenomeno corporativo e le metamorfosi dello Stato ‘moderno’ nell’interpretazione di Lorenzo Ornaghi Alessandro Campi Hayek e gli altri: le origini (litigiose) della Mont Pelerin Society Jeremy Shearmur La politica nell’epoca della “post-scarsità”: tra critica sociale e futurologia Luca OzzanoIl Il “fattore umano” nelle missioni militari: strategia, diplomazia, antropologia Paolo Quercia
La crisi finanziaria iniziata nel 2008 ha inevitabilmente avuto pesanti conseguenze a livello nazionale e regionale e gli effetti si stanno, dopo 6 anni, ancora manifestando in tutti i settori produttivi, in modo particolare nell’edilizia. Malgrado il riconosciuto ruolo anticiclico del settore delle costruzioni che, da solo, è in grado di risollevare l’intera economia, non sono state assunte, dai principali decisori, misure e provvedimenti in grado di riattivare ricadute positive. La fotografia che emerge da un’analisi puntuale degli principali indicatori economici sull’andamento del settore delle costruzioni in Piemonte e in Valle d’Aosta, con approfondimenti sul territorio, most...
Un punto di partenza per una rilettura critica degli ultimi dodici, densissimi mesi: l'Europa e l'Italia, gli Stati Uniti di Trump e la Cina di Xi, un Medio Oriente tornato ad alta tensione, il lavoro, il capitale e i nuovi volti del capitalismo, l'impatto sul clima. Un tentativo di fornire occhiali diversi, con lenti differenti da quelle del giorno per giorno, per una lettura e una riflessione di dati e avvenimenti in un mondo di risorse che si restringono e di incertezze che si allargano, per contribuire alla difficile ricerca di nuove soluzioni per nuovi (e vecchi) problemi.