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Lessons from a great yoga master and an eminent psychoanalyst that explore what psychotherapy and yoga philosophy have in common Yoga philosophy and Freud's revolutionary approach to psychology could not have been developed in more different times, places, or cultural conditions. And yet these two profound and dynamic systems of understanding human behavior, emotions, perception, and what's essential in our existence have an astonishing amount to share. What we learn by comparing their similarities as well as their differences can enhance how we comprehend our lives and our potential for change. In Freud and Yoga, the great yoga master T.K.V. Desikachar and the eminent psychoanalyst Hellfrie...
Including yogic and mindfulness exercises that have lasting positive impact well beyond the mat, this book shows how to use yogic techniques in the optimum way when working with teens. It includes advice on dealing with anxiety, depression, addiction and bullying, with examples of asana, pranayama, meditation and much more.
Le dieci storie cliniche presenti in questo volume costituiscono la testimonianza di una ricerca incessante sul campo analitico con bambini, adolescenti e adulti, portata avanti per circa trent’anni. Il loro racconto dettagliato, da un lato, rivela il potere euristico della metapsicologia e la sua diretta influenza sulla clinica e sulla teoria della tecnica; dall’altro, evidenzia i ponti tra psicoanalisi, letteratura, mitologia ed etimologia, che aiutano a chiarire le opacità e i labirinti della vita psichica inconscia, non solo di un singolo individuo, ma anche dei popoli e della stessa cultura. In quest’ultima opera Kancyper ripercorre i temi centrali della sua riflessione: il complesso fraterno e le sue connessioni col narcisismo e il complesso edipico; l’adolescenza come momento privilegiato di risignificazione e riordinamento delle identificazioni; l’amicizia come un asse clinico significativo nel processo analitico.
In questo saggio, le vicende narrate dalla leggenda di Re Artù vengono riassunte e interpretate quali momenti significativi ed esemplari del nostro percorso esistenziale e autorealizzativo; il modo in cui vengono affrontati, risolti o elusi i nodi tematici che emergono in tali momenti, condiziona significativamente lo sviluppo della nostra vita. Facendo ricorso alle figure concettuali tipiche della psicologia junghiana e a vari autori di area psicoanalitica, viene chiarita la natura di questi momenti topici, che rappresentano veri e propri punti di svolta. Emergono così spunti di approfondimento e riflessione utili sia al lettore desideroso di una maggior comprensione del proprio percorso esistenziale e di quello e dei propri cari, sia agli operatori della relazione di aiuto. In fondo, ogni avventura esistenziale, collettiva o individuale, trae la propria autenticità da una fondazione “mitica”. Non c’è antropologia senza mitologia.
Il libro promuove un diverso modo di pensare il lavoro con le famiglie all’interno delle Comunità educative e dei Servizi per il diritto di visita e di relazione. Partendo dalle loro esperienze sul campo, le autrici raccontano l’ideazione e la sperimentazione del metodo dell’Estensione della Consultazione Partecipata. Il recupero dell’approccio valliniano, nella struttura e nell’impianto, permette di valorizzarne lo sfondo culturale – la concezione del bambino, la sua sensibilità, la cultura del legame mentale – sottolineando al contempo la valenza politica dei servizi educativi e socio-educativi. Perché nella società di oggi, per affrontare situazioni familiari sempre più complesse, c’è bisogno di interventi che accolgano questa complessità con coraggio, serietà e delicatezza.
Che cosa prova un bambino nei suoi primi mesi di vita? Questa domanda è stata al centro della riflessione psicoanalitica sul neonato e, dopo cinquant’anni di Infant observation e Infant research, la risposta deve essere ripensata. Il saggio, basato su un ricco archivio di protocolli osservativi, discute le più importanti visioni del neonato nel Novecento – Sigmund Freud, Sàndor Ferenczi, Melanie Klein, Michael Balint, Donald Winnicott, Wilfred Bion, Esther Bick – per arrivare a delinearne i problemi esistenziali. Come ha scritto Mauro Mancia: “Essere neonati è un libro particolarmente interessante per noi psicoanalisti in quanto permette di vedere il neonato”. L’essere umano, nei primissimi mesi di vita, si rivela non soltanto competente e interattivo, ma anche portatore di bisogni sentimentali, i quali, oggi più che in passato, mettono a dura prova l’ambiente di cura. Nuova edizione
La visione psicologica e psicopatologica dominante identifica valore di sé e autostima: questo libro delinea un modello differente, che distingue nettamente tra l’uno e l’altra. Il valore di sé è una struttura che riguarda il fondamento emozionale e identitario dell’essere e dell’intero organismo CorpoMente di ogni persona; mentre l’autostima è un sistema di processi autoriflessivi e continui sul valore e su tutti gli altri nuclei del Sé, di estrema rilevanza per lo sviluppo e il benessere mentale ed esistenziale di tutti gli esseri umani. Il modello proposto in questo lavoro consente di comprendere come e perché le lesioni al valore e la conseguente disistima di sé costituiscano la matrice generativa dei più severi quadri psicopatologici, per cui ne va specificato il ruolo in ognuno di essi, in interazione con altri processi. Proprio perché giudica affettivamente lo stato del valore, se l’autostima è attaccata e alterata si generano estrema sofferenza e molteplici alterazioni psicopatologiche: una costellazione di traumi tra i più gravi che possano colpire l’essere umano.
Con Individualità e gruppalità (1987) Diego Napolitani inaugura un paradigma che si propone di oltrepassare, in una circolarità dialogica tra i saperi, le convenzionali dicotomie tra individuo e gruppo, natura e cultura, identità e creatività, risignificandone il rapporto in una tensione reciprocamente concepitiva e indefinitamente aperta. L’interesse per l’opera, che definisce i concetti di “gruppalità interna” e “universi relazionali”, va ben oltre il valore di testo fondativo per la Gruppoanalisi italiana, offrendo quest’ultima come testimonianza attuale di un metodo di conoscenza e di cura dell’umano con-esserci, inteso come “il proprio aprirsi al mondo”. La prassi analitica, in questa accezione, diviene autenticamente trasformativa nei contesti clinici e sociali in cui opera se tutti gli interlocutori si dispongono ad assumere l’incontro con l’Altro, dentro/fuori di sé, nel doppio versante etico ed estetico dell’esperienza, ovvero nella sua interezza problematica e potenzialmente creativa.
Zwischen der Realität der äußeren und der inneren Welt unterscheiden zu können, ist Zeichen einer gesunden psychischen Entwicklung. Vielen schwer gestörten Patienten fehlt diese Fähigkeit jedoch. Die Autoren »tauchen« nach Übergängen und Austauschprozessen zwischen diesen beiden Bereichen und suchen nach den Voraussetzungen, um die Wirklichkeit der Fakten anzuerkennen und die innere Wirklichkeit anzunehmen. Nur so entwickelt sich bei Patienten ein sicherer Bezugsrahmen.Der Band enthält nicht nur theoretische und klinische Beiträge zu dem Thema, sondern auch Exkursionen in die Neurowissenschaften, Religion und bildenden Künste. Die Autoren sind allesamt Psychoanalytiker und arbeiten seit vielen Jahren im Rahmen einer wissenschaftlichen Arbeitsgruppe zusammen.
Il volume elabora i fondamenti di una psicologia dello sviluppo ispirata alla matrice epistemologica batesoniana. La teoria presentata, articolata in nove tesi, si propone come ponte necessario fra “l’ecologia della mente” e le pratiche professionali (psicologica, pedagogica, psicoterapeutica, riabilitativa, medica). Un ponte epistemologicamente coerente e pertanto professionalmente utile. Permettendo così alle implicazioni pratiche, etiche e politiche di un’epistemologia connettiva, di poter essere incarnate nei processi interattivi relativi a quelle professioni. Si tratta di un’impresa necessaria che contribuisce inoltre all’obiettivo, più ampio e generale, dell’affermarsi di un’epistemologia connettiva, meno sbagliata, stupida e dannosa di quella dominante.