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Crimini di guerra sono stati perpetrati in Italia fin dall'Unità con la repressione del brigantaggio e altri sono stati commessi da italiani già a partire dalle spedizioni coloniali in Africa Orientale e in Libia. Ma è soprattutto durante il ventennio fascista che l'Italia si rende responsabile della violazione dei più elementari diritti umani nelle guerre in Etiopia, Somalia, Spagna e – ancor più – nel corso della seconda guerra mondiale. In particolare, tra il 1940 e il 1943, insieme alla Germania, è protagonista di numerosi eccidi di civili in Jugoslavia, Grecia, Albania, ma anche in Russia e in Francia. Poi, tra il 1943 e il 1945, il nostro paese subisce stragi efferate a opera dei nazisti, sostenuti dai fascisti della Repubblica di Salò. Alberto Stramaccioni ricostruisce l'insieme degli eventi e dei punti di vista di alcune delle pagine più tragiche della nostra storia recente, dopo decenni di rimozione culturale e di occultamento politico-giudiziario.
Donne, vecchi e bambini, provenienti prevalentemente da città come Udine, Treviso e Venezia: dopo la rotta di Caporetto dell'ottobre 1917, seicentomila civili furono costretti ad abbandonare improvvisamente il territorio invaso o minacciato da vicino dall'esercito austro-ungarico, dando vita alla più grande tragedia collettiva che interessò la popolazione durante la Grande Guerra. Anche l'Italia conobbe così, come gli altri paesi coinvolti nel conflitto, il fenomeno dei profughi di guerra, divisi dal dilemma se fuggire di fronte al nemico o subirne l'occupazione. Il libro, basato su fonti inedite, ricostruisce le dinamiche di questa fuga di massa parallela alla ritirata dell'esercito e le condizioni di vita, le immagini, le autorappresentazioni degli 'esuli in patria'.
La nazione non è un dato di natura. Non emerge dalle più lontane profondità dei secoli. Né accompagna da sempre la storia d'Italia, dal Medioevo a oggi. È necessario un discorso straordinariamente seducente per dare corpo alla nazione. Per questo «le narrative nazionali sanno emozionare. Sanno comunicare. Sanno toccare il cuore di un numero crescente di persone. Sanno trasformare l'originario assunto discorsivo (l'esistenza di una nazione) da remota astrazione in qualcosa che sembra avere lo spessore di un'effettiva realtà. Il discorso nazionale si impone in forza di un suo eccezionale potere comunicativo». Sono tre le 'figure profonde' che hanno attratto e sedotto le donne e gli uom...
Indice La Fondazione Ugo La Malfa: Attività 2013 La società italiana e la Grande Guerra (a cura di Giovanna Procacci) Giovanna Procacci - Introduzione LE CULTURE Emilio Gentile - La Grande Guerra della cultura Bruna Bianchi - “L'ultimo rifugio dello spirito di umanità”. La Grande Guerra e la nascita di un nuovo pacifismo IL FRONTE Nicola Labanca - Militari tra fronte e paese. Attorno agli studi degli ultimi quindici anni Irene Guerrini – Marco Pluviano - La giustizia militare durante la Grande Guerra Lucio Fabi - Soldati d'Italia Daniele Ceschin - Dopo Caporetto. L'invasione, l'occupazione, la violenza sui civili IL FRONTE INTERNO Fabio Degli Esposti - L'economia di guerra italiana ...