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Reconsidering the Mediterranean, appreciating and demarginalizing the peoples and cultures of this vast region, while considering the affinities and differences, is a valuable part of the process of unframing and reframing the concept of the Mediterranean. The authors of this volume follow Franco Cassano’s refusal of a sort of prêt-à-porter reality of cohabitation of cultures, introducing instead un’alternativa mediterranea, a world of multiple cultures that entails an ongoing learning and experiencing. The volume’s contributors use an interdisciplinary approach that mirrors the hybridity of the area and of the discipline, that is much more introspective and humanistic, more contemporary and inclusive.
Partendo dalla Sicilia come crocevia di culture mediterranee in costante dialogo, i saggi del volume esaminano il linguaggio di Domenico Tempio, poeta catanese del Settecento, che prende in prestito francesismi, ispanismi e arabismi, l’uso del siciliano nei testi musicali, e l’origine di pietanze alimentari e la loro rappresentazione letteraria, come chiave di lettura culturale tra le più significative per la comprensione dei popoli del Mediterraneo. Lo studio prosegue con l’analisi di testi come Il cane di terracotta (1996) e Il ladro di merendine (1996) di Andrea Camilleri, I delitti di via Medina-Sidonia (1996) di Santo Piazzese e l’opera di Leonardo Sciascia risalente agli anni Settanta, per esplorarne l’intrinseca transculturalità. In conclusione vengono trattati i “casi internazionali” dell’egiziana Nawal El Saadawi, in particolar modo il libro Una figlia di Iside (2021), a confronto con gli scritti della poetessa austriaca Ingeborg Bachmann e la complessa esperienza di Maïa Alonso e Marinette Pendola, autrici rispettivamente di Le soleil colonial (2015) e La riva lontana (2000).
In un’epoca di profondi cambiamenti e in cui concetti quali “identità”, “cittadinanza” e “globalizzazione” sono contemporaneamente aspirazioni, strumenti di analisi e questioni irrisolte, le autrici e gli autori dei saggi qui raccolti esplorano il legame che, nella tradizione filosofica, sussiste tra queste idee. Il nesso originario tra kósmos e pólis – tra ordine cosmico e ordine politico – continua a essere caratterizzato dalla tensione del logos che deve realizzare l’ordine tra contesti diversi, garantendo stabilità e armonia. Dal pensiero greco alla tradizione biblica, dalla filosofia del linguaggio alle recenti riflessioni sul cosmopolitismo e il sovranismo, il volume discute la tensione tra ordine possibile e “contesti particolari”, tra una prospettiva mediterranea e una visione globale, in cui identità, cittadinanza e globalizzazione svolgono un ruolo chiave nell’analizzare la posta in gioco e nell’orientamento all’interno degli scenari attuali.
Il Mediterraneo si conferma in ogni angolo laboratorio di esperienze, incontri, diverse pratiche giuridiche e centro di confl itti: ne sono un esempio l’incertezza economico istituzionale alle nostre latitudini, i retaggi etnici nel Mediterraneo slavo, gli scontri nel Medio Oriente, l’inascoltata domanda di libertà del Mediterraneo meridionale. Dietro questo scenario si intravede il rapporto tra i cittadini e le istituzioni, nel prisma preferenziale della relazione tra gli interessi e la giustizia. Fin dove la chimera di sicurezza può agire con una delega in bianco contro le libertà individuali e i diritti della persona? È tempo di raccogliere la sfi da che viene da chi vive non solo i tribunali, ma anche il mercato e la città, con argomenti inappuntabili sul piano scientifico contro i trattamenti inumani e degradanti (incluse le esecuzioni capitali) tipici dei sistemi in crisi. La posta in gioco coinvolge la vita di milioni di persone, in equilibrio instabile tra i flutti del “mare tra le terre”.
En este volumen de textos encontramos resistencias; combates contra injusticias librados en el espacio de la literatura; escritoras dispuestas y personajes creados para evidenciar los distintos tipos de violencias que forman parte de nuestra estructura social de forma naturalizada. Sabemos que vivimos en un sistema que se nutre de relaciones de dominación, de una hegemonía que somete a cualquier individuo o grupo disidente. Estas relaciones generan violencias físicas y simbólicas que asumimos como naturales. Expresa Judith Butler en Sin miedo (2020) que somos conscientes de que los asesinatos son una manifestación de violencia, pero esta no siempre adopta la forma de un golpe, y, además, ese golpe es tan solo un instante dentro de toda la reproducción estructural de la violencia. Es esta parte estructural en la que debemos centrarnos, porque es la que hace posible el golpe, la que lo justifica.
Violencias textuales. La representación de las violencias contra las mujeres ofrece a lectores y lectoras un conjunto de producciones enyasísticas que giran, como su propio nombre indica, en torno a las violencias sufridas por las mujeres y su representación en la literatura, la pintura, los textos legales, la cultura popular, los ámbitos de la vida social y política y un largo etcétera. La elección de estos plurales, violencias y mujeres, ni es casual, ni sigue ningún principio de gramaticalidad que los exija. Lo que sí pretende es serle fiel a una realidad en la que existe una violencia estructural, y por tanto plural, con una tipología inmensa, ejercida contra las mujeres y no contra la mujer, siendo este reduccionismo otra forma de violentarnos. [Texto de la editorial].
Un dialogo tra studiosi e intellettuali del bacino mediterraneo, volto a far emergere un pensiero critico comune. Il Mediterraneo non è intenso quale luogo geografico, ma ripensato come spazio e movimento di emancipazione, dove idee, linguaggi e simboli incontrandosi danno origine a una dimensione culturale rinnovata. Il libro, in quanto esperienza di confronto diretto, testimonia l’esistenza del pensiero critico mediterraneo attraverso i contributi di Khadija Ben Hassine, Antonio Cecere, Giovanni Magrì, Halima Ouanada, Fania Oz-Salzberger, Laura Paulizzi.
Présentation de l'éditeur : "This book examines the risks to freedom of expression, particularly in relation to the internet, as a result of regulation introduced in response to terrorist threats. The work explores the challenges of maintaining security in the fight against traditional terrorism while protecting fundamental freedoms, particularly online freedom of expression. The topics discussed include the clash between freedom of speech and national security; the multijurisdictional nature of the internet and the implications for national sovereignty and transnational legal structures; how to determine legitimate and illegitimate association online; and the implications for privacy and data protection. The book presents a theoretical analysis combined with empirical research to demonstrate the difficulty of combatting internet use by terror organizations or individuals and the range of remedies that might be drawn from national and international law. The work will be essential reading for students, researchers and policy makers in the areas of Constitutional law; Criminal Law, European and International law, Information and Technology law and Security Studies."
Questo libercolo è rivolto alle generazioni odierne, perché riflettano sulle misere condizioni di vita in cui si dibatteva il proletariato contadino, in un borgo del Sud, a partire dal governo dei Borboni, poi dei Savoia e quindi del Duce, il maestro elementare di Predappio, espulso due volte dal collegio per rissosità e insubordinazione verso i superiori. Il proletariato si risollevò da quello stato di miseria e di fame solo dopo il secondo conflitto mondiale, quando crollò l’impero del male, con la disfatta dei due carnefici demoni: Mussolini e Hitler, ovvero “Morsolino e Tiletti”, come diceva mia nonna. Da allora l’Europa, pacificata e unita, ha goduto di settant’anni di pa...