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Il libro consta di due testi, uno diverso dall’altro ma composti quasi uno di seguito all’altro. Il primo (Il Poeta e la Musa) è un poemetto in 27 riquadri, impaginato in forma di prosa, ma composto secondo moduli ritmico-poetici. È l’intenso racconto del tentativo mancato di un incontro tra il Poeta e la propria Musa. Il secondo testo (Il Collezionista di Aurore) racconta, attraverso una serie di flash, la ricerca ossessiva d’una conoscenza impossibile. Tra gli argomenti che, nel corso delle scorribande mattutine del protagonista, vengono sdoganati, figurano: l’interiorizzazione propria del Cammino neocatecumenale cattolico, le scritte trovate per caso sui muri o sui banchi di scuola, la fantasia più metaforica e sbrigliata, un umorismo amaro e spietato e una nuova affabulazione filosofico-teologico-estetica.
Il libro che vi accingete a leggere custodisce il meglio delle magie e dei misteri che emanano dalle leggendarie terre del Quarnero e dell’Istria. Esseri malefici, diavoli, streghe, custodi di tesori, fate e santi: in questo libro troverete ogni sorta di personaggio o di stregoneria. Incontrerete diavoli, orchi e vampiri, ma anche esorcizzatori, folletti e altri strambi personaggi. Verrete attirati dalle leggende di Attila e Orlando, dei giganti Zidòvi. Viaggerete attraverso il folklore con danze e canti, troverete anche ninne-nanne per bambini, scioglilingua e filastrocche. Questo immenso patrimonio popolare, accumulato nei secoli, è arrivato fino a noi attraverso la memoria di chi, di generazione in generazione, lo ha trasmesso oralmente ai posteri. Il grande merito di Giacomo Scotti è stato quello di aver viaggiato dai litorali ai monti per raccoglierlo e custodire il prezioso tesoro di una terra davvero magica.
In una biografia intima e toccante, Isabelle Fiemeyer ci svela il vero volto di Gabrielle Chanel, per gli amici Coco. Confidente e mecenate di artisti come Cocteau, Stravinskij e Picasso, ma anche di influenti personalità politiche come Churchill, Dmitrij Romanov e il duca di Westminster, Chanel ha attraversato un’epoca di guerra e povertà, una vita di abbandoni e insieme di grandi passioni, riscuotendo un successo travolgente dall’Europa agli Stati Uniti. A partire da testimonianze inedite e dai documenti d’archivio, recentemente resi pubblici, sul periodo della guerra e in particolare sul ruolo della stilista nella Resistenza francese, questo libro svela, dietro l’immagine pubblica, la personalità carismatica, eclettica e geniale, ma al tempo stesso discreta e tormentata, di un’icona che, a oltre mezzo secolo dalla sua morte, appare ancora moderna e attuale. Una donna che ha creato uno stile inconfondibile, dimostrando che la femminilità non ha bisogno di corsetti o pettinature elaborate, ma è sinonimo di una sobria eleganza senza tempo. Edizione rivista e ampliata (2022)
addove l’infanzia è infestata dagli spettri che fummo, la giovinezza è una kafkiana attesa e la maturità è l’anatomia metamorfica indagata da un serial killer, prende forma un’unica ricerca esoterica, l’eterna domanda del genere fantastico: quale realtà? Perché forse la ragione del sogno è dimenticare il reale... in favore di qualcosa di più importante. “Ricchi di riferimenti alla tradizione vampirica e al ‘weird’ dell’amato Lovecraft e dei suoi seguaci, alla fantascienza dell’orrore e al cinema, i racconti di Corradi oscillano tra la rivisitazione di una realtà quotidiana straniante (in cui si insinuano forse anche alcuni spunti autobiografici) e l’evocazione di un universo popolato di mostri rivoltanti e di creature feroci. A contatto con questa ‘zona oscura’ si dissolve e si rispecchia l’identità dei protagonisti. Uomini e mostri si scambiano i ruoli, coabitando nello ‘scaffale dell’orrore’, che troneggia in una libreria milanese, o incontrandosi in quella ‘stazione dell’inferno’ che è la ‘materializzazione di Londra’” (Carlo Pagetti).
Un libro per promuovere la conoscenza, seppure circoscritta, contenuta e sintetica, di strutture associative esoteriche che hanno lasciato un’importante impronta nel cammino dell’umanità. Questi movimenti associativi hanno contribuito allo sviluppo culturale ed esoterico dell’uomo apportando ideologie e diffondendo regole, metodi, missioni, simbologia e società con caratteristiche iniziatiche. Il volume descrive le finalità, l’essenza spirituale, l’ideologia che alcune associazioni caldeggiano per affermarsi nella comunità sociale. In questo excursus sono classificati, in senso propedeutico, diversi ordini, definizioni, ruoli, gerarchie, simboli, glossari, curiosità, dogmi, termini religiosi e spirituali, filosofie, peculiarità e differenze delle religioni cristiane. Vengono esposte inoltre rilevanti conoscenze relative ai Templari, all’Alchimia, ai Rosacroce, nonché alla Massoneria e all’Opus Dei.
L’Uomo della vacca è un testo misterioso e praticamente dimenticato (non fosse per Pablo Neruda) di un filosofo, mistico e flâneur argentino, veterinario, agronomo, politico fallito, sconosciuto, Omar Viñole, che nel 1956 diede alle stampe per la prima e unica volta questo volume, mai tradotto prima né mai arrivato al pubblico italiano ed europeo. Il racconto è frutto delle provocatorie peregrinazioni di un uomo in compagnia di una vacca per le strade di Buenos Aires, in protesta contro la corruzione degli anni ’30 del secolo scorso, in un cammino di conquista di sé anarco-cristiano e cinico-stoico, in nome della vita socratica, del gusto per lo scandalo e soprattutto della concezione poetica e spirituale del mondo. Un testo critico attualissimo da scoprire a distanza di quasi un secolo di immeritato oblio.
Un libro letto tutto d’un fiato. È il libro di Oriana Fallaci. Chi legge è scrittrice. Per combinazione di motivi personali, gli argomenti della giornalista sono il mondo dell’altra. Ai suoi occhi le pagine della Fallaci, cariche di avversione, sono bugiarde. La decisione di rispondere è immediata: urge un diverso, incisivo, punto di vista. Userà una storia vera, la storia di Joseph e Melì, figli legittimi del sogno americano. La forma è quella discorsiva di una corrispondenza che, tra narrativa e riflessione, si fa romanzo.
Il libro è il resoconto di tre esperienze amorose che un professore a riposo confida a una diciottenne. I due, incontratisi per caso in una villa comunale e scambiate due parole, decidono di continuare il dialogo tramite chat. Prende così corpo il racconto dei tre amori vissuti dal professore. Il primo è un amore contrastato ed equivoco, che si è acceso solo nell’insegnante; il secondo è un amore tutto sbilanciato sugli infuocati labirinti dell’eros; il terzo più che un amore vero e proprio è un tentativo abortito di amicizia e di amore. Il libro nasce come critica a un famoso verso dell’Inferno di Dante Alighieri, il verso 103 del canto V: “Amor, ch’a nullo amato amar perdona”.
Il 26 ottobre 1440 viene giustiziato tramite impiccagione Gilles de Rais, uno dei primi serial killer di cui si abbia notizia nei documenti storici. Nobile francese, compagno d’armi di Giovanna d’Arco, avrebbe trovato il suo posto nella storia quale eroe se soltanto non si fosse scoperto che negli anni decine di bambini erano stati sequestrati e portati nei suoi castelli, dove venivano torturati e uccisi. In bilico tra una fervente devozione mistica e atti innominabili, Gilles de Rais era dedito a macabre orge, riti di stregoneria e crimini abominevoli. In questo libro, Bordonove, attraverso l’analisi dei documenti e degli atti processuali conservati nell’archivio di Nantes, dipinge un ritratto particolareggiato del barone, ricostruendo la tenebrosa vicenda che l’ha visto protagonista.
Domandarsi “cosa può un corpo?” ci pone di fronte a una doppia sfida: da una parte ci costringe a riconoscere i limiti di quelle risposte che catturano ogni riflessione in definizioni astratte, dall’altra invita ad aprirci verso l’incertezza, la possibilità di interpellare ciò che del corpo è soggettivo e oggettivo, ciò che è politico, ma anche etico ed estetico. Con l’intento di intrecciare saperi e pratiche, questo libro mette a confronto alcuni regimi moderni di pensiero con i sensi e i significati associati alla corporeità, sviscerandone le interpretazioni sul piano sociale e politico. L’universalizzazione dei significati attribuiti al corpo viene messa in discussione tramite l’esplorazione degli spazi e dei luoghi della corporeità, con le loro peculiarità e prassi, indagando il sociale nel corpo e il corpo nel sociale. Guardare alle contingenze del corpo, alle pieghe, attraverso i processi che lo plasmano, ci mostra la possibilità di un nuovo potere istituente, emancipatore e resistente.