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«Sono sicuro che, 3000 anni fa, molte persone criticavano il papiro e rimpiangevano l'antico supporto in pietra: sono sereno sull'avvenire del libro e sulla sua digitalizzazione». Così lo scrittore statunitense R. Banks rende misura del cambio progressivo e sofferto degli strumenti di conoscenza: l'affiancamento dei documenti digitali alle pubblicazioni cartacee è stato rapidamente percepito anche dal variegato mondo universitario, lasciando tuttavia non pochi dubbi agli utenti che in esso vi operano. Di che cosa si parla quando si menziona l'Open Access? Come e con che costi possono circolare i testi? Come questi vengono percepiti da chi li gestisce, da chi li distribuisce e da chi li legge? I contributi di questa miscellanea, rivolti soprattutto al pubblico di fruitori delle riviste umanistiche, forniscono alcune risposte a tali domande. Si dispongono in un ampio ventaglio di riflessioni, di diverso tenore e argomento, per discutere di uno strumento di pubblicazione innovativo e sempre più diffuso, ma ancora in via di definizione ed accettazione.
La leva ha segnato la vita degli italiani. Tanto più lo ha fatto in età liberale, quando si è indissolubilmente intrecciata con fenomeni come il Risorgimento, la costruzione dello Stato e il suo rapportarsi con la Chiesa, il volontarismo, il colonialismo, le grandi migrazioni, lo sviluppo economico e urbanistico, la politicizzazione e la nazionalizzazione delle masse, la loro scolarizzazione e medicalizzazione, nonché la costruzione di nuovi modelli pedagogici e di mascolinità. Nel ricostruire norme, pratiche, discorsi e quotidianità del servizio militare fra Unità e Grande guerra questo libro indaga dunque per la prima volta la coscrizione a tutto tondo e nei suoi rapporti con analoghi istituti stranieri, facendone una chiave per ragionare sul mondo in divisa, sulle sue relazioni con la sfera civile e più in generale sulle vicende del primo cinquantennio postunitario. Perché dalla caserma alla trincea passa una parte importante della storia d’Italia.
Il saggio affronta le tematiche dell’identità e dell’accettazione di sé all’interno della cornice storica e sociale dell’antica Grecia. Gli strumenti educativi utilizzati dai Greci per preparare i giovani al loro futuro ruolo attivo di cittadini nella polis e alle tappe fondamentali che scandiscono una vita segnata dalla finitezza sono i miti. L’autrice ha individuato una nuova categoria mitica, quella dei miti di “non passaggio”: esempi di come il cattivo comportamento del singolo sia portatore di vendetta divina non solo ai suoi danni, ma a lungo andare anche ai danni della società in cui vive. All’interno di questi particolari miti non si troveranno quindi imprese eroic...
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