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Vivere significa progettare ciò che ancora non è e si vuole che sia. Sopravvivere significa dibattersi per non farsi sopraffare. Oggi la politica si è trasformata in una convulsa agitazione di tecnici della sopravvivenza. L'agitazione può dare l'impressione di voler dischiudere chissà quale futuro e, invece, somiglia tragicamente al gioco della moscacieca, dove il caos inghiotte la comprensione e la volontà si smarrisce. Paralisi della rappresentanza, congelamento della competizione tra idee progettuali, ossessioni unanimistiche, allergia per il pensiero non allineato. Ciò che ci ostiniamo a chiamare governo è il mero esecutore e garante della forza normativa del fatto. Nel tempo esecutivo solo lo status quo è legittimo. Il resto è solo velleità, agitazione sterile e senza prospettive. Che è quanto dire che la frustrazione della democrazia è stata interiorizzata, è entrata nel midollo della società.
«Una lezione non è un tram che vi porta da un posto all'altro, ma è una passeggiata con gli amici». Pavel Florenskij La migliore «lezione» è quella che insegna a controllare le emozioni con l'intelletto e a muovere l'intelletto con le emozioni. Quotidianità e culmine di una via alla conoscenza, la lezione, cosí come la pensa e desidera Gustavo Zagrebelsky, è insieme un tempo e un luogo di amicizia - di filía -, creativo tanto per gli studenti quanto per il professore. «La lezione è una sorta di chiamata a raccolta intorno al sapere». La lezione mette insieme persone diverse e parole diverse: è, anzi, una «casa delle parole», parole con le quali professore e studenti creano i...
«Contro l'etica della verità significa a favore di un'etica del dubbio. Al di là delle apparenze, il dubbio non è affatto il contrario della verità. Ne è la riaffermazione, è un omaggio alla verità, ma una verità che ha sempre e di nuovo da essere esaminata e ri-scoperta.» Quando i detentori di una presunta verità assoluta riusciranno a convincersi che la politica e l'etica civile non sono la semplice applicazione delle proprie radicate fedi o convinzioni, ma mediazione tra fedi, convinzioni, opinioni, norme e concrete situazioni? Per accedere a questa, che è poi la condizione della vita democratica, non c'è altra via se non quella che Zagrebelsky chiama ‘etica del dubbio', l'unica che fa onore alla verità che nessuno possiede, perché, di epoca in epoca, la verità si trova sempre per via. Umberto Galimberti
Il raffinato dialogo Zagrebelsky-Mauro come ogni vero dialogo mette a confronto due sistemi di pensiero, non pretende di approdare alla vittoria dell'uno sull'altro. Ha invece un grande merito: aiuta a pensare al riparo, una volta tanto, dalla retorica.Luciano Canfora, "Corriere della Sera"Un dialogo che ingenera molti dubbi ma definisce anche molte certezze: per esempio quella secondo cui è alla democrazia, a questa forma di governo e di Stato che va affidato nel bene e nel male, nell'adesione sincera come nella critica spietata, il destino delle presenti e delle future generazioni, almeno fin quando il nostro sguardo è in grado di spingersi.Alberto Asor Rosa, "il manifesto"Una riflession...
La vida de las constituciones es una tarea colectiva, afirma Zagrebelsky en una idea central de este volumen, que recoge su visión de un tiempo difícil para la constitución democrática. Una tarea que interpela a los constitucionalistas que defienden la tradición del constitucionalismo como límite al poder y garantía para los derechos de todos, en particular, de los más vulnerables. Hoy, sin embargo, en medio de una profunda confusión de los propios constitucionalistas, esa tarea fundamental parece estar en riesgo. En este volumen su autor parece dirigirse, fundamentalmente, a sus colegas: los constitucionalistas. Se trata de una reflexión profunda sobre la crisis de la democracia, la polarización de las sociedades y el valor que adquiere en este contexto, más que en cualquier otro, la defensa de la Constitución y sus valores como símbolos de concordia y unidad en el pluralismo
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L'arte e la scienza «sono» libere, dice la Costituzione. E «devono esserlo». La cultura asservita a interessi politici ed economici tradisce il suo compito. Gli uomini di cultura devono guardarsi dalla piú sottile delle insidie: mettersi al servizio in modo non volontario e quasi inavvertito.
Gustavo Zagrebelsky e Francesco Pallanteargomentano per il rinnovamento di una democrazia partecipata, contro le modifiche della Costituzione – di cui si vorrebbero cambiare ben 47 articoli (oltre un terzo del totale) – e contro la legge elettorale. Oltre alle critiche di merito (contraddizioni, errori concettuali, complicazione del sistema), vengono messe in evidenza le forzature procedurali che hanno connotato il percorso di approvazione delle due leggi. Ne emerge un quadro tutt'altro che rassicurante: le nuove regole del gioco politico risultano essere, a giudizio degli autori, sempre più un'imposizione unilaterale basata su rapporti di forza incostituzionali – leggi approvate in tutta fretta e al costo di qualunque forzatura. Il libro si chiude offrendo al lettore il confronto, articolo per articolo, del testo della Costituzione vigente con quello che scaturirebbe dalla riforma. Ciò allo scopo di offrire al cittadino una chiara visione d'insieme del nuovo dettato costituzionale.