You may have to Search all our reviewed books and magazines, click the sign up button below to create a free account.
The human heart is, in many ways, an indecipherable enigma. The opposition of reason and passion has long prevented us from recognizing emotions and feelings as legitimate sources of knowledge. This book takes a deep dive into the rich phenomenology of affect, with a view to uncovering its essence and variety of forms: the experience of being “invaded” by an emotion is different to that of being “immersed” in a mood, just as being “guided” by a feeling does not mean being “swept away” by a passionate impulse. Hence the need for a systematic phenomenology of emotionality that can help us to appreciate such distinctions. The philosophical and pedagogical trajectory outlined in these pages provides education and healthcare practitioners – and indeed all those willing to improve their self-knowledge – with the key to a deeper understanding of the emotional life and its meaning for our existence.
The Mediterranean, both a sea and a theatre, has served throughout history as a fundamental crossroads for the political-religious dynamics and international tensions that characterize the various worlds, east and west, south and north, that meet in this basin. Starting from these premises, the present work examines - within a chronological span that goes from the conclusion of the Second World War to the end of Pius XII’s pontificate - the contribution offered by the Holy See and by Catholics from different national contexts in deciphering the role of the Mediterranean Sea within the wider global context. As such, it constitutes a reflection on this geographical space with its peculiar cultural, economic, political, and religious realities by highlighting the role played by the Mediterranean in the elaboration of visions and projects of civilization. This work is the fruit of a wider research programme called Occidentes - Horizons and projects of civilization in the Church of Pius XII. It brings together the work of seven historians from different European Universities.
In un confronto serrato con prospettive e pratiche disciplinari diverse (dall’antropologia alla sociologia, dalla museologia alla pedagogia del conflitto, della marginalità e della devianza), il volume si interroga sulla valenza sociale del patrimonio culturale e della sua narrazione. Dai contributi emerge una visione dell’atto del narrare come risorsa per fare ed essere “comunità”, antidoto al disincantamento e alla distanza, forma di attenzione ai temi della giustizia e di resistenza alla storia generalizzante e sommaria. Accogliere e custodire storie significa dilatare lo sguardo, creare lo spazio dell’ascolto, amplificare “le parole degli altri” che non hanno accesso al discorso pubblico (non solo storico, ma anche creativo ed estetico), ricucire i legami di senso tra le persone e il patrimonio, e tra le persone attraverso il patrimonio: un corpo vivo da attraversare, scompaginare, fare letteralmente proprio; perché gli si possa dare nuovamente origine, perché si possano fare nuove le cose.
Qual è il valore del corpo nella dimensione della ricerca? Quale ruolo può avere in ciascuna delle fasi in cui si struttura una ricerca qualitativa? Lo studio sviluppato nel presente volume cerca di rispondere a queste domande immergendosi in un’indagine il cui stesso oggetto ha una caratterizzazione fortemente corporea: l’embodied teaching, ovvero la dimensione incarnata dei processi di insegnamento e apprendimento in contesto scolastico. Collocandosi nel macro-paradigma dell’embodiment e nel campo di studio della Pedagogia del corpo, il testo è il racconto scientifico di un’esperienza di ricerca tesa a dare valore alla dimensione incarnata della conoscenza. Partendo come ricerca cooperativa a matrice corporeo- narrativa, lo studio si sviluppa attraverso una svolta performativa che ne trasforma la natura e che ne rappresenta il tratto più peculiare: un’analisi e poi una restituzione performativa dei dati che consente di osservare il tema dell’embodied teaching da una prospettiva specifica e coerente con i suoi assunti di fondo.
940.11
L'Italia è un paese al valico, incerto tra immobilità e fuga, in attesa di ritrovare una propria identità forte. E gli italiani sono viaggiatori solitari, ansiosi di capire dove dirigersi. Dopo il grande successo di Italiani di domani, Severgnini torna a parlare delle ansie e delle possibilità del nostro Paese con implacabile lucidità, ofrendo ai suoi lettori un libro da usare come una bussola: una guida che si articola in venti parole, che ci conducono a un futuro migliore.
Nata e sviluppatasi all'inizio del Novecento, l'attività pubblicistica di Studium procede attraverso tre periodi, a cui corrispondono altrettante fasi di vita e di azione culturale. 1. Dall'atto della fondazione, nel 1906, a Firenze, come rivista della Federazione degli universitari cattolici (FUCI), all'avvento del fascismo. La riflessione della rivista verte in questo periodo sui rapporti tra fede e cultura moderna, fede e scienza, cristianesimo e democrazia, e sui problemi dell'istruzione universitaria, sui rapporti tra Università e società, sul tema della libertà dell'insegnamento. Studium diventa la prima rivista di ispirazione cattolica presente in campo culturale. Rivista universi...